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martedì 28 agosto 2007
La Nostra Canzone
E' il decimo disco di Joe Henry, "Civilians", e dopo il mezzo passo falso di "Tiny Voices" ha il merito di riportare il cantautore americano al suo meglio. Una collezione di storie che colpiscono al cuore, allo stomaco a volte.
"Le canzoni hanno la giusta percentuale di fumo, il numero giusto di specchi e quel tipo giusto di chiarezza. E credo che mai, in tutti gli altri dischi che ho fatto, io abbia sentito le cose in questo modo."
Joe Henry, a 46 anni, è cresciuto dell'altro. Ha vito un "Grammy" per aver prodotto "Don't Give up on Me" di Solomon Burke ed ha prodotto gli ultimi dischi di Ani DiFranco, Elvis Costello e Allen Touissant. Il disco che aspetto di più, quello di Mary Gauthier (pronuncia Go-Shy) che uscirà il 18 settembre, è anch'esso prodotto da Joe Henry. Ha anche lavorato con Loudon Wainwright III e con Ramblin' Jack Elliott e John Doe alla colonna sonora di "I'm Not There", un film di Todd Haynes su Bob Dylan.
Tutte queste diverse influenze hanno cospirato a creare "Civilians". Le chitarre di Bill Frisell, il mandolino di Greg Leisz, il piano di Van Dyke Parks e i cori di Loudon Wainwright III e Chris Hickey alzano il valore del disco fino a farlo diventare inestimabile.
"Pray for you, pray for me.
Sing it like a song.
Life is short
But by the grace of God
The Night is Long"
Ripete ossessivamente il ritornello della "title track", una marcia, nera come la notte, che sembra uscita dalla penna del miglior Tom Waits. Avvolgente e trascinante come quella Katrina a cui sembra voler pagare il suo tributo. Una notte di New Orleans, spettrale e mortale.
Quindi "Civil War", dolce e cullante, pianistica. La voce si muove su territori personali.
"I don't know you to wear a hat
But I came home late, and there it sat
You rose to show what hats are for
We're living through a civil war."
Poi, "Time is a Lion", dove decisamente il blues la fa da padrone con il suo ripetere che "Time is lion, and you are a lamb". Willie Mays, il protagonista di "Our song" è un icona del baseball americano. Per Joe Henry questa canzone è il capolavoro dell'album. "Non è un caso che la canzone si trovi proprio a metà del disco" - ha detto - "E' il mozzo della ruota. Una volta che l'ho scritta, ha influenzato il modo in cui ascoltavo qualsiasi altra cosa".
E tutte le altre cose sono pietre preziose, dalla dylaniana "You can't fail me now" al rock di "Scare me to the death", dalla delicata "Wave" ricamata su un merletto di chitarra e mandolino. Dalle musicalmente colte "Love is enough" e "I will write my book" - dove il piano di Van Dyke Parks la fa da padrone -, quasi classiche nel loro incedere quasi jazz, a "Shut me up" dove gli echi di Dylan e Robertson sono piacevolmente evidenti. "God only knows" chiude alla grande un disco che si continuerebbe a riascoltare ancora, e ancora.
La nostra canzone
di Joe Henry
Ho visto Willie Mays a Scottdale, ad un "Home Depot"* alla fine della 14th strada, che cercava una porta da garage da comprare.
Sua moglie dietro di lui, era tranquilla ed entrambi fieri del fatto che avessi lasciato loro spazio, ma ero abbastanza vicino da sentirlo dire che
Questo era il mio paese, questa era la mia canzone, ad un certo punto qualcosa ha cominciato ad andar male ed è finito peggio.
Questo era il mio paese, questa terra spaventosa e arrabbiata, ma è un mio diritto se il peggio di essa può in qualche modo fare di me un uomo migliore
Il sole è inesorabile e nessuno sceglierebbe di vivere in questa città ma abbiamo sperperato così tanto della nostra buona volontà che non c'è altro posto dove andare
Ci mettiamo in fila per i film con l'aria condizionata e per la possibilità di vederci ritratti più giovani e più coraggiosi ed umili e liberi
Questo era il nostro paese, questa era la nostra canzone, ad un certo punto qualcosa ha cominciato ad andar male ed è finito peggio.
Questo era il nostro paese, questa terra spaventosa e arrabbiata, ma è un mio diritto se il peggio di essa può in qualche modo fare di me un uomo migliore
Ho cominciato qualcosa che non posso finire ed è vero che lascio la casa, una benda sulle mie ferite e sui miei tagli, ma credo di aver avuto anche dei benefici
Da mia madre ho preso i suoi bei piedi e la fabbrica fa tutti i lavori di riparazione alla mia casa, i miei figli sono stati liberati sulla parola e abbiamo fatto pace
Mi sento al sicuro così lontano dal cielo dalle torri e dalla loro vista-oceano, da qui vedo il futuro che arriva e presto ci saranno anche spiagge
Ma quello era lui, ne sono quasi sicuro, il più grande lanciatore di tutti i tempi, fermato dal peso dei sogni infiniti, i suoi e i tuoi e i miei
Questo era il mio paese, questa era la mia canzone, ad un certo punto qualcosa ha cominciato ad andar male ed è finito peggio.
Questo era il mio paese, questa terra spaventosa e arrabbiata, ma è un mio diritto se il peggio di essa può in qualche modo fare di me un uomo migliore
Nota:
* Home Depot sono dei supermercati dove si compra il "fai-da-te"
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1 commento:
Our Song
by Joe Henry
"I saw Willie Mayes at a Scottsdale Home Depot looking at garage door springs at the far end of the 14th row His wife stood there beside him, she was quiet and they both were proud I gave him room but close enough that I heard him when he said out loud
This was my country, this was my song, somewhere in the middle there oh it started badly and it's ending wrong
This was my country, this frightful and this angry land, but it's my right if the worst of it might still somehow make me a better man
The sun is unforgiving and there's nobody would choose this town but we've squandered so much of our good will that there's nowhere else will have us now
We push in line at the picture show for cool air and a chance to see a vision of ourselves portrayed as younger and braver and humble and free
This was our country, this was our song, somewhere in the middle there oh it started badly and it's ending wrong
This was our country, this frightful and this angry land, but it's my right if the worst of it might still somehow make me a better man
I've started something I can't finish and I barely leave the house it's true, I keep a wrap on my sores and joints but I guess I've had my blessings too
I've got my mothers pretty feet and the factory keeps my house in shape, my children they've both been paroled and we get by on the peace we've made
I feel safe so far from heaven from towers and their ocean views, from here I see the future coming across what soon will be beaches too
But that was him, I'm almost sure, the greatest center fielder of all time, stooped by the burden of endless dreams, his and yours and mine
This was my country, this was my song, somewhere in the middle there oh it started badly and it's ending wrong
This was God's country, this frightful and this angry land, but if it's his will the worst of it might still somehow make me a better man
If it's his will the worst of it might still somehow make me a better man
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