sabato 11 agosto 2007

Morte per lavoro




Non mi è simpatico Francesco Caruso, non certo per le sue ultime dichiarazioni a proposito della qualifica di assassini attribuita a Treu e Biagi (chissà perché non ha menzionato D'antona?). Forse non mi è troppo simpatico per il fatto che - come mi aspettavo - non ha tardato a voler ridimensionare (fino a chiedere scusa) le sue affermazioni che tutti, da Libero al Manifesto, hanno bollato come a dir poco demenziali.
E che cazzo, uno quando afferma delle cose dovrebbe preventivare la possibilità di non ritrattare, né del tutto né in parte!
Non mi è simpatico per forse troppi motivi, tutti tranne quelli espressi dai giornali. Per non parlare di quelli espressi dai rappresentanti delle forze politiche, in primis quella che lo ha fatto eleggere deputato in parlamento. Qualsiasi studente di giurisprudenza che ha, non dico studiato, letto un giurista di destra come Carl Schmitt, sa che non si governa senza sporcarsi le mani di sangue. Non lo sanno - a quanto pare - giornalisti e uomini politici, compresi quelli che amano fregiarsi dell'appellativo di comunisti. Ignoranti senza giustificazione?
Davanti ad un Francesco Caruso che, solo per un attimo, ha avuto il coraggio di dire la verità, gli hanno voluto ricordare - tutti in coro - che non si può. Non si può dire la verità semplice, ricordare le chiare responsabilità, non si può soprattutto quando si è in parlamento, oppure si è giornalisti. Non attiene loro, la verità!

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