"Aquí Radio Moscú", così Luis Cechini, ex-presidente della "Federación de Ferroviarios de Argentina", aprì le trasmissioni in spagnolo della famosa emittente sovietica. Era il 1°agosto del 1932 e l'emissione mancava della potenza sufficiente per poter arrivare fino in America Latina; solo pochi l'ascoltarono, in Spagna. Di lì a pochi anni, invece, durante la Repubblica, l'avrebbero ascoltata in molti, ed alcuni dei suoi commenti sarebbero stati riportati sui giornali spagnoli, e la redazione della radio avrebbe ricevuto centinaia di lettere dalla Spagna. Anche nel corso della guerra civile spagnola, e durante la lotta contro il franchismo, il suo ruolo sarebbe stato assolutamente importante. Dopo la caduta della Repubblica, si sarebbero uniti alla radio sovietica professionisti come il giornalista Eusebio Cimorra, meglio conosciuto in Spagna col nome di Jorge Olivar per i suoi programmi radiofonici ("Carta a Juan"; "Un comunista al micrófono"). Ma "Radio Mosca" non era solo politica ed ai suoi programmi prendevano parte anche alcuni dei grandi compositori dell'epoca come Shostakovich o Prokófiev. Nel corso delle sue emissioni in castigliano ed in catalano, si sentivano risuonare le voci dei bambini spagnoli che erano stati evacuati in Russia e che sarebbero diventati noti come "niños de la guerra", i quali speravano che qualcuna delle loro madri, o chiunque altro, riuscisse a sentirli, in quella Spagna che per loro era diventata più lontana della luna. Alcuni di loro (Pilar Villasante, Margarita Peláez e Vicente Arana), anni dopo, avrebbero contribuito, con il loro talento alle trasmissioni dell'emittente.
Durante la II guerra mondiale, Radio Mosca era già una delle emittenti più potenti del mondo ed arrivava ad essere ascoltata perfino nei campi di sterminio nazista per mezzo di rudimentali apparati che i prigionieri riuscivano ingegnosamente a mettere insieme con gli scarsi mezzi a loro disposizione. In Spagna ed in Sudamerica, ascoltare la stazione sovietica significava conoscere di prima mano le notizie dai paesi lontani in cui le truppe sovietiche fronteggiavano la Germania nazista, avanzando poi, da Mosca, fino al Volga, fino a Berlino. Il 9 maggio del 1945 venne trasmessa, in diretta, la salva di artiglieria che annunciava la sconfitta del nazismo e la fine di quella guerra. Ma anche l'inizio di un'altra guerra molto diversa: la guerra fredda, nella quale l'emittente giocò un ruolo di primo piano. Fu durante la crisi di Cuba, quando il dispiegamento di missili sovietici nell'isola caraibica portò il mondo sull'orlo del disastro, che Radio Mosca annunciò le decisione del Cremlino a negoziare.
Molti lavoratori della Radio vennero inviati sulla cosiddetta "isla de la libertad", e non solo come traduttori e interpreti. Alcuni contribuirono a fondare l'agenzia cubana "Prensa Latina", altri come Francisco Ciutat, parteciparono all'organizzazione ed al consolidamento delle Forze Armate Rivoluzionarie. Conosciuto a Cuba col nome di Angelito, fu, secondo Carlos Franqui, "il vero organizzatore, teorico e pratico, di quella che sarebbe stata, negli anni seguenti, la formidabile macchina da guerra di Fidel". Lì, sull'"isola della libertà", in un paese di lingua spagnola, venne aperta la prima succursale della radio sovietica, e Cuba divenne la tappa obbligatoria nella carriera degli "ispanisti" sovietici.
Dieci anni più tardi sarà il Cile a dare il suo contributo a Radio Mosca, con il leggendario programma "Escucha Chile" e con le trasmissioni di Radio Magallanes. "Radio Mosca ha salvato vite umane." - ha detto lo scrittore e giornalista cileno Eduardo Labarca, una delle voci che veniva trasmessa durante la dittatura di Pinochet, spiegando che, quando qualcuno veniva sequestrato in Cile, i familiari e gli amici cercavano disperatamente di comunicare la notizia, per telefono, ad un esiliato in qualche paese, di modo che potesse fare da ponte con Radio Mosca. "A volte riuscivamo ad informare nel corso della stessa giornata, la notizia si spargeva per il Cile e per il mondo, e si metteva in moto la macchina della solidarietà, di modo che la dittatura non potesse agire impunemente."
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