venerdì 2 aprile 2010

E questa è l’ultima …

Finisce qui, con Ugo Cerletti, la pubblicazione della galleria Enzensbergeriana di Mausoleum. Trentasette ballate sulle contraddizioni, le illusioni e le disillusioni, e la sostanziale follia di quello che si continua ad indugiare a chiamare progresso. Non a caso l'ultima, di questa sorta di piccolo blog ante-litteram, attiene proprio alla figura di uno psichiatra, e al suo elettroshock!!

contenzione_0132

U.C. (1877 - 1963)

I.
E mi recai al mattatoio (ed ero Direttore dell'Ist. Neurobiol. di Milano) e vidi i crani dei maiali tra le pesanti morse di metallo (e il mio studio in Via Savoia) e la leva dell'interruttore (e i miei bronzi antichi sullo scrittoio) e osservai come gli animali crollassero privi di coscienza e s'irrigidissero (e Prof. di Neuropsichiatria Univ. Bari Univ. Genova Roma) e come dopo un paio di secondi fossero colti da convulsioni (e inventore di un detonatore ad accensione ritardata per l'artiglieria e l'aereonautica) e pensai di disporre qui di un materiale estremamente prezioso per i miei esperimenti (e le mie onorificenze e medaglie d'oro) e decisi di identificare la dose e la tensione e il metodo adatti a procurare la morte dei maiali (e Pres. Soc. It. Psich.) e diedi loro delle scariche elettriche nel cranio da diverse parti (e Membro Onor. della Comm. di Biol. e Med. del C.N.R.) e nel tronco per parecchi minuti (e candidato al premio Nobel) e mi accorsi che raramente gli animali soccombevano quando la corrente traversava la loro testa ( e la mia governante di casa e il mio accendisigari da tavolo in cristallo di Murano) e che dopo uno spasimo violento giacevano immobili per alcuni minuti (e Dr. h.c. Sorbonne, Parigi) e che poi si rialzavano con estrema fatica (e Dr. h.c. Rio de Janeiro e San Paolo e Montreal per ricerche d'avanguardia sul gozzo e sul cretinismo) e tentavano infine di scappare

II.
E avvertii i miei assistenti di non lasciarsi sfuggire le persone adatte all'esperimento (e W il Duce) e il 15.4.1938 il prefetto di Roma mi fece consegnare un individuo da tenere in osservazione (e il Fascismo si è innalzato sopra le spoglie putride della Dea Libertà) e cito ora dalla sua lettera d'accompagnamento (e Italiani! Camerati! Legionari!): "S.E., di professione ingegnere e di anni 39 e fermato alla stazione centrale e sprovvisto di patente valida ed evidentemente non in possesso delle sue piene facoltà mentali" (e inestinguibili ovazioni) e scelsi questo individuo per il mio primo esperimento umano

III.
E gli applicai due elettrodi alle tempie (e le principali indicazioni sono schizofrenia e paranoia) e decisi di cominciare con una corrente alternata di 80 volt e 0,2 secondi (e alcolismo e tossicomania e depressione e malinconia) e i suoi muscoli s'irrigidirono (e i principali effetti collaterali sono amnesia e nausea e panico) ed egli s'inalberò ( e questa è la tipica posa del burattino descritta da von Braunmuhl) e s'accasciò ma senza perdere conoscenza ( e le principali complicazioni sono fratture del femore del braccio della mascella e della colonna vertebrale) e si mise a cantare a voce altissima (e disturbi cardiaci ed emorragie interne) e poi tacque e non si mosse più

IV.
E naturalmente tutto ciò rappresentava per me un notevole peso emotivo (e secondo Reil [1803] la tortura non dannosa è una necessità per la medicina mentale) e conferii con i miei assistenti circa l'opportunità di una pausa (e secondo Squire [1937] si ignora la durata dell'amnesia) e l'uomo ci ascoltò e improvvisamente con voce alta e solenne disse: "Non fatelo ancora una volta. E' la morte" (e secondo Sogliano [1943] il trattamento può essere ripetuto senza scrupolo alcuno sino a cinque volte nello spazio di dieci minuti) e confesso che il coraggio mi venne meno ( e secondo Kalinowski et al [1946] occorre sempre tener pronti cinture e legacci per i casi in cui il paziente diventa violento e pericoloso) e dovetti farmi forza per non cedere a quel sentimento superstizioso (e secondo Sakel et al. [1963] manca purtroppo tuttora una giustificazione scientifica dell'elettroshock) e poi presi animo e gli diedi ancora una scarica di 110 volt

V.
E da allora nei loro reparti isolati con indosso il loro pigiama si arrampicano sui loro lettini di ferro bianco smaltato (e non potremo mai dimenticare la sua impresa pioneristica) e si beccano un'iniezione e se resistono un'altra iniezione (e il suo contributo al progresso scientifico) e quattro infermieri gli affertrano mani e piedi (e il suo ardore creativo) e gli tappano la bocca con un tubo di gomma e gli calcano le fredde placche cromate sulle tempie (e la sua inappagabile sete di sapere) e nei mattatoi non si odno più mugolii e muggiti e squittii (e il suo autentico umanesimo) e poi il capo dà loro una bella scossa (e una gratificazione scientifica di tutto ciò manca purtroppo tuttora) e poi vengono meno e poi si ridestano e poi sono obliterati.

Hans Magnus Enzensberger - Mausoleum -

1 commento:

Guido Baldoni ha detto...

Grazie per tutto il pesce!

Per una contro-controstoria dell'elettroshock, con finale a sorpresa:

http://www.ted.com/talks/sherwin_nuland_on_electroshock_therapy.html