mercoledì 23 aprile 2014

Deflazione

deflation-6-5

Deflazione ed inflazione
di Robert Kurz

Anche se di recente, l'inflazione sembrava essere fuori controllo, ora questo fantasma è stato esorcizzato, nonostante il tasso del 2,6% (in Germania), per il 2008, sia stato il più alto degli ultimi 14 anni. Adesso, al contrario, la minaccia è la deflazione, la crollo dei prezzi a causa di una diminuzione delle vendite. Le paure per l'inflazione e quelle per la deflazione si susseguono ad un ritmo sempre più veloce, ad intervalli sempre più brevi. L'aumento o la diminuzione dei prezzi è semplicemente un segnale esterno. Un movimento dei prezzi in entrambe le direzioni, è causato anche dall'oscillazione abituale nel rapporto fra offerta e domanda. Le modalità dell'inflazione della deflazione si differenziano secondo due aspetti. Da una parte, non si tratta di una variazione di prezzi, nel corso di un periodo di tempo, in uno o più settori dati, bensì di una variazione globale simultanea. Da un'altra parte, la dimensione delle oscillazioni, verso l'alto o verso il basso, vanno anche oltre un mero cambiamento della situazione del mercato.
In effetti, l'inflazione e la deflazione sono solamente manifestazioni distinte di una svalorizzazione del capitale totale, o delle sue diverse fasi. In questo modo, dall'inizio della terza rivoluzione industriale (la microelettronica) la forza lavoro, in quanto parte integrante del capitale, si è svalorizzata in tutto il mondo, portando ad una deflazione graduale dei salari reali. Tale situazione può verificarsi solo come vantaggio per la valorizzazione del capitale a partire da un punto di vista imprenditoriale medio. Per l'insieme del sistema, tuttavia, la caduta dei salari è fatale, in quanto elimina il potere di acquisto. Parallelamente, la simulazione del potere di acquisto per mezzo delle bolle finanziarie ha portato, da un altro lato, ad un'inflazione dei titoli di credito, senza più alcuna copertura reale. L'unica conseguenza non poteva essere altro che uno shock deflazionistico che portasse alla svalutazione di questo capitale monetario fittizio, in cui sono stati bruciati miglia di milioni di dollari e di euro. Con il sempre crescente aumento della produttività, la deflazione dei salari e delle rendite di proprietà ci hanno mostrato l'esistenza di un enorme eccesso di produzione mondiale di beni, di cui prima c'erano solo indizi. Il risultato è stato la rapida svalutazione del capitale reale, del capitale produttivo (ripartizione dei macchinari, chiusura delle fabbriche), del capitale-merce (deprezzamento e distruzione dei prodotti non vendibili). Riduzione drastica, sconti rischiosi e crediti gratuiti ai clienti per mezzo della deflazione dei prezzi della merce (per esempio, nell'industria automobilistica) sono solo tentativi temporanei di rimandare questo tipo di svalutazione.
Ora che gli Stati si stanno muovendo direttamente, stampando cartamoneta per assorbire il disastro della deflazione, si prepara una nuova grande esplosione inflattiva, che andrà a svalorizzare radicalmente il denaro in generale, in quanto "mezzo per vivere" capitalista universale. La causa profonda di questo è che la terza rivoluzione industriale ha svalorizzato, in una misura che non ha precedenti, la "sostanza lavoro" in tutte le fasi del "valore". Pertanto, il capitale mondiale marcia verso una situazione in cui inflazione e deflazione non smetteranno di darsi il cambio, se non quando tutte le forme di valore si svalorizzeranno ugualmente e simultaneamente: forza lavoro, capitale industriale, capitale-merce, capitale di credito e denaro, come mezzo generale.
L'umanità affronta la questione se rinunciare a vivere volontariamente, a causa della mancanza di possibilità di valorizzazione, oppure se mettere fine al "modo di produzione basato sul valore" (Marx).

- Robert Kurz - Pubblicato su Neues Deutschland, il 02/01/2009 -

Nessun commento: