La fabbrica di niente
- Un film di Pedro Pinho -
La "Quinzaine des réalisateurs" (quest'anno, la quarantanovesima), è una selezione parallela del festival di Cannes creata dopo gli eventi del maggio 68 ed organizzata dalla "Société des réalisateurs de films". Il film portoghese di Pedro Pinho è stato selezionato nel quadro dell'ondata di cinema neorealista.
Una notte, un gruppo di lavoratori si accorge che la direzione sta smantellando la loro fabbrica. Ragion per cui, si organizzazo per tentare di salvare quello che rimane cercare di impedire la delocalizzazione degli impianti, e nel mentre si ritrovano senza più il loro posto, senza lavoro, La "Fabbrica di niente" è un invito a ripensare il ruolo del lavoro umano in un sistema in cui la crisi è diventata il modello di governo dominante. Il film è un inno allo spirito collettivo, e allo stesso tempo una commedia musicale umana.
La corrente neorealista, la Wertkritik e la teoria della crisi
- Estratto dall'intervista ad Edouard Waintrop, delegato generale della "Quinzaine des réalisateurs": "C'è una sorta di corrente neorealista mondiale" -
«C'è una sorta di corrente neorealista mondiale che si ritrova anche nel film portoghese di Pedro Pinho, "La fabbrica di niente", che parla a più livelli cimematografici della lotta operaia contro la delocalizzazione. È un film che ha delle immagini e dei colori incredibili, ed abbiamo a che fare con un giovane cineasta che non ha per niente paura. Il film comincia quasi come se fosse un giallo, e poi assume più toni, c'è um momento in cui è una commedia musicale, c'è un momento quasi teorico dove un professore di filosofia politica molto noto spiega cos'è il capitalismo oggi, nel dettaglio più intimo della politica, del sociale».
Dalla classe operaia alla classe dei superflui, del capitalismo e del suo "limite interno assoluto" e del superamento dell'autogestione della produzione di merci. La "gabbia di ferro" che modella le forme sociali e le categorie capitalista dev'essere spezzata, e per prima cosa dev'essere spezzata nella sua logica fondamentale del rapporto di scissione fra i sessi. Operando una rottura ontologica con la sintesi sociale capitalista costituita dal lavoro, il fine può essere solamente una società concepita al di là della maschilità e della femminilità, al di là del lavoro, della forma merce e della forma denaro, al di là del mercato e dello Stato, al di là della politica e dell'economia, al di là del diritto e della democrazia, al di là dell'industria, al di là dei generi, delle razze e delle classi.
«Non esiste nessuna classe intra-capitalista che ne rovescia un'altra. C'è solo l'incontrarsi di individui desiderosi di sbarazzarsi del "soggetto automatico" (nonostante la loro rispettiva posizione in seno al capitalismo) che si scontra con quella parte della società che vuole assolutamente conservarlo (anch'essa a prescindere dalla sua data posizione) e che intende trovare la propria salvezza nella concorrenza senza scrupoli» (Robert Lurz, Lire Marx, La balustrade, 2002, p. 367).
fonte: Critique de la valeur-dissociation. Repenser une théorie critique du capitalisme
A Fábrica de Nada - Trailer from TERRATREME FILMES on Vimeo.
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