TABULA RASA
- Fino a che punto è auspicabile, necessario o lecito criticare l'illuminismo -
di Robert Kurz
Hannibal Lecter, o il "potenziale" della capacità di mantenere la distanza
A quanto pare, l'inversione della logica illuminista, dotata delle tracce di un romanticismo agrario, costituisce innanzitutto una specialità francese, laddove invece la rimanente apologetica della forma minaccia assai meno di scegliere questa deviazione, rispetto al distinguere e conservare un qualche momento positivo in seno alla stessa forma moderna del soggetto. In Germania, la reazione consistente nel ricorso al romanticismo agrario è molto più screditata che altrove, dal momento che viene considerata un momento centrale dell'ideologia nazista; e nemmeno i neonazisti ci vogliono avere a che fare. Qualsiasi ideologia naturale ed agraria può essere presentata, di per sé, come "fascista", ed una tale squalifica, nella Repubblica Federale Tedesca degli anni ottanta, non solo è diventata l'argomento principale per distinguersi dai Verdi, da parte della sinistra radicale, ma si è anche convertita (insieme all'accusa di antisemitismo) in un'arma di denuncia in seno alla stessa sinistra.
Questa grossolana "critica ideologica" è per lo più marginale rispetto all'argomento ed è da molto tempo degenerata nell'autismo della politica identitaria di una fauna sterile; in tal senso non si può non dare ogni ragione a Jappe. I nazisti sono stati assai più gli ideologhi di una modernizzazione fordista, che inculcava un'individualità astratta, che agrari romantici e protettori della natura. E' questo ciò che non riesce a vedere la sinistra tedesca, essa stessa posseduta dall'ideologia della modernizzazione, per la quale il concetto di modernità appartiene al vocabolario di una devozione da sempre positiva rispetto all'illuminismo. Mentre esistono numerosi punti di intersezione fra l'ideologia del sangue e del suolo, la dottrina razziale e l'antisemitismo, da una parte, ed il romanticismo agrario e l'ideologia della natura, dall'altra, le due cose non sono identiche. In realtà, la terminologia nazista proviene principalmente dal culturalismo specifico del romanticismo tedesco e dalle corrispondenti ideologie tedesche, e da esse deriva e si situa su un piano di riferimento e di astrazione totalmente diverso da quello della critica ecologica di una Greenpeace che - seppure rimanga irriflessa in quello che dice rispetto alla forma sociale e non vada sufficientemente lontano con il suo falso immediatismo - non può in alcun modo venire accusata di essere compatibile con il nazionalsocialismo.
I settori borghesi devoti dell'illuminismo della sinistra radicale tedesca, fedeli all'ideologia della modernizzazione e contrari al romanticismo agrario, che intendono sottrarsi alle idee verdi ed ecologiche facendo ricorso ad una simile denuncia economica, da parte loro si arrendono al falso immediatismo e alle false alternative della socializzazione del valore se, attraverso una mera inversione ideologica, quasi festeggiano la distruzione capitalistica dei fondamenti naturali come se fosse un "fatto antifascista". Con ciò dimostrano solamente che si trovano talmente fuori dalla critica emancipatrice del lavoro astratto quanto i romantici agrari o i democratici verdi, o i pragmatisti di Greenpeace. Non è stato per niente a caso che una gran parte di questa sinistra modernizzatrice sia diventata, conseguentemente all'imbarbarimento nella crisi mondiale della terza rivoluzione industriale, sostenitrice dell'imperialismo globale democratico ed occidentale, soccombendo ad un'ideologia bellicistica di odio nei confronti del terzo mondo in disgregazione, usando invettive razziste.
Non è questo il luogo per analizzare in dettaglio errori e volgarità di questa sinistra filo-occidentale che ha già cessato di esistere. Quello che è essenziale è che la falsa critica - abusivamente semplificata da questa sinistra - dell'ideologia della natura, e del romanticismo agrario che a questa si trova associato, viene accompagnata da un'apologia quasi fanatica della forma moderna del soggetto capitalista (e, insieme a lui, della generalità astratta e distruttiva in riferimento al mondo). Questo momento centrale finora nascosto di tutta la devozione della sinistra all'illuminismo si è manifestato apertamente nelle violente dispute seguite all'11 settembre. Ed è precisamente qui che dobbiamo cercare il vero casus belli che rende impossibile qualsiasi mediazione e che marcia verso la linea del fronte delle posizioni incompatibili. Qualsiasi apologia, anche minima, della forma moderna del soggetto, soggiacente alla logica del valore e della dissociazione, deve essere rifiutata per principio, e con la stessa veemenza con cui si rifiuta l'apologia reazionaria delle forme di feticcio premoderne, o la costruzione propria del romanticismo agrario di un "essere" positivo premoderno della seconda natura. La "forma soggetto" non costituisce un fondamento ontologico positivo dell'emancipazione, come non lo costituiscono le forme di coscienza delle società agrarie. Riguardo a questo punto, la linea della tabula rasa dev'essere rigorosamente mantenuta.
La mancanza di chiarezza che, a questo proposito, si estende fino all'interno dei dibattiti della critica del valore e della dissociazione, si trova strettamente associata al concetto di "potenziale". Nella misura in cui questo concetto si inquadra in quella definizione che tenta di concepire come gli artefatti della storia nel senso più lato possono essere trattati solamente come potenziali mentre, in quanto contenuti, possono essere evidenziati in questa o quella maniera nella forma del feticcio, ed essere inquadrati in un contesto sociale alterato. Le capacità di rappresentazione simbolica dei toni (notazioni musicali) o del trattamento siderurgico del ferro, similmente sono potenziali, così come ciò che rende possibile il trapianto di un rene e la produzione di un microprocessore, ecc.. Potenziali simili non devono, tuttavia, essere confusi con la struttura della forma di feticcio come forma di pensiero e di attuazione negativa e distruttiva. Attraverso questa forma, nonostante la sua cecità e la sua distruttività, possono essere sviluppati contenuti che non si riassumono del tutto, o nella sua totalità, in tale forma, e che possono venire trasformati in altri riferimenti; ma la forma stessa si mantiene, in quanto tale, puramente negativa, in quanto le sue modalità e strutture non costituiscono un qualche "potenziale" trasformatore.
Apparentemente, questa delimitazione concettuale è rimasta finora estremamente sfuocata, in una maniera per cui specialmente il concetto di "potenziale" - che, contrariamente agli artefatti palpabilmente materiali, non viene percepito separatamente dalla forma del soggetto - appare come portatore di un concetto apologetico relativamente a tale forma. Così, per esempio, la capacità di distacco, speciale o accresciuta, dell'uomo moderno, viene rivendicata come se fosse un potenziale della forma del soggetto che sarebbe da salvare, in riferimento esplicito o implicito al paradigma del presunto "processo di civilizzazione" (Norbert Elias).
Contro questo argomento è necessario invocare da subito gli stessi motivi che vengono invocati contro l'argomento del "potenziale" dell'individualità astratta moderna. In primo luogo, la capacità di distacco in quanto tale, così come anche l'individualità in quanto tale, non è una realizzazione specifica della modernità. Così come con la costituzione di una "seconda natura", si trova stabilita, in modo generale, una relazione dell'uomo individuale con la forma sociale e, insieme a questa, con l'esistenza dell'individualità, anche l'umanizzazione stabilisce in generale una relazione di distacco tra i membri della società. Senza capacità di distacco non si dà cultura; nemmeno all'età della pietra. La presunzione di una pura e semplice "mancanza di distacco" di ogni e qualsiasi società pre-moderna è, come la presunzione complementare della relativa "mancanza di individualità", pura ideologia borghese ed illuminista che vede tutta l'umanità anteriore al XVII secolo a vegetare nel crepuscolo indifferenziato dello "attaccamento alla natura", solo per poter giustificare in qualche modo la barbarie e la stupidità specifica della forma moderna del soggetto come se fosse un "progresso".
Tuttavia, come l'individualità, anche la capacità di distacco si ritrova in tutte le relazioni di feticcio sotto l'incantamento di una forma sociale compulsiva. Questo incantamento non è diminuito nella forma moderna del soggetto, ma si è potenziato in maniera insopportabile. Si tratta per la precisione di liberare tanto l'individualità quanto la capacità di distacco dalla forma del soggetto e, insieme a questa, dall'incantamento di qualsiasi forma di feticcio. Questo corrisponde decisamente al contrario dell'opzione per cui si vuole attribuire, proprio alla stessa forma del feticcio del soggetto, una capacità di distacco "salvifica" specifica, vista come realizzazione positiva.
Infatti, la capacità di distacco "aumenta", nella forma moderna del soggetto assoggettata alla logica del valore e della dissociazione, solo in un senso puramente negativo, principalmente per dare luogo alla relazione astratta fra soggetto ed oggetto che mette in atto la pulsione di morte del soggetto del valore. Questo può essere dimostrato per mezzo dei simboli contemporanei popolari del "male". Le peggiori, e più orribili, caratteristiche del soggetto del valore e della dissociazione si riflettono assai spesso - fin dalla comparsa dell'industria culturale capitalista, nel XX secolo - in forma mascherata e involontaria nell'immaginazione della cultura "pop". Specialmente i mostri ed i megacriminali super-umani, sempre creati e ricreati, gettano una determinata luce sullo stesso soggetto borghese, considerato come "buono", e lo fanno in particolare rispetto ala suo presunto "potenziale".
Riguardo al famigerato "potenziale" della capacità di distacco specificamente moderna e borghese, ultimamente viene rappresentata dall'industria culturale in una maniera tanto impressionante quanto poco appetibile nella figura cannibalesca di Hannibal Lecter. In una recensione del nuovo adattamento cinematografico di questa materia, si legge a tal proposito: "Si scopre che quello che inquieta nella figura dello psichiatra assassino non risiede esattamente nel suo carattere implacabilmente malvagio, ma piuttosto nella sua ambivalenza, nelle due anime che coabitano nel medesimo petto in modo incredibilmente armonioso, e che trovano la loro espressione in entrambe le parti del nome Hannibal Lecter: il lato hannibalistico e animale, rude, impulsivo e distruttivo che, come un gemello siamese, si accompagna sempre ad una ragione che appare molto kantiana (!) - una ragione addomesticatrice che si eleva sopra tutto quello che è sensibile ed impulsivo e che analizza la ferocia che sta al suo fianco in maniera fredda ed esente da emozioni. Lectorizza. Gli omicidi feroci di Hannibal, il cannibale, quindi, giustamente, non possono essere classificati come i crimini efferati di uno psicopatico impunibile, ma si manifestano all'osservatore inorridito come azioni coscienti e perfettamente controllate che in ogni momento sono subordinate alla lettura minuziosa dell'intellettuale Lecter..." (Alexandra Stäheli, ‘Red Dragon’ oder Hannibal zum Hors-de’oeuvre). Non poteva essere descritta meglio la logica e la relazione con il mondo del soggetto del valore e della dissociazione. E' così che oggi si "ama", è così che si costruiscono case, è così che si viaggia e si fa colazione, è così che si fa riferimento alla storia. Tuttavia, il lato "cannibalesco" descritto come "impulsivo", forse non costituisce la base naturale che viene "razionalmente lectorizzata" dalla forma priva di contenuti, ma bensì è il lato sensibile ed impulsivo in uno stato di "lectorizzazione"; e questo è abbastanza orrorifico. La forma vuota ed autosufficiente dell'astrazione del valore e della logica della dissociazione è e rimane assolutamente trascendente a fronte di ogni e qualsiasi contenuto sensibile e sociale, ed anche in relazione al sentimento più intimo e alla sessualità.
La "capacità di distacco" qui si trasforma in un abisso incolmabile. Si tratta, da una parte, di quel distacco che Procuste assume di fronte ai suoi simili umano e, dall'altra parte, del distacco in rapporto a tutto il mondo e alla totalità delle cose di cui soffre Tantalo. In ultima analisi, il soggetto del valore, retto dalla logica maschile della dissociazione, si dimostra del tutto incapace di qualsiasi relazionamento. Il carattere assoluto del distanziamento, tuttavia, dà luogo ad una mancanza di distacco altrettanto assoluta, in un groviglio di radici autistiche, che rendono l'oggetto dell'affetto, diventato impossibile, pronto per finire letteralmente in padella. L'impossibilità di far valere l'oggetto o la persona, in quanto altro e con qualità proprie, porta all'incorporazione immediata come ultima ratio. Alla fine, la relazione da sempre fallita viene liquidata facendola passare per la via più naturale. E' in questo che consiste la vera dialettica del soggetto del valore. E, nella misura in cui il proprio Io è sensibile ed impulsivo, può essere dominato solamente in una forma auto-cannibalistica. La pulsione di morte capitalistica può essere descritta anche come il processo di un auto-cannibalismo progressivo.
Questa logica può essere benissimo accompagnata da dimostrazioni di una sensibilità culturale borghese. All'inizio di "Red Dragon", troviamo Hannibal Lecter ad un concerto di musica classica, dove la sua sua raffinata sensibilità culturale gli permette di distinguere la stecca che scappa ad un violinista troppo mediocre. La disapprovazione del conoscitore fa sì che questo non tardi ad associare il lato sgradevole dell'intervallo con quello che è utile per il benessere corporale. E' un peccato che quel musicista sia troppo ben nutrito. Così, Hannibal si rivela doppiamente conoscitore. Si potrebbe trovare una metafora migliore per la relazione moderna fra l'intelletto ed il denaro, per il punto di vista della borghesia colta, per tutta l'estetica illuminista del tempo libero e per tutto il mecenatismo capitalista?
Credo che Hannibal Lecter, come immagine del soggetto del valore, costituisca un simbolo degli estremi che non possono essere uguagliati dalla realtà. Ma non è questo quello che succede: gli Hannibal Lecter tuttavia esistono realmente e fisicamente. Nel dicembre del 2002, il pubblico tedesco venne sorpreso dal caso del "cannibale di Rotenburg". I dettagli, in linea di principio, non sono meno appetitosi della rimanente realtà capitalista: "Ci sono stati giorni in cui il gentile Armin M. si prendeva cura del rottweiler e dei pony dei vicini. Giorni che beveva un caffè, che beveva la sua birra nella taverna, che serviva al tavolo durante la festa di famiglia di un collega. E oggi, un giorno in cui ha squartato un essere umano e ha mangiato la sua carne. Armin M., dice oggi il psicologo della polizia, è psichicamente sano (!)... Quello che è accaduto durante la primavera dello scorso anno nel seminterrato di un edificio storico a Rotenburg lascia attoniti gli investigatori della polizia. E distoglie lo sguardo dai più oscuri recessi di Internet, dove innumerevoli concittadini apparentemente normalissimi condividono le loro perversioni sotto forme sempre più grossolane. Fino a quando il gioco si fa serio. Fino a quando viene superato l'ultimo limite... Il 9 di marzo del 2001, lo specialista in microprocessori Jürgen B., di 43 anni, era pronto a fare un tale passo, aveva venduto la sua automobile, aveva redatto un testamento, aveva preso un giorno di ferie (!)... Molti indizi fanno credere che il poco appariscente ed organizzato Jürgen B., equipaggiato del solo suo cellulare e con qualche migliaio di marchi tedeschi, si sia recato direttamente... a Rotenburg per visitare una persona che aveva conosciuto in rete... Nella sua casa isolata, a Rotenburg, era già da molto tempo che Armin M. aveva preparato tutto. Dopo la morte di sua madre, quattro anni prima, si era fatto costruire due stanze nel seminterrato. Una di queste stanze divenne il luogo della mattanza. Lì, Armin M., che nei giorni lavorativi normali forniva assistenza per i computer di una banca, mise l'ingegnere di Berlino davanti ad una videocamera. Jürgen B. si spogliò, poi lasciò che Armin M. gli tagliasse il pene. La ferita venne cauterizzata professionalmente. In seguito, l'anfitrione cercò di mangiare il pene insieme alla sua vittima. Davanti alla videocamera, l'ex-soldato poi uccise a pugnalate, colpendolo al collo, il suo visitatore, quindi appese il cadavere per i piedi e lo smembrò. Poi, Armin M. mise nel congelatore la carne che era stata suddivisa in porzioni individuali." (Conny Neumann, Sven Röbel, Wilfried Voigt, "Ich will dich schlachten", in: Der Spiegel 51/2002).
E non manca nemmeno un cliché dell'uomo e del soggetto deformato della dissociazione borghese: esperto di computer, volontario e conformista (per compiere il bad trip verso la morte, la vittima prende le ferie, affinché tutto sia conforme, si trova di fatto "psichicamente solo" secondo gli standard capitalisti, cosa che nessuno può attestare con maggior competenza dello psicologo della polizia, ha una casa storica traboccante buon gusto, probabilmente un eldorado per gli architetti di interni), è un ex-soldato (sergente) e, in termini familiari, è profondamente segnato dalla normalità: "Il padre era nella polizia, il fratello era andato via di casa e diventò lui il capo-famiglia. Armin M. rimase con la madre e si prese cura di lei fino alla sua morte" (ibid.).
Almeno per quel che riguarda le fantasie, non si tratta in alcun modo di un'eccezione assoluta. Nella normalità post-moderna manca poco perché simili figure siano un fenomeno di massa, avendo già stabilito una sorta di moda: "Quel che è certo è che M. dopo aver ucciso il berlinese di 43 anni, andò a cercare altre vittime. Rispose a vari forum di cannibali sulla rete (!), per esempio, in agosto, al messaggio di Michael 'dalla Germania' che offriva il suo corpo: '24 anni, un metro e 85, 75 chili. Sei interessato?' 'Franky' era interessato. 'Voglio ucciderti e mangiare la tua buona carne!' E a settembre scriveva ad Hänsel che era in cerca di un 'macellaio radicale': 'Voglio ucciderti secondo ogni regola d'arte, voglio squartarti e mangiarti tutto insieme ad altri amici cannibali. Il tuo macellaio di prima qualità'. Il 7 settembre del 2001, un certo Bernd conosciuto come ‘darmopfer@gmx.de’ gli fece sapere che desiderava essere mangiato vivo... Le molte migliaia di offerte nei recessi di Internet non hanno limiti. Neppure quando si tratta di torturare e di mangiare esseri umani, specialmente se sono giovani e magri... Ma è diventato di moda anche che gli amanti delle torture sanguinolente e perverse cerchino club di amanti inoffensivi dove si nascondono dietro le etichette di innocui. Così presunti cannibali andranno a conversare sotto la categoria di 'Aldi Fanclub' (N.d.T.: Aldi è una catena di discount tedesca, principale concorrente di Lidl)... Per circa due anni, una piattaforma particolarmente selvaggia è stata il campione dichiarato di simili rappresentazioni. Lì era possibile trovare il particolare video di una coppia che andava nuda a squartare un cadavere, divertendosi in particolar modo con i suoi genitali. Oppure filmati di incidenti con riprese di vittime con arti recisi - filmati provenienti apparentemente dagli archivi della polizia. Nel frattempo, però, ormai non è più all'altezza della sua cattiva fama. Ormai è qualcosa per zoticoni, dicono i più duri... Cosa spinge gli essere umani verso simili fantasie, che cosa spinge alcuni a passare alle vie di fatto? Psicologi e criminologi cercano di spiegare, nel caso di Armin M., qualcosa che non ha spiegazioni... E il caso avrà i suoi fan... 'Non sono poche le persone, in Germania', dice il criminologo di Wiesbaden, Rudolf Egg, 'che pagherebbero molto denaro per vedere i video che la polizia sequestra'..." (ibid.)
E una cosa in tutto somigliante a quello che avviene con gli autori di attentati suicidi e con gli autori di uccisioni indiscriminate: per ciascuno che passa all'azione, corrispondono milioni che giocano, nella loro immaginazione, con una tale idea o che per lo meno vogliono divertirsi con le immagini dell'horror. A ben vedere, il cannibalismo e l'auto-cannibalismo rappresentano solo delle varianti delle uccisioni indiscriminate, in preda a furia omicida. Qui pontifica la stessa logica di distruzione e di auto-distruzione simultanee. Ed è certamente lo stadio finale delle associazioni dopo-lavorative quello che celebrano gli "amici cannibali" quando si incontrano per la mattanza come chi va ad eseguire musica da camere o a giocare con i trenini nel seminterrato dedicato ai passatempi. L'uomo che mangia insieme al suo macellaio il proprio pene tagliato come se fosse l'ultimo pasto del condannato simbolizza solo l'Uomo ad alto rendimento della nuova economia che si sacrifica sull'altare dell'economia industriale e a cui questo atto conferisce il massimo valore.
Il soggetto-oggetto moderno raggiunge qui la sua manifestazione ultima, ancora pensabile, che completa il suo auto-smontaggio in una forma terribile. Si tratta della misura estrema di distacco in relazione al mondo, il cui rovescio consiste in un distacco ugualmente estremo in rapporto a sé stesso. In forme differenti, rispettivamente, anche un Adolf Eichmann o l'autore dell'attentato di Oklahoma City, Timothy McVeigh, rappresentano la "capacità di distacco" costituita dalla relazione di valore e di dissociazione. Gli è da tempo che il simbolo ha preso vita, e l'horror che si annida nel fondo del soggetto competitivo si manifesta ogni volta sempre più immediatamente alla superficie degli individui nel contesto di crisi mondiale del sistema produttore di merci. La dissoluzione dell'Io che si spezza sotto il peso della forma del soggetto nell'economicismo reale della forma vuota appare come il mostro, come Alien che incombe da dentro qualsiasi borghese. Quello che interessa è mantenere la compostezza e non macchiare la tovaglia! Sia per quanto riguarda la capacità di distacco del soggetto del valore, sia per quanto riguarda il "potenziale emancipatorio".
- Robert Kurz -
- 8 – continua … -
fonte: EXIT!
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