martedì 28 novembre 2017

Trittico

Broch

«Un giorno, ho scoperto i romanzi di Ernesto Sabato; ne "L'angelo dell'Abisso"(1974), che trabocca di riflessioni come quelle dei romanzi dei due grandi viennesi [Broch e Musil], egli dice testualmente: nel mondo moderno, abbandonato dalla filosofia, frammentato da centinaia di specializzazioni scientifiche, il romanzo rimane come l'ultimo osservatorio da cui si può abbracciare la vita umana come un tutto. Mezzo secolo prima di lui, dall'altra parte del pianeta, il Broch de "I sonnambuli", il Musil de "L'uomo senza qualità". avevano pensato la stessa cosa. Nell'epoca in cui i surrealisti elevavano la poesia al rango di essere la prima fra tutte le arti, essi concedevano al romanzo tale posto supremo (Milan Kundera, “Il Sipario”, Adelphi)

«L'errore del surrealismo è consistito nel credere che bastasse la rivolta e la distruzione, che bastasse la libertà totale. No, non basta la libertà. Perché una volta che la libertà si trova nelle nostre mani, dobbiamo sapere cosa farcene di questa nostra libertà. Dal momento che finché si tratta solo di distruggere, tutto procede per il meglio e facciamo anche esperienza di una certa gioia. Perciò, la logica fine di un surrealista conseguente è il suicidio o il manicomio, e perciò dobbiamo rendere omaggio a quegli uomini che, come Nerval o Artaud, sono stati conseguenti fino alla fine. Ma né la follia né il suicidio possono essere una vera soluzione per l'essere umano. È qui, su questo punto, che ci allontaniamo dal surrealismo.» (Ernesto Sabato, "Uomini e ingranaggi: riflessioni sul denaro, la ragione e il collasso del nostro tempo"(1951)

«Il poema epico ed il dramma sono, secondo la loro essenza, anti-individualisti o, nel migliore dei casi, a-individualisti. Solo col romanzo - il romanzo italiano è ancora in buona parte pre-individualista -, solo con Cervantes avviene che la totalità dell'individuo, si potrebbe dire quasi perfino la sua totalità lirica, sia arrivata ad una comprensione totale, illimitata, sia internamente che esternamente, adeguata sia psicologicamente che socialmente. La forma del romanzo era pronta anche per essere l'arte adeguata al XIX secolo, e a sviluppare nel suo naturalismo individualista la massima fioritura.» (Herman Broch, L'arte ed il suo stile alla fine del XIX secolo)

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