mercoledì 13 luglio 2011

Sexby

sexby

Dell'opuscolo di Edward Sexby, "leveller" inglese, a proposito del tirannicidio, "Killing No Murder", ne avevo già parlato! Quella che segue, è la prefazione, scritta da Guy Debord, all'edizione francese pubblicata da "Champ Libre" nel 1980, col titolo "Tuer n’est pas assassiner". Chi non ha troppi problemi con l'una o l'altra lingua, può scaricare liberamente il libro in formato PDF.
Qui, quella originale in lingua inglese.
E qui, quella tradotta in francese.

Note de l’éditeur pour "Tuer n’est pas assassiner" de Edward Sexby (par Guy Debord)

Il pamphlet di Sexby è uno degli scritti più famosi che abbia mai prodotto la rivoluzione inglese, tra il 1640 e il 1660. Si tratta, dopo le opere di Machiavelli, La Boétie e qualcun altro, di un classico della critica del dominio. La sua originalità risiede innanzitutto nel fatto che è esplicitamente diretto, a differenza degli altri, contro un tiranno con tanto di nome, che egli esorta ad uccidere il prima possibile, con qualsiasi mezzo; e, inoltre, dal fatto che questo tiranno particolare è il prototipo della serie principale serie di moderni capi di stato illegittimi, di recuperatori che hanno stabilito il proprio potere sulla repressione di una rivoluzione sociale di cui avevano preso la direzione: in questo senso Il breve regno di Cromwell prefigura sia quelli di Robespierre o di Lenin, che quelli dei loro successori perennemente insicuri, Bonaparte come Stalin e tutti i loro epigoni.
"Killing no murder", stampato nel 1657 nei Paesi Bassi, mischia l'analisi più affidabile di Machiavelli (abilmente attribuite, e non senza motivo, al nemico da abbattere, come unica guida della sua condotta) al linguaggio biblico che ha caratterizzato la rivoluzione borghese in Inghilterra, come più tardi lo stile dei "Romani risorti" è diventato la firma della grande rivoluzione francese. Il tono di questo opuscolo è all'origine di tutta una corrente di letteratura inglese a venire, l'unica che non trovi un equivalente all'estero, e che va da Swift a Junius, e senza dubbio arriva fino a quell'esercizio estetico di umorismo del Thomas de Quincey de "L'assassinio considerato una delle belle arti". Sexby venne tradotto in francese, nel 1658, da Carpentier de Marigny, un frondista della banda del cardinale de Retz, il quale si trovava allora, anche lui, in esilio dopo la sua fuga dalla prigione di Nantes, e giudicava opportuno applicare a Mazzarino il ragionamento che condannava Cromwell. Ristampato in Francia col titolo "Tuer n’est pas assassiner", a partire dal 1793, e di nuovo nel 1804, quando la polizia di Bonaparte lo fece velocemente sparire. Il testo è stato poi rieditato due volte, senza venire sequestrato, nelle opere di Charles Détré (Les Apologistes du Crime, Paris, 1901) e di Olivier Lutaud (Des Révolutions d’Angleterre à la Révolution française, La Haye, 1973).
Si può certo dire che un libro che tratta del rapporto naturale del cittadino con il tiranno ha perso molta della sua attualità, a causa dei recenti progressi della società mondiale, e a causa della quasi totale scomparsa del cittadino. Ma è anche ragionevole pensare che compensa questa perdita, e non solo, con la crescita cancerosa della tirannia: la tirannia di oggi, così insolentemente sovrasviluppata da poter spesso farsi riconoscere il titolo di Protettore della libertà, così completamente impersonale, da potersi facilmente incarnare nella persona di una singola vedette del potere, questa tirannia che sceglie come i suoi soggetti devono essere trattati e perché sono malati, che fissa il triste modello di habitat ed il grado esatto di temperatura che vi regnerà, l'apparenza e il gusto che devono piacere in un frutto, e la dose appropriata di chimica che dovrà contenere, e che infine si è dato il potere di sfidare una verità così luminosa come il sole stesso, e la testimonianza dei vostri poveri occhi, fino a farvi ammettere che alle dieci del mattino sia già bell'e mezzogiorno.
Il colonnello Sexby era un ufficiale nell'esercito che il Parlamento britannico mise insieme per la guerra civile contro il re. Quando il popolo, l'esercito rivoluzionario ed il comando si affrontarono circa quello che doveva essere il risultato sociale della loro vittoria, Sexby si schierò col partito dei"Levellers", che si opponeva alla proprietà esistente ed esigeva per tutti gli inglesi il diritto all'auto-governo. Durante il "Dibattito dell'Esercito", tenutosi a Putney in ottobre-novembre 1647, come delegato di reggimento, fu tra quelli che più violentemente si oppose a Cromwell: "Ci sono molte persone senza proprietà che, onestamente, hanno lo stesso diritto al voto che hanno tutti coloro che dispongono di grandi proprietà. Francamente, signore, a voi che volete rimandare a dopo questa questione e passare ad un'altra, mi permetto di dire - e faccio appello a tutti - che nessun altro problema può essere risolto prima di questo, perché è su questa base che abbiamo preso le armi, ed è questa base che manterremo. Ora, per queste lacrime, per queste divisioni che io provecherei: sì, come un individuo isolato, se così fosse, potrei sdraiarmi per terra ed essere calpestato, ma si dà il caso che io sia il delegato di un reggimento ... "
Dopo la sconfitta definitiva dei Levellers, avvenuta due anni dopo, si recò in Francia come agente del Commonwealth inglese, per infiltrarsi nella Fronda, e cercare di radicalizzarle. Ispiratore della frazione repubblicana estremista, "L'ORME", a Bordeaux nel 1652-1653, va sicuramente oltre le istruzioni ricevute, e fa adottare agli Orrnistes la piattaforma dei Levellers. La Fronda è sconfitta, e Cromwell intanto era diventato Lord Protettore di una Repubblica dell'alta borghesia mercantile, e Sexby torna dall'esilio per lottare contro di lui. Nel 1657, legato al complotto di Sindercombe, pubblica sotto lo pseudonimo di William Allen, "Killing no murder". Rientrato clandestinamente in Inghilterra per unire la pratica alla teoria, viene arrestato dall'efficiente polizia di Cromwell, che lo cattura mentre è in possesso di una parte della tiratura del suo pamphlet. Imprigionato nella Torre di Londra, vi morirà nello stesso anno, in condizioni rimaste molto oscure. Le autorità sostennero allora, come poi faranno in Russia, che era morto pazzo. Ai nostri tempi, questo genere di suicidio si è verificato nelle carceri della Germania Federale. Cromwell morirà l'anno successivo, due anni prima della sua Repubblica, e di morte naturale: si diceva che dopo aver letto questo opuscolo, nessuno lo avesse mai più visto sorridere. ("Ha bisogno di altre guardie per difendersi dai suoi ... perché ha oppresso e abbandonato i poveri, perché ha preso con la violenza una casa che non aveva costruito.")
Il colonnello Sexby ha combattuto, e sempre dalla parte più estremista, nelle rivoluzioni di due regni. Egli fu tra coloro che, ad ogni svolta della storia, si ritrovano ed osano denunciare il cambiamento delle cose che hanno conservato lo stesso nome. Ricorrendo, secondo i tempi che cambiano, a mezzi diversi, è rimasto fedele fino alla fine alla "buona vecchia causa" per la quale aveva preso le armi. Questo è stato Edward Sexby, e questo è, riportato in debita forma per esecutori futuri, il suo testamento.

- Guy Debord -

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