martedì 21 agosto 2007

Miniere



Miniere, miniere di carbone.
Quanto c'è, sulla terra, di più simile all'inferno.
Dallo Utah alla Cina.
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Lo sciopero dei minatori di carbone del Colorado cominciò nel settembre del 1913. Quando lo sciopero ebbe inizio, i minatori furono immediatamente sfrattati dalle baracche che occupavano nelle cittadine minerarie. Aiutati dall'Unione dei Lavoratori Minerari, piantarono tende sulle colline vicine e continuarono, da questi accampamenti, lo sciopero e il picchettaggio. I poliziotti privati assunti dagli uomini di Rockfeller, che si erano rivolti all'agenzia investigativa Baldwin-Felts, cominciarono ad organizzare incursioni negli accampamenti, sparando con mitragliatrici e fucili.
L'elenco dei minatori morti si allungava, ma gli scioeranti resistettero. Respinsero un treno blindato in uno scontro a fuoco, riuscirono a tenere lontani i crumiri, portati da fuori per far fallire lo sciopero.
Il governatore del Colorado convocò la Guardia Nazionale, i cui stipendi vennero coperti da Rockfeller.
Dapprima, i minatori pensarono che la Guardia fosse stata inviata per proteggerli e l'accolsero applaudendo e sventolando bandiere. Presto scoprirono che era venuta per reprimere lo sciopero. Nell'aprile del 1914 due compagnie della Guardia Nazionale vennero schierate sulle colline che sovrastavano la principale tendopoli degli scioperanti, quella di Ludlow. La mattina del 20 aprile cominciarono a sparare sulle tende con le mitragliatrici. I minatori risposero al fuoco. Vennero uccisi i capi dello sciopero. Lou Tikas, il capo degli scioperanti greci, il siciliano Pasquale Costa insieme alla moglie e ai due figli, Frank Rubino, William Snyred e il figlio, la signora Chavez e i suoi due figli, la signora Malsovich insieme ai suoi sette bambini. Le donne e i bambini scavarono fosse sotto le tende per cercare di ripararsi dai proiettili. Al tramonto, le guardie cominciarono a scendere dalle colline per appiccare il fuoco alle tende. La gente che cercava di fuggire veniva mitragliata, tredici persone furono falciate dalle raffiche. Il giorno successivo un guardiasigilli della compagnia dei telefoni, attraversando i resti fumanti della tendopoli, sollevò un lettino di ferro che copriva una buca all'interno di una delle tende: c'erano i cadaveri carbonizzati e contorti di undici bambini e due donne. L'episodio passò alla storia come il massacro di Ludlow.
La notizia si diffuse rapidamente. A Denver, l'Unione dei Lavoratori Minerari lanciò un "Appello alle armi".
"Raccogliete tutte le armi e le munizioni che potete". Trecento scioperanti armati si misero in marcia da altre tendopoli, diretti a Ludlow. Tagliarono i fili del telefono e del telegrafo, e si preparano a dare battaglia.
I ferrovieri si rifiutarono di trasportare i soldati dalla caserma di Trinidad a Ludlow.
A Colorado Springs, trecento minatori del sindacato abbandonarono i luoghi di lavoro e, armati di revolver, carabine e fucili da caccia, si diressero verso il distretto di Trinidad. Nella stessa Trinidad, i minatori, dopo aver partecipato al funerale dei morti di Ludlow, raggiunsero un edificio vicino dove erano state raccolte delle armi. Presero i fucili e salirono sulle colline, devastando le miniere e uccidendo le guardie che le sorvegliavano e facendo esplodere i pozzi. A Denver, ottantadue soldati di una compagnia che doveva raggiungere Trinidad si rifiutarono di partire.
La stampa riportò: "Gli uomini hanno dichiarato che non avrebbero preso parte ad una sparatoria contro donne e bambini. Hanno coperto di fischi e insulti i trecentocinquanta che sono partiti".
Nel mentre cinquemila persone manifestavano sotto la pioggia sul prato antistante il campidoglio di Denver, chiedendo che gli ufficiali della Guardia Nazionale presenti a Ludlow fossero processati per omicidio, e denunciando il governatore come complice del massacro.
Il sindacato dei sigarai di Denver approvò con una votazione l'invio di cinquecento uomini armati a Ludlow. Le donne del Sindacato dei lavoratori dell'abbigliamento annunciarono che quattrocento di loro si erano offerte volontarie, come infermiere, per aiutare gli scioperanti.
Due giorni dopo, mentre i minatori erano in armi sulle colline del distretto minerario, il New York Times scriveva - "Il presidente dovrebbe distogliere la sua attenzione dal Messico quanto basta per prendere misure forti nel Colorado".
Il governatore del Colorado chiese truppe federali per ristabilire l'ordine, e il presidente Woodrow Wilson lo accontentò! A quel punto, lo scioperò si esaurì. Sessantasei uomini, donne e bambini erano stati uccisi e nemmeno un membro della milizia o una guardia mineraria erano stati incriminati.
Il Times aveva alluso al Messico. La mattina in cui a Ludlow vennero scoperti i cadaveri nella buca scavata sotto la tenda, le navi da guerra americane stavano attaccando Vera Cruz. La bombardarono, la occuparono e uccisero cento messicani perché il loro paese aveva arrestato alcuni marinai americani e aveva rifiutato di sparare ventuno salve di cannone, in segno di scusa verso gli Stati Uniti.

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