mercoledì 2 marzo 2016

Con gli occhi bene aperti

suicidio

”Il mio ottimismo si fonda sulla certezza che questa civiltà crollerà. Il mio pessimismo su tutto ciò che essa farà per trascinarci nella sua caduta.”
- Guy Debord -

Il limite esistenziale della sinistra consiste nel fatto che vuole abolire tutte le contraddizioni del lavoro salariato senza abolire il lavoro. La sinistra crede, in qualche modo, di poter sbarazzarsi di ineguaglianza, povertà, razzismo e di tutta una serie di mali sociali connessi alla schiavitù salariale, mentre si continua la vendita di forza lavoro come se niente fosse. A sinistra, perfino le menti più brillanti ritengono che la vendita di forza lavoro non sia altro che un'innocente transazione commerciale e che non abbia niente a che vedere con i risultati che produce: non c'è niente che si possa fare a tal proposito, dal momento che la vendita di forza lavoro equivale in realtà alla vendita di qualsiasi altra merce - una mela, un'automobile o un paio di scarpe - e in ogni caso la transazione è identica.
La domanda che pone il tipico individuo di sinistra è del tutto logica: se vendere una mela o un'automobile non conduce necessariamente alla disuguaglianza ed alla povertà, perché le cose dovrebbero andare diversamente con la vendita di forza lavoro? Infatti, milioni di merci vengono acquistate e vendute ogni giorno senza che ci sia una sola prova che queste transazioni implichino necessariamente disuguaglianza e povertà. Quindi, l'individuo di sinistra ha assolutamente ragione a credere che la vendita di forza lavoro non sia causa della povertà più di quanto lo sia la vendita di qualsiasi altra merce.
E infatti la cosa ha perfettamente senso. Non si può fornire alcuna prova che dimostri il fatto che scambiare qualche moneta per un po' di forza lavoro abbia un effetto diverso da quello di scambiare quelle monete per un paio di chili di mele, in quanto, come semplice transazione commerciale, la prima è assolutamente identica alla seconda, dal momento che entrambe sono identiche sotto ogni aspetto, e perciò l'individuo di sinistra non riuscirà mai a trovare un motivo per cui una transazione porti all'ineguaglianza ed alla povertà, mentre l'altra non lo fa.
Certo, ciò che conta è quello che avviene dopo ciascuna di questa transazioni identiche, ma nessun individuo di sinistra di solito ha la pazienza o la voglia di aspettare e guardare oltre.
Invece, dal momento che la povertà esiste, l'individuo di sinistra assume che ciò dev'essere dovuto allora a qualche fattore esterno che non ha niente a che fare con la transazione in sé. E quest'atteggiamento dà luogo a tutta una serie di credenze superstiziose circa il fatto che la povertà possa essere affrontata pagando un prezzo più alto per la forza lavoro, oppure facendo una campagna di riforme, visto e considerato che la povertà potrebbe essere il risultato dei termini secondo i quali avviene la transazione, e quindi si dovrebbero fare degli interventi politici nei confronti del mercato sul quale avviene lo scambio.

E' bene a questo punto sottilineare come non ci sia niente che si possa dire o fare per convincere la sinistra  a proposito del fatto che sono altre le cause della povertà e della diseguaglianza. Le superstizioni di cui sopra non è che si creano da sole, non vengono inventate dalle teste, ma vengono propinate a quelle stesse teste giorno dopo giorno attraverso tutta una serie di esempi ad hoc: i salari sono sempre più bassi, e questo va così a costituire la prova che bassi salari causano povertà! La corruzione politica rampante, a sua volta, aggiunge alla prova dei salari l'evidenza che alcuni politici stanno lì apposta per truccare i conti dei ricchi. Ragion per cui, non ci può essere una quantità di fatti sufficiente per convincere la sinistra che la causa della povertà e della disuguaglianza è il lavoro salariato stesso, per il semplice fatto che è il capitalismo a nascondere a tutti la sua connessione con la povertà e con l'ineguaglianza.
Ma c'è una soluzione a questo limite esistenziale della sinistra? Credo proprio di no. Non ci può essere nessuna teoria, neppure una teoria sostenuta da montagne di prove, che possa mai riuscire ad aver ragione di come le cose appaiono nella società capitalista, e questo proprio perché è il capitalismo ad apparire del tutto naturale a tutti noi. Il che è come dire che le forze che ci impoveriscono sono anche le stesse forze che ci appaiono come lo strumento per superare la povertà; sono proprio le forze che producono la disuguaglianza ad apparirci anche come i soli mezzi che possono abolirla.
A questo punto, si è costretti a concludere che se il capitalismo non collassa da sé solo, senza che ci sia nessuna azione politica proletaria positiva, allora non abbiamo assolutamente alcuna speranza che un'eventuale azione politica positiva possa averne ragione.
E purtroppo è proprio questa la buona notizia!

Invece, la cattiva notizia è che il proletariato con ogni probabilità sta facendo e continuerà a fare tutto il possibile ed anche di più pur di evitare che il capitalismo collassi; dal momento che, come dovrebbe essere ovvio, il collasso del capitalismo significa che nessun proletario sarà più in grado di vendere la sua forza lavoro. Il collasso del capitalismo è essenzialmente un evento che avviene al livello di un'estinzione di classe per la classe operaia, e la classe operaia combatterà con le unghie e con i denti per evitare questo suo orribile destino.
Quindi, il lavoratore farà tutto ciò che è in suo potere per impedire che il capitalismo collassi, anche se questo significherà il dover accettare il suo stesso crescente impoverimento. E se non ci credete, andate a vedere cos'è successo negli Stati Uniti alla classe operaia della GM e della Boeing, per rendervi conto della verità di questo argomento. Per salvare sé stessi e per proteggere il loro lavoro, il settore più organizzato di tutta la classe operaia ha letteralmente sacrificato il futuro dei propri figli!
La tempesta di merda che sta per scatenarsi sulle nostre teste è assolutamente comprensibile. Infatti, il capitalismo si auto-distruggerà, ma questa distruzione avverrà, con ogni probabilità, proprio attraverso il suicidio della classe operaia, che alla fine renderà impossibile il capitalismo.
La classe operaia è disposta ad accettare di morire di fame pur di mantenere il proprio lavoro, e sarà proprio questo a dare il colpo finale al capitalismo.

L'idea marxiana secondo la quale la classe operaia deve commettere suicidio in quanto classe, può anche essere molto romantica come immagine. Ma non sarà certamente una simpatica esperienza!

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