domenica 8 giugno 2008

Il Fumo Degli Anni '70



Un disco di ballate. E, anche, un disco gratis, da scaricare. Un disco di ballate belle, coinvolgenti e, per me, legate ad un periodo della mia vita che, in qualche modo, non passa, non riesce a passare, non passa mai e che, adesso, grazie a queste canzoni torna a bussare, con dolcezza.
A dire che quel che eravamo, siamo. Una manciata di ballate nato al "vicolo dei musici", a Roma. Ci sono stato più d'una volta, al "vicolo", e anche se queste me le sono perse, adesso - grazie al cielo - le ritrovo. Nostalgia e speranza, certo, ma anche "fortuna e gloria"!
Non sono, di solito, troppo prodigo di parole, ma stavolta mi viene ancora meno d'aggiungere altro, ché continuo ad ascoltarmele e riascoltarmele, queste canzoni.
Scaricatevele, ascoltatele, leggetene i testi e riascoltate le canzoni. Poi leggetevi la storia del disco, e tutto il resto, sugli autori, sulle canzoni. E poi, ogni tanto, tornate sul sito, ché magari potrà capitare di trovare qualche nuova "vecchia" gemma.


IL FUMO DEGLI ANNI '70
(testo e musica di Franco Fosca)

Il fumo degli anni 70 aveva lo stesso colore del mare
da solo nella mia stanza pensavo vorrei navigare
mi tormentavo i capelli che mio padre mi costringeva a tagliare
credevo in Jimi Hendrix e in un vecchio giradischi che funzionava male.

L’Italia a ferro e fuoco sull’orlo della guerra civile
le bombe di Savona le grandi manifestazioni
mio padre mi regalò una chitarra una sera d’aprile
io la presi in mano come se fosse un fucile.

In un giorno di primavera scappai da casa di mio padre
ingoiai una piramide dove vivevano le fate
insieme ad un amico con le braccia rovinate
mentre la grande madre luna schiudeva le porte della nostra estate.

E poi giù negli anni 70 l’autostop sulle strade,
piazze colorate, odore di donna
lunghe notti d’estate nudi quasi senza vergogna
notti d’inverno incantate sognando l’India e la California.

Centomila corpi magri sotto masse di capelli
umili come rettili audaci come uccelli
dalle bianche sabbie del sud alle bianche nebbie del nord
tra Marx e Castaneda e i fumetti di Alan Ford.

Però poi ti guardavi intorno e mancava sempre qualcuno
cadevano tutti quanti si ritiravano ad uno ad uno
sotto i colpi dell’eroina sotto i colpi della polizia
e chi risucchiato indietro nell’esofago enorme della borghesia.

Venne il ’77 che ne sapevamo noi del punk
c’era ancora Carter presidente la mitica Persia dello Shaa
e noi eravamo in Italia la dolce Italia delle vacanze
noi sporchi buttati per terra con le nostre chitarre e le nostre speranze.

Passarono dieci anni, dieci anni in un momento
come un castello di carte spazzato via dal vento
e c’è chi ha seppellito i sogni in fondo alla memoria
e c’è chi ha strappato quelle pagine dal libro della storia.

2 commenti:

Zeze Imbassahy ha detto...

Mi piace molto Franco Fosca e la sua chitarra

Tzigan Rosu ha detto...

Non conoscevo Franco Fosca..e adesso sono rimasto ammirato dalla sua figura...sapete dirmi se c'è qualche libro su di lui o qualcuno ha messo insieme sue immagini in movimento per fare un documentario...faccio parte di una piccola associazione culturale cinematografica milanese e sarebbe, credo, importante, organizzare un iniziativa su di lui...grazie per l'attenzione. Per contatti l'indirizzo della mia posta elettronica è valsecchiste@Gmail.com e il mio "fatphone" è 3703176241 Stefano Valsecchi