martedì 25 febbraio 2020

Nuove edizioni

Eddie Coffin, filosofo allo sbando. Hubert, ex galeotto, dispensatore di saggezza ad ampio raggio. Rapinano banche senza colpo ferire. La loro strategia è filosofica: cambia di banca in banca: si fanno chiamare la Gang del pensiero. Imprendibili, spettacolari, flemmatici, sono l’incubo della polizia. Eddie ama tutte le parole che cominciano per zeta, la Blanche de Garonne, il sole e la filosofia più antica della Grecia. Ha gestito un bordello ad Amsterdam, ha guardato negli occhi il pilota di un elicottero sovietico d’assalto in Afghanistan. Hubert ha un solo occhio, un solo braccio e una sola gamba, ma è un artista della vendetta e di tutte le armi; inguaribile romantico, rintraccia una compagna di orfanotrofio dopo aver riconosciuto il suo sguardo in una rivista pornografica. Quando anche le rapine rischiano di diventare routine, per chiudere in bellezza, progettano la rapina del secolo. La rapina preannunciata, metafisica: in gioco è la morte, o l’immortalità.

(dal risvolto di copertina di: "La gang del pensiero", di Tibor Fischer. Marcos y Marcos)

Studiare i presocratici serve (a rapinare una banca e a farla franca)
- di Bruno Gambarotta -

«Scusi, prof, ma a cosa serve la filosofia?». Generazioni di studenti hanno posto questa domanda. Ora abbiamo la risposta: la filosofia serve a rapinare una banca e a farla franca. Il come ce lo illustra il professor Eddie Coffin, protagonista del romanzo di Tibor Fischer La gang del pensiero (uscito da Garzanti nel 1988 torna ora per Marco y Marcos) che parla in prima persona con un inesauribile scintillio di autoironia, di trovate, di giochi di parole. A iniziare dal cognome: coffin in inglese è la bara, in francese è il cofanetto (delle ceneri?). È nato il 5 maggio 1945, perciò nel 1994, l'anno in cui sono collocate le sue disavventure e della pubblicazione del romanzo, ha 49 anni. Si descrive grassottello e calvo come una palla da bigliardo, dotato di una «energica pigrizia». Lo incontriamo mentre sta fuggendo dalla Gran Bretagna «un paese con quattro stagioni ma con quattro inverni». Vuole mettersi al riparo dai rigori della legge. Dopo una solenne sbornia (è la prima ma non l'ultima in un romanzo non adatto agli astemi) presa in un pub di Londra, viene trovato dalla polizia steso sul pavimento di un appartamento pieno di materiale pedopornografico, senza sapere come ci sia finito. Nei 20 anni di insegnamento a Cambridge ha avuto l'accortezza di specializzarsi nei filosofi ionici, una famiglia dei presocratici (Talete, Anassagora, Eraclito) che ha tramandato ai posteri solo pazienti tali che la loro intera opera omnia si legge in una mattina.
Coffin sta viaggiando verso Montpellier quando lo scoppio di una gomma fa rovesciare in un fosso la sua auto presa a noleggio. Lui è illeso ma un incendio distrugge tutti i suoi averi, tranne il passaporto e quattro franchi. Facendo l'autostop difendendosi come può dalle avance di un rude camionista gay, trova una stanza in un infimo albergo presso la stazione e qui riceve la visita di Hubert, un rapinatore che non si capacita che un turista abbia in tasca solo degli spiccioli. I due fanno conoscenza e Hubert, dotato di una mano e di una gamba artificiali (e un occhio di vetro) racconta la sua storia: quella mattina è uscito dal reclusorio dopo aver scontato dieci anni per una rapina a una banca andata liscia quando all'uscita ha scoperto che l'auto rubata per fuggire e lasciata con la portiera aperta e la chiave di avviamento, gli era stata a sua volta rubata. Scappa correndo, lo acchiappano, la pistola gli cade a terra, parte un colpo che ferisce un poliziotto. I due, diventati amici, dividono la stanza e la mattina dopo si decidono alla rapina in una banca che stavolta riesce benissimo perché grazie al filosofo è cambiato il paradigma. Se, una volta usciti dalla banca con il malloppo, i due, anziché scappare, s'infilano nel vicino ristorante di lusso, nessuno sarebbe indotto a pensare che quei due signori che pasteggiano a champagne siano gli autori del colpo. Hubert è folgorato: è la filosofia la chiave del successo, tanto più che Jocelyne, la bella cassiera, ha infilato insieme alle banconote, un biglietto con il suo numero di telefono, dal quale nascerà il succoso filone sessuale che lasciamo scoprire al lettore. Da quel momento Hubert diventa uno studente di filosofia, il più assetato di sapere che il professore abbia mai avuto. Non trovando in una libreria un testo di Diogene Laerzio, spara a raffica contro la pila di libri sulle diete. È lui che si inventa, in un'intervista, il marchio «La Gang del Pensiero». La loro carriera prosegue di rapina in rapina, sempre più spavalda e spettacolare. Alla cronaca puntuale si alternano i flashback altrettanto esilaranti sugli anni trascorsi da Coffin a Cambridge. Il lettore si imbatte in parole misteriose inizianti con la lettera Z; un glossario ne elenca 62 ma altrettante sono sparse qua e là. Nonostante la mia leggendaria perspicacia non riuscivo a comprenderne il motivo fino a quando non ho trovato nell'ultima pagina una spiegazione. Mi resta il desiderio di conoscere cosa ha combinato Eddie Coffin, che ora ha 75 anni, nei 26 trascorsi da allora.

- Bruno Gambarotta - Pubblicato sulla Stampa del 22/2/2020 -

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