“Uno dei fenomeni più rilevanti del periodo, è la scoperta della 'Patria' in Unione Sovietica, avvenuta qualche tempo dopo il trionfo del nazionalsocialismo in Germania, ed è stato il risultato di un grave errore di calcolo da parte di Stalin. Egli, in un primo momento, sperava di addivenire ad un accordo con Hitler, come aveva già fatto con Mussolini, nonostante le differenze ideologiche verbali, e sulla base di quella che era la somiglianza dei metodi usati dai partiti del pugno di ferro. Da quando il Duce era stato ricevuto dall'ambasciatore sovietico a Roma, all'indomani del delitto Matteotti, e poi, più tardi, col pretesto della cortesia, le congratulazioni a Mussolini da parte di Rykov, dopo il suo soggiorno a Sorrento (dove Gorky aveva trascorso parte della sua vita), le relazioni fra l'URSS e l'Italia cominciarono a diventare sempre più intime e cordiali. Mussolini non nascondeva la sua discreta ammirazione per Lenin, e gli scambi reciproci fra i due regimi totalitari aumentavano, di pari passo col progredire delle loro relazioni economiche. Nel 1933, l'anno dell'avvento al potere di Hitler, a Maggio, venne concluso un patto commerciale italo-sovietico, seguito a Settembre da un patto di amicizia, non-aggressione e neutralità. Uno squadrone marittimo della flotta sovietica rimase ancorata, ad Ottobre, nel porto di Napoli, e l'anno successivo una delegazione militare italiana venne accolta a Mosca. La Russia effettuò anche un acquisto di navi da guerra in Italia. Telegrammi cordiali da parte di Litvinov, testimoniano ai posteri tale mutua comprensione... Mussolini era lusingato dall'aver stabilito un modello di intesa con i bolscevichi, sopprimendo il comunismo in casa mentre negoziava vantaggiosamente con il cosiddetto stato sovietico. Allo stesso modo, pertanto, Stalin pensava di poter concludere un simile patto con Hitler, sulle rovine del movimento comunista tedesco. Il rinnovo del Trattato di Rapallo lo aveva rafforzato in questa speranza, così come i nuovi crediti concessi dall'industria tedesca all'Unione Sovietica. Ma la canzone cambiò quando il terzo Reich assunse un atteggiamento di ostilità verso il bolscevismo dello stato russo e verso l'esportazione del comunismo. L'intuizione di Hitler, alla fine, prevalse sulla tesi contraria: quella di un punto di vista, condiviso sia dal 'Reichswehr' che dai circoli diplomatici, che opponeva al 'Drang nach Oesten' l'idea bismarckiana di un'alleanza on la Russia. Invano, Stalin incaricò il caucasico David Kandelaki, nominato inviato commerciale a Berlino, di moltiplicare le sue offerte. Il Führer fece orecchio da mercante e perseverò nel suo attacco alla Russia e all'Internazionale Comunista. Alla fine, Stalin, deluso, non ebbe altra scelta che quella di rivolgersi alla Francia e all'Inghilterra, e alla Lega delle Nazioni, per giocare una partita diversa, e risvegliare nel popolo sovietico la coscienza del dovere patriottico e del pericolo fascista.”
“Mussolini era stato preso da un così vivo interesse per questa contro-rivoluzione così unica, da dedicarle i commenti che scriveva di suo pugno sul 'Popolo d'Italia'. Dopo la sensazionale esecuzione dei generali, fatta da Stalin, in un suo articolo intitolato 'Crepuscolo' (13 giugno 1937) criticò severamente il regime di Stalin dove "il massacro è all'ordine del giorno e della notte". Ma un mese più tardi, su "Critica Fascista" (15 luglio), in uno studio sul Fascismo di Stalin, considerava che le riforme fasciste di quest'ultimo erano la prova della naturale forza di espansione, e dell'universalità, dell'ideale delle Camicie Nere. E, durante il Processo dei Ventuno, lo stesso Mussolini si chiedeva (Popolo d'Italia del 5 marzo 1938) se "in previsione del crollo del sistema di Lenin, Stalin non fosse diventato segretamente un fascista", e rispondeva che in ogni caso "Stalin sta rendendo un notevole servizio al fascismo, falciando i suoi nemici, dopo averli ridotti all'impotenza". Così facendo, infatti, Stalin falciava non solo i suoi nemici, dichiarati o segreti, presunti o reali, ma anche i suoi "amici", le sue creature, i suoi complici. Nelle sue due ultime esibizioni pseudo-giudiziarie, egli aveva falciato non solo la vecchia guardia del partito ed il fior fiore della gioventù comunista, ma, insieme allo stato maggiore dell'Armata Rossa, tutti i capi del governo sovietico e delle amministrazioni nazionali e locali.”
da: "Stalin" di Boris Souvarine (estratti dal post-scriptum “La contro-rivoluzione”)
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