Bill Gates e 40 miliardi di poveri
di Michael Roberts
La povertà globale è in caduta o è in crescita?
I calcoli realistici stimano che chi sono più di 4 miliardi di persone che si trovano in una situazione di povertà, in questo mondo, vale a dire due terzi della popolazione mondiale. Eppure, nella loro ultima "lettera pubblica, spedita a tutti noi e pubblicata lo scorso mese, Bill e Melinda Gater, la famiglia più ricca del mondo, non vedevano l'ora di dirci che la battaglia contro la povertà globale viene vinta ogni giorno, e che coloro che vivono con meno di 1 dollaro e 25 centesimi al mese sono stari ridotti della metà, dal 1990. Come si fa a riconciliare queste due stime?
Già nel 2013, la Banca Mondiale aveva pubblicato un rapporto che diceva che c'erano 1,2 miliardi di persone che vivono con meno di 1 dollaro e 25 al mese, un terzo dei quali sono bambini. Questo rispetto al livello di povertà degli Stati Uniti stabilito a 60 dollari al giorno per una famiglia di 4 persone. Ma, secondo la Banca Mondiale, le cose stanno andando meglio, in quanto, rispetto al 1981, abbiamo 720 milioni di persone in meno che si trovano a questa soglia molto bassa di povertà. Ed il premio nobel Angus Deaton ha sottolineato che il fatto che l'aspettativa globale di vita, dal 1990 è cresciuta del 50% ed è ancora in crescita. La percentuale di persone che vive con meno di un dollaro al giorno (secondo i termini aggiustati sull'inflazione) è scesa rispetto al 1981 dal 42 al 14%. Un tipico residente in India, per esempio, è ricco solo quanto lo era un tipico residente britannico nel 1860, ma ha un'aspettativa di vita più vicina a quella di un europeo a metà del XX secolo. Il differenziale di conoscenza, per quanto riguarda la sanità pubblica, la medicina e la la dieta, ci spiega la differenza.
Ad ogni modo, quando approfondiamo i dati più da vicino, vediamo una storia meno ottimistica. Martin Kirk e Jason Hickel si sono affrettati a fare le pulci agli argomenti portati dai Gates nella loro lettera. I Gates «usano figure basate su una soglia di povertà basata su un 1 dollaro e 25 al giorno, ma fra gli studiosi c'è un forte consenso nel giudicare tale soglia troppo bassa... se si usa una soglia di povertà di 5 dollari al giorno - la quale viene suggerita anche dall'Agenzia delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo come il minimo necessario per le persone per poter avere abbastanza cibo da mangiare e raggiungere la possibilità di un'aspettativa di vita normale - la povertà globale misurata su tale soglia non è in calo. Infatti, l'estensione di tale soglia si è drammaticamente incrementata rispetto agli ultimi 25 anni coinvolgendo più di 4 miliardi di persone, vale dire quasi i due terzi della popolazione mondiale.»
La Banca Mondiale ora ha innalzato la sua soglia ufficiale di povertà a un dollaro e novanta al giorno. Ma questo ha semplicemente lo scopo di aggiustare la vecchia soglia di un dollaro e 25 per adeguarla al potere di acquisto del dollaro. E significa solo che la povertà globale è stata ridotta, dalla notte al giorno, di 100 milioni di persone.
E come sottolinea Jason Hickel, questo dollaro e novanta è ridicolmente basso. La soglia minima dovrebbe essere di 5 dollari al giorno, secondo quanto ha calcolato il Dipartimento americano di Agricoltura come minimo necessario a comprare cibo sufficiente. E questo senza tener conto di quanto è richiesto per altri requisiti necessari alla sopravvivenza, come alloggio e vestiti. Hichel mostra che in India, i bambini che vivono con un dollaro e novanta hanno il 60% di possibilità di essere malnutriti. In Niger, i bambini che vivono con un dollaro e novanta hanno un tasso di mortalità tre volte più alto della media globale.
In un documento del 2006, Peter Edward della Newcastle University utilizza una "soglia etica di povertà" la quale calcola che, per arrivare ad avere un'aspettativa di vita umana normale di poco più di 70 ammi, le persone hanno bisogno di circa da 2,7 a 3,9 volte di quella che è la soglia di povertà esistente. In passato, tale soglia etica era di 5 dollari al giorno. Usando i nuovi calcoli della Banca Mondiale, sono circa 7 dollari e 40 al giorno. Questo ci fornisce un'immagine di circa 4,2 miliardi di persone che oggi vivono in povertà. Oltre un miliardo di persone in più, rispetto agli ultimi 35 anni.
Ora, altri esperti sostengono che il motivo per cui ci sono più persone povere è perché ci sono più persone! Negli ultimi 25 anni, la popolazione mondiale è cresciuta. Bisogna guardare alla proporzione fra la popolazione mondiale in povertà e quella che vie al limite di un dollaro e novanta, e la proporzione negli anni fra il 1990 ed il 2013 è scesa dal 35% all'11%. Cosicché. dopotutto i Gates avrebbero ragione, sostiene questo argomento. Ma tutto questo è falso, per non dire peggio. Il numero di persone che vive in povertà, anche alla ridicolmente bassa soglia di un dollaro e 25 al giorno, è aumentato, anche se non tanto quanto la popolazione totale negli ultimi 25 anni. Ed anche così, tutte queste prove ottimistiche degli esperti in realtà si basano sul notevole aumento del reddito medio in Cina (ed in misura minore in India).
Nel suo articolo, Peter Edward ha constatato che nel 1993 c'erano 1,139 miliardi di persone che vivevano con meno di un dollaro al giorno e che nel 2001 questa quota è scesa ad 1,1093, con una riduzione di 85 milioni di persone. Ma nello stesso periodo la riduzione avvenuta in Cina era stata di 108 milioni (non c'era stato nessun cambiamento in India), di modo che tutta la riduzione nel numero di poveri era dovuto alla Cina. Se si esclude la Cina, la povertà totale era rimasta senza alcuna variazione nella maggior parte delle regioni, mentre si assisteva ad un aumento significativo della povertà stessa nell'Africa sub-Sahariana. E secondo la Banca mondiale, nel 2010, la persona povera "media", in un paese a basso reddito, ha vissuto con 78 centesimi al giorno, in confronto ai 74 centesimi al giorno del 1981. Quasi nessun cambiamento. Ma questo miglioramento è da riferirsi tutto alla Cina. In India, il reddito medio dei poveri è salito, nel 2010, a 96 centesimi, rispetto agli 84 centesimi del 1981, mentre in Cina il reddito medio del povero è salito a 95 centesimi, rispetto a 67 centesimi. La gestione statale dell'economia della Cina, ancora prevalentemente pianificata, ha visto i suoi poveri fare i maggiori progressi.
Il livello di povertà non va confuso con la disuguaglianza dei redditi o della ricchezza. Per quel che riguarda quest'ultima, le prove di una crescente disuguaglianza delle ricchezze a livello globale sono evidenti e parlano della medesima storia. Se si prende la Cina, a prescindere dalle cifre, negli ultimi 30 anni la disuguaglianza globale, tuttavia, viene misurata in aumento. La disuguaglianza "pachidermica" globale mostrata da Branco Milanovic ha rivelato che i circa 60 milioni di persone che costituiscono l'1% world's top dei percettori di un reddito, a partire dal 1988 hanno visto il loro reddito aumentato del 60%. La metà circa di costoro costituiscono il 12% degli americani più ricchi. Il resto di quell'1% è costituito dal top del 3-6% di inglesi, giapponesi, francesi e tedeschi, e dell'1% top di molti altri paesi, inclusi Russia, Brasile e Sud Africa. Queste persone includono la classe capitalista globale - i proprietari ed i controllori del sistema capitalista e gli strateghi ed i politici dell'imperialismo.
Ma Milanovic ha anche riscontrato che quelli che guadagnato ancora di più negli ultimi 20 anni, sono quelli che si trovano nella "media globale". Queste persone non sono capitalisti. Si stratta principalmente di persone, in India ed in Cima, precedentemente contadini o lavoratori rurali che sono migrati verso le città per lavorare nei negozi che sfruttano la manodopera e nelle fabbriche della globalizzazione: il loro reddito reale è cresciuto facendo un balzo a partire da un reddito di base assai basso, anche se le loro condizioni e diritti non hanno fatto lo stesso progresso. I più grandi perdenti sono quelli molto poveri (soprattutto nelle fattorie dell'Africa rurale) che in 20 anni non hanno guadagnato niente.
L'evidenza empirica supporta il punto di vista di Marx secondo cui, sotto il capitalismo, avrebbe avuto luogo un "immiserimento della classe operaia" (impoverimento), e confuta la lettera dei Gates secondo cui le cose starebbero andando meglio. Qualsiasi miglioramento del livello di povertà, comunque venga misurato, è dovuto all'aumento dei redditi nella Cina statalista, e qualsiasi miglioramento nella qualità e nella durata della vita proviene dall'applicazione di scienza e conoscenza attuata per mezzo della spesa statale nell'istruzione, fogne, depurazione dell'acqua, prevenzione e protezione sanitaria, ospedali ed un miglior sviluppo dell'infanzia. Queste sono cose che non provengono dal capitalismo, ma dal bene comune.
Michael Roberts
fonte: Michael Roberts Blog
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