Il cinema e le serie televisive, dietro l'intrattenimento popolare e la loro accessibilità, riescono a suscitare delle riflessioni critiche. In un libro di recente pubblicazione, alcuni giornalisti ed accademici analizzano "Breaking Bad", una serie televisiva ormai diventata di culto. A Walter White, un ordinario insegnate di chimica, viene diagnosticato un cancro per cui non gli rimangono che pochi mesi di vita. Per pagare le sue cure e per poter provvedere ai bisogni della sua famiglia, dà inizio alla produzione ed alla vendita della miglior metanfetamina di tutto il Nuovo Messico. La serie narra il percorso di un padre di famiglia conformista, appartenente alla classe media, che diventa un barone della droga, spietato e sanguinario.
Emmanuel Burdeau apre il libro, presentando la serie che è stata diffusa a partire dal 2008. Quando Walter White, alla fine della prima stagione, si rasa il cranio, sembra accettare il suo cancro. Ma questa trasformazione fisica rivela soprattutto la metamorfosi da buon padre di famiglia a criminale. "Il cranio rasato è il segno di una passività, di una rassegnazione all'impotenza. Il cranio rasato del criminale, al contrario, è il segno di un'aggressività, il segno di una nuova volontà di potenza", analizza Burdeu. Questa ambivalenza attraversa tutta la serie. I nuovi eroi appaiono come dei colossi dai piedi d'argilla, ad immagine di Tony Soprano.
La potenza e l'impotenza, il terrore percepito ed amministrato, attraversa il personaggio di Walter White. Egli diventa sempre più sgradevole, sia per la sua donna che per lo spettatore. Malgrado la sua evoluzione, alcuni tratti del carattere permangono. Soprattutto, continua ad apparire come un malato di cancro, nonostante le sue attività criminali.
L'estetica della serie utilizza degli oggetti, dei suoni o delle immagini ricorrenti. Ma questi aspetti non rivestono alcun vero significato e non non apportano niente alla storia. I gemelli messicani che strisciano sul terreno durante la terza stagione eseguono un rituale tanto misterioso quanto inutile, insieme inquietante e demenziale.
Nel 2008, la qualità della serie dei "Soprano" sembrava essere fuori portata. Un personaggio duro ed afflitto dall'angoscia, una cornice romantica, la passione per la Storia ed i riferimenti ai film sulla mafia firmati da Coppola e da Scorsese, avevano fondato un nuovo modello. Ma "Breaking Bad" appariva più raffinato a livello di riferimenti culturali e cinematografici. Con Internet e con lo streaming, le serie televisive diventavano una vera e propria arte autonoma.
François Cusset parla di "Breaking Bad" come di uno sfuocamento delle differenze tra bene e male. Lo scrittore dei campi di sterminio, Primo Levi, parla di una "zona grigia". La sopravvivenza dipende da una sospensione delle regole morali, ma anche dei sentimenti e di ogni emozione. Tuttavia, per giudicare Walter White, bisognerebbe subire la sua stessa condizione di malato in fase terminale. "Si tratta di un giudizio che vorremmo concedere unicamente a coloro che hanno avuto la possibilità di verificare su sé stessi cosa significhi agire in un o stato di costrizione", taglia corto Primo Levi.
Nel quarto episodio, viene proposta a Walter White una soluzione legale per poter finanziare le spese mediche e provvedere ai bisogni della famiglia. Ma egli rifiuta, ed opta in tutta coscienza per la spirale infernale della droga, del denaro e della violenza. Tutti i personaggi, perfino il cognato agente della DEA, appaiono compromessi a causa delle loro menzogne e delle loro violazioni della legalità. "Ambivalenza legale, perciò, ambivalenza morale, ambivalenza affettiva, e perfino, al cuore del sistema Breaking Bad, ambivalenza ideologica sono assunte da una tale avventura e dalla morale che se ne potrebbe trarre", osserva François Cusset.
La traiettoria di Walter White sembra riflettere la logica del sistema dominante, e non la sua corruzione. Il commercio della droga deve permettere di finanziare delle cure mediche in assenza di copertura sociale. Allo stesso tempo, l'industria della droga necessita necessita dell'eliminazione della concorrenza, ai fini del successo, come nel modello neoliberista. Da un lato, può sembrare che la serie vanti il successo individuale raggiunto attraverso l'assunzione del rischio imprenditoriale. Dall'altro, questo successo basato sul sistema sembra rendere giustizia a coloro che infrangono la legge. Walter White, semplice proletario, si è visto defraudato delle sue invenzioni chimiche da parte di un compagno meno dotato, ma diventato miliardario grazie a lui. Di conseguenza, l'ordinario professore di liceo non ha più nessun scrupolo ad utilizzare la chimica per costruirsi un percorso professionale, ma anche come arma letale.
Anche lo stesso giudizio morale nei confronti del sistema capitalistico sembra indeterminato. Le morti talvolta appaiono inutili e provocati solo dalla catena degli eventi. Quindi, la crudeltà sembra meno immorale, ma semplicemente logica ed inevitabile.
Il personaggio di Jesse Pinkman parla della sua ambiguità morale. Partecipa all'avventura criminale ma si affeziona a dei bambini e tenta di limitare la violenza. Trascende i confini e sembra stare sia dalla parte del produttore che del consumatore, del cartello e del tossico, del carnefice e della vittima. Ma anche gli altri personaggi parlano di quest'ambiguità morale. Gustavo Fring, terribile capobanda, appare come un cittadino modello. SI presenta cme un uomo cortese e civile. Incarna il padrone benevolo e paternalista. "Il diavolo, qui ha tutte le caratteristiche dell'uomo buono, del datore di lavoro giusto e del mecenate delle opere di carità della polizia; praticamente gli si affiderebbe la custodia dei propri figli", afferma François Cusset.
Un'immersione nel capitalismo moderno
Philippe Vasset parla dell'azienda di produzione di metanfetamina diretta da Walter White. La serie è costruita sullo sviluppo di questa impresa capitalistica, con le sue difficoltà che diventano colpi di scena ed istanze drammatiche. La serie offre un punto di vista assai critico sul capitalismo americano. Un solo fenomeno, la fabbricazione e la vendita di droga, permette di mettere a fuoco i cambiamenti nel mercato mondiale. La serie comincia nel 2008. L'economia americana appare devastata dalla crisi del capitalismo. Le assicurazioni sono rovinate e non possono più pagare le spese mediche. La scuola non può più pagare i propri insegnanti. "Walter White è sull'orlo di un paese, al culmine di un sistema in bancarotta, e non può contare che su sé stesso", descrive Philippe Vasset.
Di fronte a tale situazione, si getta nel commercio degli stupefacenti, che appare come un ritorno alle forme più pure del capitalismo. Ciascuno "non può contare altro che sul proprio talento e sul suo saper fare. Ogni errore è potenzialmente mortale, non ci sono seconde possibilità e nessuno vi può aiutare", precisa Vasset. Ma questa carriera di trafficante di droga permette a Walter White di diventare un uomo nuovo. L'insegnante fuori moda dalla personalità tiepida afferma il proprio carattere e diventa risoluto non appena emerge dal miraggio del lavoro salariato e della legalità. Il problema principale di questa Piccola Impresa della droga risiede nel commercio e nella distribuzione, che sono soggetti a difficoltà e a colpi di scena.
Gustavo Fring maschera il suo traffico di metanfetamina dietro una catena di fast food. Questo settore economico "in effetti presenta delle numerose analogie con il traffico di droga: in entrambi i casi gli ingredienti necessari sono molto a buon mercato ed i costi - ed i rischi - risiedono nella distribuzione", sottolinea Philippe Vasset. Gustavo Fring appare come l'imprenditore moderno, disposto a rischiare la sua vita pur di eliminare i concorrenti. Consacra tutta la sua esistenza alla sua impresa ed è insensibile al piacere, ivi compreso quello sessuale.
Allorché Walter White viene reclutato da Fring, la serie lascia il mondo dell'impresa e della microeconomia per parlare di macroeconomia, per mezzo della guerra contro il cartello per il controllo di un mercato, quello dei consumatori de sud degli Stati Uniti. Gus Fring vince grazie ai metodi del moderno management. Il sindacato del crimine privilegia i legami familiari ed amicali per costruire il proprio impero. Fring non si circonda di parenti, ma di specialisti nel loro settore. Il cartello si basa sulla costrizione e la minaccia. Quando la paura viene meno, l'impresa ha delle difficoltà.
Fring si basa su alti salari e possibilità di avanzamento di carriera per i suoi collaboratori. Ma il management moderno provoca lo stesso la sconfitta di Fring. Walter White si rifiuta di essere sorvegliato e controllato permanentemente. Non vede di buon'occhio il fatto di essere un semplice salariato che non padroneggia l'intera catena produttiva. Nell'economia illegale, non ci si dimette. Allora devi uccidere il tuo padrone.
Il commercio della droga incarna la forma terminale del capitalismo. Il prodotto distrugge i suoi consumatori. In secondo luogo, i subalterni in seno all'impresa vengono costantemente umiliati, sminuiti, perfino minacciati. Le regole della concorrenza sono sbrigative, spicce. Solo la morte permette di eliminare i concorrenti, anche quelli potenziali. White e Fring non esitano ad uccidere dei bambini per garantire la sopravvivenza dell'impresa.
"In Breaking Bad, come nei trattati di economia liberale, i personaggi sono motivati solo dai propri interessi personali e da quelli della loro famiglia", sottolinea Vasset. Il personaggio del chimico Gale Boetticher enuncia un discorso politico e sviluppa delle teorie libertarie per il libero commercio della droga e delle armi.
Le imprese legali sono solo delle facciate che non generano granché di profitti. La sola impresa del tutto legale che compare, quella dell'antipatico Ted Beneke, sopravvive solo truccando i propri conti e adottando delle pratiche illegali. Il capitalismo appare come una fiction, una semplice decorazione in cartongesso. Le imprese legali non sono usate per produrre valore, ma per mascherare delle attività illegali.
Breaking Bad può sembrare una serie chiaramente di destra. Le conseguenze del capitalismo non vengono menzionate. Solamente la sua descrizione predomina. In particolare, le soluzioni ai vari problemi appaiono sempre individuali. "Il discorso dei personaggi che fanno dell'egoismo una virtù morale, e dell'iniziativa economica l'alfa e l'omega della vita pubblica, è più o meno allineato al discorso della destra americana", constata Philippe Vasset. Il personaggio principale rimane un vecchio funzionario che si converte ai vantaggi del capitalismo più selvaggio.
Una descrizione dei rapporti sociali
Thomas Hippler parla della traiettoria di Walter White nell'era del capitalismo neoliberista. "L'uomo qualunque che diventa Scarface", sintetizza Vince Gilligan, il creatore della serie. Il film del 1983, realizzato da Brian de Palma, racconta l'ascesa sociale di un immigrato cubano che cerca di arricchirsi nel contesto del boom del dopoguerra. Walter White proviene dalla classe media precarizzata dei nostri giorni. Egli lotta contro il declassamento e le umiliazioni. La carriera criminale non serve più a permettere il successo sociale, ma diventa l'unico modo per sfuggire alla miseria e alla morte. L'illegalità gli deve permettere di curare il suo cancro e di provvedere ai bisogni della sua famiglia. Se Breaking Bad non racconta di alcuna prospettiva di un'azione collettiva per uscire dalla miseria, la serie rimane politica in quanto attua una riflessione sui rapporti sociali nell'era neoliberista.
Ci sono altre serie che parlano del capitalismo. Ne "I Soprano", il padrino della mafia locale appare come un pezzo minore dell'immensa macchina capitalista che lo supera. Malgrado il potere, il denaro, la sua posizione gerarchica elevata, rimane un dominato. La serie "Mad Men" racconta il mondo della pubblicità, dello spettacolo, del mercato e delle merci. I diversi racconti parlano dei rapporti sociali nel contesto del capitalismo.
Ma il personaggio di Walter White non appare all'inizio come facente parte della classe dominante. Questo brillante chimico ha creduto nelle possibilità di ascesa sociale per mezzo del lavoro e della meritocrazia. Ma, all'inizio della serie, oscilla fra rassegnazione ed aggressività.
Walt possiede una casa con piscina. Anche declassato e vendicativo nei confronti dei più ricchi, appartiene alla classe media. Non è il punto di vista dei più poveri, quello che viene espresso. Al contrario, White fa i suoi profitti a spese dei proletari drogati e delle prostitute cui vende la sua merce. Il crimine e la violenza non sono più associati ai quartieri popolari, ma al mondo delle villette dei sobborghi. Questa classe media non esprime alcuna comunità solidale ma si basa principalmente sull'individualismo.
Breaking Bad può apparire come una serie di destra, che veicola dei valori conservatori. Questa fiction diventa allora un contro-potere di fronte ad Obama e allo Stato democratico, come avrebbe potuto essere "The Wire" e "The West Wing" nei confronti dell'amministrazione neo-conservatrice di Bush. Ma Breaking Bad mostra soprattutto un capitalismo alla fine della corsa, disposto a tutte le barbarie pur di sopravvivere. Appare difficile analizzare la ricezione della serie presso il grande pubblico. Ma quest'intrattenimento riecheggia le ansie riguardo al capitalismo e alla società di mercato. La serie riflette bene l'inquietudine di ritrovarsi soli e senza risorse finanziarie al cospetto di un problema come la malattia, il licenziamento, la precarietà e la mancanza di avvenire. L'individuo appare schiacciato da un sistema che l'oltrepassa. L'illegalità diventa il solo modo per riprendere il controllo della propria vita.
Le serie televisive non si riducono più ad essere delle soap opera ma diventano dei veri e propri oggetti artistici. Le storie si estendono lungo più stagioni che permettono di mostrare l'evoluzione dei personaggi e di approfondire le loro psicologie. L'approccio fatto dal collettivo animato da Emmanuel Burdeau appare particolarmente originale. Le serie ed il cinema possono essere analizzati come dei veri e propri soggetti politici. Prodotti di intrattenimento, anche loro malgrado, possono riuscire a diffondere delle riflessioni critiche che ci permettono di rimettere in causa la legittimità dell'ordine esistente.
fonte: Le blog de Zones subersives
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