Si conserva, in Argentina, una certa tradizione di scrivere seduti al tavolino del bar. Così, nelle caffetterie di Plaza Dorrego, a Buenos Aires, capitava spesso che si incontrassero Osvaldo Soriano e Jorge De Paola. Uno di fronte all'altro, stavano seduti allo stesso tavolino, ciascuno lavorando sui propri scritti, ignorandosi. Tranne una volta, quando Soriano si trovava sul punto di scrivere il finale di "Triste, Solitario y Final". Era rimasto bloccato, non sapeva come chiudere la storia. Jorge afferrò il manoscritto, lo lesse e decretò: "Il romanzo è finito, e non te ne sei accorto." Soriano lo guardò, mentre gli occhi si riempivano di stupore, come se gli avesse parlato un cane. "Hai scritto un capitolo e mezzo di troppo!" - precisò De Paola. Solo così Osvaldo Soriano riuscì a pubblicare il suo primo romanzo da bar.
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