martedì 17 settembre 2019

Una lettera di Marx

Londra, 9 aprile 1870

Caro Meyer e caro Vogt,
[...]
Domani l'altro (11 aprile) vi manderò ciò che ho sottomano delle cose internazionali. (Oggi è troppo tardi per la posta.) Manderò pure altro materiale sui "basileesi".
Tra le cose inviate troverete anche alcune copie delle risoluzioni, a voi note, del Consiglio generale sull'amnistia irlandese, in data 30 novembre, di cui sono io l'autore, così pure un pamphlet irlandese sul trattamento riservato ai Fenian convicts [fenians incarcerati N.d.T.].
Mi ero proposto di presentare altre risoluzioni sulla necessità di trasformare l'attuale unione (cioè schiavitù dell'Irlanda) in a free and equal federation with Great Britain [in una federazione libera ed uguale con la Gran Bretagna N.d.T.]. La continuazione di questa cosa è stata sospesa per il momento, as far as public Resolutions go [nella misura in cui riguarda risoluzioni pubbliche N.d.T.], a causa della mia forzata assenza dal Consiglio generale. In esso non vi è altro membro che abbia sufficienti conoscenze delle questioni irlandesi e bastante autorità per potermi sostituire presso i membri inglesi del Consiglio generale. Tuttavia, il tempo non è passato inutilmente e io vi prego di dedicare particolare attenzione a quanto segue:

Dopo essermi occupato per anni della questione irlandese, sono giunto al risultato che il colpo decisivo contro le classi dominanti in Inghilterra (ed esso sarà decisivo per il movimento operaio all over the world [in tutto il mondo N.d.T.]) può essere sferrato non in Inghilterra, bensì soltanto in Irlanda. Il 1° gennaio 1870 il Consiglio generale ha emanato una circolare segreta, da me redatta in francese - (soltanto i giornali francesi, non quelli tedeschi, producono importanti ripercussioni sull'Inghilterra) - sul rapporto tra la lotta nazionale irlandese e l'emancipazione della classe operaia e quindi sulla posizione che l'Internazionale deve assumere nei riguardi della questione irlandese.
Riassumo qui brevemente per voi i punti decisivi. L'Irlanda è il bulwark [baluardo N.d.T.] dell'aristocrazia fondiaria inglese. Lo sfruttamento di questo paese non è soltanto una delle fonti principali della sua ricchezza materiale; esso è anche la sua massima autorità morale. Di fatto essi rappresentano il dominio dell'Inghilterra sull'Irlanda. L'Irlanda, perciò è il grand moyen [grande strumento N.d.T.] attraverso il quale l'aristocrazia inglese conserva il suo dominio sull'Inghilterra stessa.
D'altro canto, se domani l'esercito e la polizia inglese si ritirassero dall'Irlanda, voi avreste immediatamente an agrarian revolution [una rivoluzione agraria N.d.T.] in Irlanda. Tuttavia, la caduta dell'aristocrazia inglese in Irlanda significherebbe, a sua volta, e causerebbe necessariamente la sua caduta anche in Inghilterra. Ciò soddisfarebbe la condizione preliminare per la rivoluzione proletaria in Inghilterra. L'annientamento dell'aristocrazia fondiaria inglese in Irlanda è un'operazione infinitamente più facile di quanto non lo sia in Inghilterra, dato che in Irlanda, sino ad oggi, la questione della terra è stata la forma esclusiva della questione sociale, poiché essa è una questione di pura sopravvivenza, una questione di vita o di morte, per l'immensa maggioranza del popolo irlandese e perché, al tempo stesso, essa è inscindibile dalla questione nazionale.  Tutto ciò a prescindere dal carattere, più passionale e rivoluzionario degli irlandesi, rispetto agli inglesi.
Per quanto riguarda la borghesia inglese questa ha d'abord [innanzitutto N.d.T.] in comune con l'aristocrazia inglese l'interesse a trasformare l'Irlanda in pura e semplice terra da pascolo che fornisca carne e lana ai prezzi più bassi possibili for the english market [per il mercato inglese N.d.T.]. Essa ha lo stesso interesse a ridurre la popolazione irlandese al minimo mediante eviction [esproprio N.d.T.] ed emigrazione forzata; in modo che il capitale inglese (capitale investito in terreni per l'agricoltura, dati in affitto) possa funzionare in questo paese con "security" [in sicurezza N.d.T.]. Essa ha i medesimi interessi in clearing the estate of Ireland [nello spopolare le terre d'Irlanda N.d.T.], che aveva in the clearing of the agricultural districts of England and Scotland [a spopolare i distretti agricoli di Inghilterra e Scozia N.d.T.]. Vanno messe in conto anche le 6.000-10.000 sterline provenienti da proprietari assenteisti e da altre rendite irlandesi, che oggi affluiscono ogni anno a Londra.
Ma la borghesia inglese ha interessi ancora più importanti nell'attuale economia irlandese. A causa della continua e crescente concentrazione di affitti, l'Irlanda fornisce costantemente le sue eccedenze al mercato del lavoro inglese, riducendo in tal modo i salari e la posizione materiale e morale della classe operaia inglese.

E ora la cosa più importante! In tutti i centri industriali e commerciali dell'Inghilterra vi è adesso una classe operaia divisa in due campi ostili, proletari inglesi e proletari irlandesi. L'operaio inglese comune odia l'operaio irlandese come un concorrente che comprime lo standard of life [tenore di vita N.d.T.]. Egli si sente di fronte a quest'ultimo come parte della nazione dominante e proprio per questo si trasforma in strumento dei suoi aristocratici e capitalisti contro l'Irlanda, consolidando in tal modo il loro dominio su di lui. L'operaio inglese nutre pregiudizi religiosi, sociali e nazionali verso quello irlandese. Egli si comporta all'incirca come i poor whites [bianchi poveri N.d.T.] verso i negri negli Stati un tempo schiavisti dell'Unione Americana. L'irlandese pays him back with interest in his own money [lo ripaga con gli interessi, nella stessa moneta N.d.T.]. Egli vede nell'operaio inglese il corresponsabile e lo strumento utilmente idiota del dominio inglese sull'Irlanda.
Quest’antagonismo viene artificialmente alimentato e accresciuto dalla stampa, dal pulpito, dai giornali umoristici, vale a dire, con tutti i mezzi a disposizione delle classi dominanti. Questo antagonismo è il segreto dell'impotenza della classe operaia inglese, nonostante la sua organizzazione. Esso è il segreto della conservazione del potere da parte della classe capitalistica. E quest'ultima lo sa benissimo.
Il male non si limita a questo. Ma attraversa l'oceano. L'antagonismo tra inglesi e irlandesi è la base segreta del conflitto tra Stati Uniti e Inghilterra. Esso rende impossibile ogni seria e sincera collaborazione tra le classi operaie dei due paesi. Esso permette ai governi di entrambi i paesi, ogni volta che lo ritengano opportuno, di rompere la linea di fuoco del conflitto sociale, mediante il loro mutual bullying [aizzandoli l'uno contro l'altro N.d.T.], e, in case of need [in caso di necessità N.d.T.], mediante la guerra tra i due paesi.
L'Inghilterra, in quanto metropoli del capitale, in quanto potenza fino ad oggi dominante il mercato mondiale, è per il momento il paese più importante per la rivoluzione operaia, ed è anche l'unico paese dove le condizioni materiali di tale rivoluzione si trovano sviluppate fino ad un certo grado di maturità. Pertanto, accelerare la rivoluzione sociale in Inghilterra è l'obiettivo più importante dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori. L'unico modo di accelerarla è quello di ottenere l'indipendenza dell'Irlanda. Da questo ne deriva, per l'«Internazionale», il compito di porre dappertutto in primo piano il conflitto tra Inghilterra e Irlanda, di prendere sempre apertamente posizione a favore dell'Irlanda. Il compito specifico del Consiglio centrale a Londra, è quello di risvegliare la coscienza della classe operaia inglese che l'emancipazione nazionale dell'Irlanda non è per gli operai inglesi una question of abstract justice or humanitarian sentiment [questione di astratta giustizia o di sentimenti umanitari N.d.T.] bensì the first condition of their own social emancipation [la prima condizione per la loro stessa emancipazione sociale N.d.T.].

Sono questi, più o meno, i punti principali della circolare, e che al tempo stesso sono le raisons d'etre [la ragion d'essere N.d.T.], delle risoluzioni del Consiglio Centrale sull'amnistia irlandese. Poco tempo dopo ho inviato all'«Internazionale» (organo del nostro comitato centrale belga a Bruxelles) un articolo anonimo e veemente a proposito del trattamento riservato dagli inglesi ai feniani ecc., attaccando Gladstone ecc.  Al tempo stesso, in quell'articolo accusavo i repubblicani francesi - (la "Marseillaise" aveva stampato delle stupidaggini sull'Irlanda dovute a quel miserabile di Talandier) - di egoismo nazionale, e li invitavo a riservare tutte le loro colères [furie N.d.T.] all'Impero.
La cosa ha funzionato. Mia figlia Jenny ha scritto firmando J. E. Williams (nella lettera privata alla redazione, essa si riferiva a sé stessa col nome di Jenny Williams) una serie di articoli per la "Marseillaise", inclusa tra l'altro la lettera di O'Donovan Rossa. Hence immense noise [Da qui il gran casino N.d.T.].
Gladstone, dopo essersi rifiutato cinicamente per molti anni, fu in tal modo costretto ad approvare finalmente un'inchiesta parlamentare sul trattamento riservato ai fenian prisoners [fenians prigionieri N.d.T.]. Mia figlia è adesso regular correspondent on irish affairs [corrispondente regolare per le questioni irlandesi N.d.T.] per la "Marseillaise". (Questo naturalmente è un segreto tra noi.). Il governo e la stampa inglese sono arrabbiati a morte perché la questione irlandese adesso è all'ordre du jour [ordine del giorno N.d.T.] in Francia e perché adesso, da Parigi, queste canaglie  vengono sorvegliate e additate al pubblico ludibrio su tutto il continente.
Con la stessa fava abbiamo preso un altro piccione. Abbiamo infatti costretto i capi e i giornalisti irlandesi di Dublino ad entrare in rapporti con noi, cosa che finora non era riuscita al Consiglio generale!
Voi, in America, avete un vasto campo d'azione per poter operare nella stessa direzione. Una coalizione degli operai tedeschi con quelli irlandesi (naturalmente anche con gli inglesi e gli americani che lo vorranno) è ora il massimo risultato che adesso possiate conseguire. Ciò deve essere fatto a nome dell'«Internazionale». L'importanza sociale della questione irlandese deve essere resa chiara.
La prossima volta scriverò qualcosa riguardante in modo specifico la situazione degli operai inglesi.

Salut et fraternité! [saluti e fraternità N.d.T.]

- Karl Marx - Lettera inviata da Karl Marx a Sigfried Meyer e August Vogt, 1870 -

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