Centosessantadue anni fa, ha inizio a Dresda la Rivolta di Maggio: l'insurrezione finale a seguito di un'ondata rivoluzionaria che ha spazzato quasi tutta l'Europa, sulla scia della Rivoluzione francese del 1848 e dopo l'abdicazione di re Luigi Filippo, l'ultimo re di Francia. Tra il 3 e il 9 maggio 1849, nella capitale della Sassonia ha luogo uno scoppio di violenza urbana unico nella storia degli stati tedeschi del XIX secolo. Imponenti barricate bloccano l'accesso alla Città Vecchia, che ha subito notevoli danni provocati dai bombardamenti e dagli incendi. Tra i ribelli si battono, Mikhail Bakunin - che dopo aver saccheggiato i musei di Dresda dei suoi tesori d'arte, li ha piazzati in prima linea, sulle barricate, per scoraggiare gli attacchi da parte degli aristocratici - e il compositore Richard Wagner. La Sassonia ha una tradizione di radicalismo, e il sentimento repubblicano è quasi universale tra le classi lavoratrici. Tuttavia, i tradizionalisti ritengono che la rivolta sia stato pianificata e messa in atto da un complotto internazionale repubblicano, che la partecipazione di Bakunin sulle barricate - insieme alla presenza di numerosi stranieri - dovrebbe confermare. Anche se in parte è un prodotto della sovversione politica, la rivolta di maggio è indissolubilmente legata alla causa comune rivoluzionaria che sta spazzando non meno di 50 paesi europei. Molti dei trentanove Stati che costituiscono la Confederazione tedesca si sono uniti, nel marzo 1848, per chiedere libertà civili ed uno Stato tedesco unificato. Nonostante una serie di splendide vittorie iniziali, e a discapito della crescente pressione democratica e nazionalista in tutti gli Stati tedeschi, al momento della rivolta di Dresda, poco più di un anno dopo le vittorie del marzo 1848, gran parte della slancio iniziale è oramai perso, e quella di Dresda diverrà la battaglia finale di una rivoluzione fallita. Le truppe sassoni e prussiane ristabiliscono l'ordine nel giro di una settimana. Poi seguirà un decennio di repressione politica. La protesta urbana, endemica nel 1830 e nel 1840, scompare completamente quando, sui riformatori democratici si abbatte l'ira dei loro governanti - costringendo all'esilio la maggior parte dell'intellighenzia di Dresda. Ci vorranno altri ventitré anni prima che la Germania venga unificata.
Per quanto riguarda i due più famosi partecipanti alla rivolta, Bakunin viene arrestato e imprigionato per tredici mesi prima di essere condannato a morte dal governo della Sassonia. Come avevano già fatto i governi di Russia e d'Austria, la sua pena viene commutata nell'ergastolo. Nel giugno del 1850, viene consegnato alle autorità austriache, e undici mesi più tardi gli viene decretata un'ulteriore condanna a morte, ma anche questa viene commutata nella detenzione a vita. Infine, nel maggio 1851, Bakunin verrà consegnato alle autorità russe e passerà dieci lunghi anni in una prigione siberiana prima che una serie di opportunità gli permettano di fuggire su una nave diretta in Giappone. Mentre è in carcere, Bakunin scrive il suo famoso "Appello agli Slavi", in cui dichiara che la borghesia si è rivelata una forza squisitamente contro-rivoluzionaria, e che le future speranze della rivoluzione stava risiedono solo nella classe operaia. Wagner, nel frattempo, è stato costretto a fuggire in Svizzera con l'aiuto del suo futuro suocero, Franz Liszt, dopo che era stato emesso un mandato per il suo arresto. In quei 12 anni in cui vivrà esiliato ed ostracizzato, a causa del suo ruolo nella rivolta di maggio, scriverà il suo saggio "Arte e rivoluzione", e la sua opera più famosa, "L'anello dei Nibelunghi".
Non sarebbe un così cattivo risultato, dopo tutto, per una rivoluzione fallita - si potrebbe argomentare. Tuttavia, la rivolta di Dresda - e il ruolo di Wagner, in particolare - ci avverte dei pericoli a venire, a partire dall'unificazione tedesca e dal successivo nazionalismo dilagante. Mentre era in esilio, Wagner scrisse anche "Giudaismo in Musica" - un punto di riferimento fondamentale, in lingua tedesca, per l'antisemitismo, e precursore della cloaca del nazismo.
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