Popolo palestinese: strumento per misurare tutti i crimini dell'Occidente, sia quello che viene chiamato imperialista, che « bianco », o « americano-sionista », o « sionazista », ecc. Nel discorso fascista, il popolo palestinese ha acquisito progressivamente importanza: il fascista Franco Freda scrive che « Il terrorista palestinese è più vicino ai nostri sogni di vendetta dell'inglese ebreo o ebreizzato ». « A Parigi come a Gaza, Intifada », gridavano nel 1995 i militanti del "Groupe union défense". Spiegando che: « Serve a designare il nemico, e oggi il nemico in Francia, è identico a quello che c'è in Palestina. Siamo contro l'occupazione sionista, con un lato antisemitico che dev'essere applicato dovunque possono essere presenti gli ebrei. » Nel 2001, il giornale del GUD, "Unité radicale" considerava Hamas come la « stella montante dell'Intifada », cosa che non impedisce a questi megalomani razzisti di scrivere: « I nostri oggettivi alleati sono i palestinesi che ci aiutano a sconfiggere gli israeliani. Si fa un tratto di strada con l'alleato oggettivo e dopo gli si mette una pallottola in testa. » Anche se (per fortuna) nuotiamo nella fantapolitica, viste le dimensioni da gruppuscolo di "Unité radicale" e vista la sua assoluta mancanza di influenza in termini geopolitici, questo genere di spacconate potranno forse servire a far aprire gli occhi a quegli ingenui di sinistra, o libertari, che sostengono « la totale libertà di espressione », quindi anche per questo genere di assassini...
Parallelamente a queste diverse forme di sostegno di sinistra e fascista ai palestinesi, è evidente che la classe operaia israeliana è scomparsa dai ragionamenti dell'estrema sinistra.
La situazione si complica maggiormente quando quelle correnti di estrema destra che sostengono la resistenza palestinese vengono utilizzate come indesiderabili dall'estrema destra sionista. In questo modo si vuole assolutamente dimostrare che tutti gli anti-sionisti sarebbero antisemiti, e da qui l'invenzione del termine « iSSlamistes » da parte dei siti sionisti che fanno propaganda razzista anti-Arabi e propaganda anti-musulmana. Questa posizione è difesa soprattutto da Alexandre del Valle che ha cominciato la sua carriera negli ambienti dell'estrema destra antisionista-razzista (nella rete Synergies européennes de Robert Steuckers) per poi arrivare a far parte dell'estrema destra pro-sionista.
« Entità sionista »: nome dello Stato di Israele per la maggior parte delle correnti « antisioniste » dell'estrema sinistra e dell'estrema destra, per Hamas, e per una buona parte dei « no-global »; loro infatti ritengono che gli israeliani non esistano, ma che si tratti di cittadini stranieri e di fanatici religiosi venuti da tutto il mondo per colonizzare la Palestina. Bisogna perciò, secondo loro, « de-sionizzare» Israele e gli israeliani. Per l'estrema sinistra, lo Stato israeliano è l'unico Stato al mondo che dev'essere immediatamente distrutto. La distruzione degli altri Stati può aspettare, dal momento che essi sono dei mali necessari, e non il Male assoluto come lo è Israele. Gli altri Stati sono garanti, ad esempio, della qualità dei servizi pubblici - come afferma il SUD PTT [Fédération de syndicats locaux français aux PTT, service public devenu La Poste et France Télécom]: « lo Stato è un baluardo contro il capitalismo »! Oppure, come pensano gli invertebrati della sinistra e dell'estrema destra, sarebbero degli embrioni dello Stato-provvidenza, alla stregua della Libia, di Cuba o del Venezuela di oggi - e dell'Unione Sovietica e delle democrazie popolari di ieri.
Israele è il nemico principale dell'estrema destra, a parte le sue correnti fasciste pro-sioniste, ma il lupo perde il pelo ma non il vizio, visto il ruolo giocato dalle teorie del complotto (e quindi dall'antisemitismo) nel pensiero dell'estrema destra.
(dal n° 36/37 di "Ni patrie ni frontières": « Estrema sinistra, estrema destra: inventario della confusione.»)
fonte: mondialisme.org
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