Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
giovedì 23 agosto 2007
Kipple
Kipple. Non cercatela, questa parola, sui dizionari. Non esiste, perlomeno non ancora. L'ha inventata Dick, in uno dei suoi romanzi, e Ridley Scott è riuscito a metterla in scena nella versione "infedele" di quel libro trasposto sullo schermo. Blade Runner. Ed è il palazzo dove John Isidore, lo "speciale", vive circondato dalle sue "creature", ad essere diventato dominio del Kipple!
"Abitava da solo, in questo palazzo cieco e sempre più fatiscente, tra mille appartamenti disabitati. Un edificio che, come tutti quelli simili, cadeva, di giorno in giorno, in uno stato sempre maggiore di rovina entropica. Con il tempo tutto ciò che c'era nel palazzo si sarebbe fuso - una cosa nell'altra - avrebbe perso individualità, sarebbe diventato identico ad ogni altra cosa, un pasticcio di Kipple ammonticchiato dal pavimento al soffitto di ogni appartamento. E dopo di ciò lo stesso palazzo, senza che nessuno ne curasse la manutenzione, avrebbe raggiunto uno stato di equilibrio informe, sepolto dall'ubiquità della polvere."
(da - Ma gli androidi sognano pecore elettriche?)
Il Kipple, un neologismo che sembra comprendere tutto il mondo, così come diventa, come sta diventando, come è destinato a diventare - tutta la vita, tutte le vite di ciascuno - in un processo lento e inarrestabile. Nasce e si associa, il Kipple, in qualche modo, con lo spopolamento del pianeta. Uno spopolamento che si attua anche, e soprattutto, grazie al processo migratorio.
Un apparente paradosso, dove quelli che arrivano - come da altri mondi - vengono ... a lasciarci soli!
"Il Kipple è fatto di oggetti inutili, inservibili, come la pubblicità che arriva per posta, o le scatole di fiammiferi dopo che hai usato l'ultimo, o gli involucri delle caramelle o l'omeogiornale del giorno prima. Quando non c'è più nessuno a controllarlo, il Kipple si riproduce. Per esempio, quando si va a letto e si lascia un po' di Kipple a giro per l'appartamento, quando ci si alza il mattino dopo se ne ritrova il doppio. Cresce, continua a crescere, non smette mai."
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1 commento:
Speriamo di non fare la fine del Kipple... noi poveri autori di blog! COmplimenti, mi piace la tua analisi del romanzo di Dick. Anche se però, quello mi è piaciuto di più è la svastica sul SOle!
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