giovedì 17 marzo 2016

Fantasmagorie

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Con il titolo "Fantasmâlgories", viene pubblicato in Francia, tradotto da Christophe Lucchese, dopo 40 anni dalla sua prima apparizione in lingua tedesca, "Männerphantasien" di Klaus Theweleit, un corposo volume che ha molto influenzato la nascita della critica della dissociazione valore (Wert-abspaltungskritik) e le opere di Roswitha Scholz e di Robert Kurz e, in generale, il dibattito sulla dimensione maschile del dominio capitalista.

Qual è la relazione fra fascismo e genere? A partire da questa domanda, Klaus Theweleit esplora la fascinazione maschile per la violenza ed il potere nel suo libro "Männerphantasien" (1977, Verlag Roter Stern). Avvalendosi della psicoanalisi e di un vasto corpus letterario che indaga i ranghi dei "Freikorps" tedeschi, l'autore ha cercato di analizzare la struttura mentale della personalità fascista.
Il libro, ora tradotto in francese, si si immerge completamente nelle tematiche relativa alla questione del rapporto fra potere e genere, e trasgredisce allegramente i limiti dei campi disciplinari. Ne risulta un'opera ibrida che unisce la storia, la psicoanalisi e gli studi sul genere, e ci porta al cuore dell'anima virile e della sua deriva fascista, facendo uso di numerose illustrazioni che fanno da specchio, da contrappunto e da sberleffo (dai manifesti di propaganda alle opere dei maestri, passando per le tavole dei fumetti americani), con un tono che unisce la serietà scientifica alla contestazione iconoclasta delle tesi freudiane. Proponendosi di svelare la psiche (erotica) dell'uomo soldato come appare nei testi degli autori che risalgono al periodo fra le due guerre, Klaus Theweleit rifiuta di accontentarsi dell'interpretazione psicoanalitica tradizionale e, superando lo stretto periodo storico del fascismo europeo, lo amplia fino ad arrivare ad un'analisi dell'anima del soldato al di fuori del tempo.

fonte: Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme

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Intervista al traduttore svolta a cura del Collège International des traducteurs Littéraires d'Arles.

CITL: Puoi parlarci di "Fantasmâlgories" e spiegarci la scelta del titolo?

Cristophe Lucchese: Il libro costituisce una tesi che Klaus Theweilt ha scritto a partire dal 1972 e che ha poi continuato nel 1976. Ha pubblicato il primo volume nel 1977 ed il secondo nel 1978. In Germania, è diventato assai rapidamente un best seller, malgrado la controversa personalità dell'autore ed il suo rapporto con il mondo accademico. Per poter tradurre il titolo originale, Männerphantasien, occorreva trovare una formula che esprimesse il concetto freudiano che comprende in maniera più ampia di quanto faccia il francese il concetto di fantasia, di immaginazione, e che si sarebbe un po' perso usando il termine di "fantasma". Il neologismo "fantasmâlgories" è provenuto da un'altra traduttrice, Nicole Thiers, durante un riunione di lavoro.
Il progetto di Klaus Theweleit era quello di tentare di comprendere più da vicino, attraverso l'analisi dei testi letterari provenienti dalle fila dei "FreiKorps" tedeschi, la personalità di quegli uomini che hanno partecipato alla repressione della rivoluzione tedesca del 1918-1923 e che poi hanno dato corpo al fascismo.
Chi sono? Cosa dicono? Come possono il loro fantasmi estendersi talmente lontano da formare una nuova realtà?
Theweleit si è interessato alla questione della relazione fra potere e genere, trasgredendo i limiti dei campi disciplinari scientifici, quali la psicoanalisi, la storia. ecc.. Männerphantasien è un saggio molto atipico che interroga il nostro modo di pensare, il primato della ragione, dell'unità e che affronta la molteplicità e la differenza inerenti alla realtà. E' il principio di eterogeneità a sottendere la sua scrittura fino a proporre un sistema di pensiero di tipo rizomatico. Questo ci consegna un testo estremamente composito che presenta un gran numero di riferimenti storici e letterari, ci sono capitoli che non danno direttamente una risposta, ed il tutto è accompagnato da illustrazioni assai diverse che vanno dal manifesto di propaganda alla tavola del fumetto americano.
E' un vero e proprio montaggio cinematografico!

CITL: C'erano stati degli altri tentativi di edizione, in Francia, prima del tuo?

Cristophe Lucchese: Sì, Michel Foucault aveva raccomandato il libro alle edizioni Stock, ed era stato proposto Martin Ziegler per tradurre l'opera, ma la direzione della casa editrice era cambiata ed il progetto venne abbandonato. Era stato tradotto un capitolo, ed era stato pubblicato su una rivista, ma niente di più. Questo forse si spiega a partire dal suo contenuto. Va sottolineato che quanto emerge da questi fantasmi di gruppo, dall'analisi della costruzione dell'identità maschile, è la visione femminile. C'è un filo rosso che appare per tutto il libro. Negli scritti dei FreiKorps, si vede come le donne vengano di volta in volta sia devitalizzate che demonizzate, in entrambi i casi comunque neutralizzate. Ma Theweleit non si ferma a questo: se la questione principale è quella di sapere come il fascismo funzioni a livello psicofisico e perché la donna viene sempre devitalizzata, bisogna risalire al "processo di civilizzazione" - per usare le parole di Norbert Elias - e disegnare una storia della sottomissione della donna nel corso degli ultimi cinque secoli. Forse è per questo motivo che Männerphantasien non è ancora entrato nel paesaggio intellettuale francese, che rimane molto patriarcale! Bisogna anche ammettere che il libro è enorme, più di 1,8 milioni di parole, comprese le note. Per la prossima edizione, una delle condizioni è stata quella di ridurre il testo. Cosa che ho fatto, con l'assenso dell'autore e dell'editore.

CITL:  A tuo avviso, questo libro può entrare in risonanza con il tempo presente? Cosa può dare ai lettori?

Cristophe Lucchese: Attualmente, regna una sorta di rigidità intellettuale e Klaus Theweleit può smuoverla ricordando, per esempio, che il desiderio di sicurezza è una tendenza fascistizzante. Egli porta il lettore ad interrogarsi sulle sue proprie pratiche, e gli uomini su sé stessi. La riflessione sull'identità maschile è stata poco presente in Francia. C'è in questo libro un accento libertario che potrebbe essere una ventata d'aria fresca per numerosi lettori/lettrici!

CITL: E' stata la tua prima grande traduzione, potrai passare ad altre cose, quali sono i tuoi progetti?

Cristophe Lucchese: Sì, è vero che questa traduzione mi ha occupato a tempo pieno per tutto il 2015, e per molto tempo a partire dal 2012. Attualmente, mi piacerebbe tradurre l'ultimo libro di Klaus Theweleit, una riattualizzazione di Männerphantasien a quarant'anni di distanza, un modo di rispondere. Fra l'altro, interroga il fenomeno dell'ISIS o quello di Anders Behring Breivik, lo stragista di Utøya. Sono anche in trattativa con un editore per la traduzione della corrispondenza di Rosa Luxemburg, che è stata una delle prime vittime dei FreiKorps. Cosa che in un certo modo mi riporterebbe ai temi di Fantasmâlgories !

(intervista pubblicata su ATLAS, Association pour la Promotio de la Traduction Littéraire il 1°/2/2016)

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