venerdì 4 aprile 2014

Zone grigie

armata

Sempre nel suo libro su Goya, Todorov sottolinea come nella poetica del pittore spagnolo, un punto decisivo sia quello che attiene alla mescolanza delle posizioni, fra vittime e carnefici. Il contesto è sempre quello dell'invasione napoleonica della Spagna, dove la brutalità dei soldati francesi si mischia alla crudeltà degli spagnoli, a partire dal loro desiderio di vendetta, in un amalgama perverso - la cosiddetta "zona grigia", per dirla con l'Agamben di "Quel che resta di Auschwitz" - che poi Goya cattura nei suoi disegni de "i disastri della guerra".
Ma sarà la Francia, più di cento anni dopo, ad essere occupata, e cambia lo scenario. Ma la "zona grigia" riemerge. E questa volta non è più doppia, come ai tempi di Goya, ma tripla: nazisti, resistenti e collaborazionisti. "L'Armée des ombres" ("L'esercito delle ombre", curiosamente tradotto in italiano come "L'armata degli eroi") di Jean-Pierre Melville, del 1969, - un film sulla resistenza francese che porta la "zona grigia" anche dentro il proprio titolo - mostra il preciso momento in cui la resistenza diventa corpo sociale maggioritario: si fa Stato.
Scrivendo a proposito dell'origine dello Stato, anche Coetzee - in "Diario di un anno difficile" - fa riferimento ad un film - "I sette samurai", di Kurosawa - che "tratta della nascita dello Stato, e lo fa con chiarezza e respiro shakespeariano". E' la teoria di Kurosawa sull'origine dello Stato: samurai che salvano un villaggio dal ricorrente e sistematico abuso e sfruttamento da parte di un gruppo di banditi. Un modello di governance che muore, e lascia il posto ad un altro modello. "Si possono citare esempi di nascita, o di rinascita, dello Stato, anche in Europa" - continua Coetzee. "Nel vuoto di potere lasciato dalla sconfitta degli eserciti del Terzo Reich nel 1944-45, c'erano bande armate rivali che combattevano per farsi carico delle nazioni appena liberate." E conclude:
"Può essere che qualcuno, nel 1944, abbia detto al popolo francese: « Pensate, la ritirata dei nostri dominatori tedeschi significa che per un breve momento non siamo governati da nessuno. Vogliamo porre fine a questo momento, o vogliamo invece perpetuarlo - diventare i primi dei tempi moderni a sbarazzarsi dello Stato? Andiamo, noi, in quanto popolo francese, usiamo la nostra nuova ed improvvisa libertà per dibattere la questione, senza limitazioni.» Forse, qualche poeta ha detto queste parole: ma, se lo avesse fatto, la suo voce deve essere stato subito messa a tacere da una delle bande armate, che in questo caso, ed in ogni altro caso, hanno più cose in comune l'una con l'altra, piuttosto che con il popolo."
C'è un'eco ‘adorniano’ in questa voce del poeta zittita dalle bande armate, un'espressione che non può fare a meno di evocare proprio l'esercito delle ombre di Melville e la resistenza, quelle bande armate rivali che, a loro volta, evocano quella zona grigia che fin da Goya ci perseguita e che, con Coetzee, ci insinua che possano avere più cose in comune di quante ne abbiano con le persone.

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