Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
mercoledì 1 agosto 2007
Deserti ...
Mi ero disposto per bene, sul divano. Pistacchi e tequila! Pronto a godermi gli sviluppi che l'intricata trama di "Jericho" mi avrebbe riservato. E invece no, niente. La seconda settimana senza.
La morte del quasi-novanticinquenne (si è spento serenamente all'età di novantacinque anni.... E, cazzo, s'aveva anche a lamentare!) Michelangelo Antonioni ha suscitato alla direzione di rai due l'esigenza insopprimibile di riservargli un omaggio. E così mi ritrovo a guardare "Zabriskie Point", dopo non ricordo quanti anni dall'ultima volta che l'ho visto. Lo guardo, prestandovi maggior attenzione, mentre lo filtro con le "conoscenze" acqusite solo molto tempo dopo la mia prima visione del film. Guardo il protagonista, rimasto giovane. Per sempre. Morirà in carcere, qualche anno dopo il film. Rimarrà ucciso, strozzato da una di quelle macchine da palestra, per il sollevamento pesi fatto da sdraiati, in condizioni misteriose. Era in carcere in seguito ad una rapina, allo scopo di finanziare un'organizzazione di estrema sinistra.
Guardo il protagonista, Mark Frechette, e lo vedo somigliante a mio figlio. Ma forse è solo la somiglianza...a certi sogni.
Il film, dicevo, il film visto con occhi nuovi seppure invecchiati. Mi soffermo a leggere sui titoli di testa, e mi accorgo che la sceneggiatura è firmata per metà da americani e per metà da italiani. Fra gli americani, Sam Shepard. Non lo sapevo allora. Ma anche se l'avessi letto, a quei tempi, non sapevo una sega di chi fosse Sam Shepard!
La scena iniziale, mi afferra per le palle e mi trascina nel passato. Quello vero, non certo quello che la memoria riesce a lenire, con la sua misericordia, quarant'anni dopo! Ed è un bene.
Certo non c'erano divisioni fra bianchi e negri, in Italia, anche perchè, sicuramente, non c'erano "bianchi e negri" in Italia! Ma c'erano sicuramente la noia e i discorsi idioti. E l'accusa di individualismo, e pure borghese!
Fu uno dei miei primi impatti, con l'università e il movimento, ovviamente attraverso gli occhi di una ragazza. Tutto secondo copione. Accadde all'opera universitaria, in piazza san Marco, dove le matricole erano state convocate per comunicare loro che non avrebbero avuto diritto al pre-salario (cinquecentomila lire l'anno!). Fu lì che mi incazzai per la prima volta, a Firenze. E una ragazza, piccola dolce e molto carina, mi venne a dire che non serviva a niente. Che bisognava organizzarsi, ecc. ecc.. L''individualismo borghese, e tutto il resto. Era di "servire il popolo", credo. Ricordo che mandai una lettera individuale, all'opera universitaria, in cui li invitavo a ricontrollare la mia situazione. Diversamente - minacciavo - avrebbero avuto mie notizie attraverso la "procura della repubblica". La tattica mi era stata suggerita dal "barone situazionista napoletano", di cui ho parlato un'altra volta. Poco tempo dopo mi arrivò una lettera di scuse, da Staderini, il presidente dell'opera universitaria (curioso come ci si riesca a ricordare, a tanti anni di distanza, dei nomi...insignificanti). Ebbi il presalario! E Staderini, finché il presalario non venne pagato, ogni notte venne tempestato da decine di telefonate che gli rammentavano quanta fame avevano gli ospiti della "Casa dello studente". Indivualisti, forse borghesi anche se non credo, sicuramente organizzati a modo nostro, come sono sempre stato (mi si perdoni l'anacoluto).
La ragazza la rividi solo un paio di volte. Poi più!
Forse perché mancava una colonna sonora come la "Tennessee Waltz" del film... Forse!
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