venerdì 27 giugno 2008

Una generazione che ha dissipato i suoi ... scrittori



Somiglia molto, il borgo, Sassofrasso, alla cittadina senza nome del film di Scola, "Il commissario Pepe", in cui un inconsueto Ugo Tognazzi si muoveva fra i "veleni" del nord-est. Era solo preistoria, e il peggio aveva ancora da venire. Quarant'anni dopo, questo paese consiste sempre de "il popolo più analfabeta, e la borghesia più ignorante d'Europa". E' un fatto. Ed è questo fatto che, con ogni probabilità, comporta un cambio nel registro stilistico e narrativo del nuovo libro di Girolamo De Michele, "La visione del cieco".
Sono passati dieci anni, e in mezzo c'è stato di tutto, c'è stata Genova e l'altra gamba, nella strada accanto, correndo, si è allontanata dell'altro. Ce ne siamo scordati un po' tutti, della meta; i morti e i vivi. E le descrizioni si fanno sempre più grigie, scarne, essenziali. Quasi a dire che non ci va più bene niente, e nessuno; come ad Andrea Vannini, per principio. Tranne i gatti, che hanno un cuore sempre, e anche il cielo grigio che va bene per le ... anime tristi. Poi ci sono gli "scrittori", quelli col nome cambiato e quelli che protestano perché sono sardi, anzi barbaricini, e amici di De André, anzi di Faber, e protestano per l'uso indebito delle canzoni dell'amico defunto, anche se la canzone è di Brassens! E poi gli aneddoti. Non può essersela inventata, Girolamo, quella del politico che ha fatto carriera portandosi un formaggio avariato nella borsa, per distrarre i contendenti! E chi sarà mai il poeta-saggista-titolare di un corso di letteratura nell'università della citta "vituperio delle genti"? Troppo facile, e proprio per questo vero. E poi è troppo facile, anche, condividere con Andrea Vannini il suo concetto di umanità, quello che può fare a meno di alcuni!
Il resto è la vita, la realtà e il suo senso. Quelli che prima hanno fatto i soldi inquinando, e adesso li fanno ripulendo, quelli che l'orrore ce l'hanno dentro la loro bella casa tranquilla, quelli che bruciano i "negri", quelli che sono capaci di tutto pur di continuare ad avere il rottweiler, il fuoristrada e la villa accanto al capannone. Quelli. Ed hai voglia a cercare di "ingentilire lo scirocco". Certo, se ci fosse stata internet ai tempi del condor e dei suoi tre giorni, gli occhi "blu kennedyano" di Robert Redford, nella scena finale, avrebbero ammiccato ad un internet point, invece di lasciarci tutti nell'incertezza. Ma, nel frattempo, Jaco Pastorius è morto, come molti altri su cui adesso ci troviamo a contare i nostri passi. E forse è morto anche Andrea Vannini, ma il mondo ci appartiene. Ci sono le fotografie che continuano a proclamarlo, per sempre. E un gatto ... si chiama Merlino, come il gatto del mio amico Antonio ....

Girolamo De Michele - La visione del cieco - Einaudi Stile Libero - 16 euri

3 commenti:

redshadow ha detto...

MIAO!!!!
Da Merlino...e da me ;-)

Anonimo ha detto...

Franco, grazie 1000
Un solo appunto: Sassofrasso non è il nome del "borgo", è un altro paese.
Il politico del formaggio esiste davvero, in realtà è un docente universitario che masturba alternativamente il diritto e l'etica :-o

girolamo

BlackBlog francosenia ha detto...

Grazie a te, Girolamo, per le storie e per ... le immagini. E per il linguaggio degli animali che colpisce al cuore. E per avermi dato ragione sull'esistenza del politico del formaggio. :-)

salud