mercoledì 25 luglio 2007

canzoni come coltelli



Maledetto ingorgo!
Anche stasera piove. E anche stasera mi ritrovo bloccato in mezzo a questa fiumana di macchine.
Possibile che, in questa città, bastino due gocce d'acqua dal cielo per paralizzare tutto?
Io qui a battere i pugni sul volante, e a fumare una sigaretta dopo l'altra, e lei....cosa farà lei? Cosa cristo starà facendo in questo momento?
Magari è già arrivata, in quel buco d'albergo. Certo che è arrivata!
Tanto lo so: ha preso l'autobus. E quando l'autobus è rimasto bloccato nell'ingorgo, è scesa ed ha continuato a piedi.
Ha sempre paura di far tardi... ed arriva sempre in anticipo.
Adesso magari è su quel letto, su quel materasso da quattro soldi, nella nostra solita stanza, a domandarsi, a dirsi mille cose. Sdraiata sopra un un letto singolo!
"Costa meno" - non perde occasione per sottolinearlo, il prezzo delle cose.
Come se il costo della vita, le rinuncie, le delusioni, i rimpianti si pagassero in soldi!
E invece il conto è molto più salato.
Lo paghi col tuo. Con qualcosa che non potrai riguadagnare mai più.
Chiusi. Siamo sempre chiusi, rinchiusi, da qualche parte.
Un amore rinchiuso. Rinchiuso dentro un telefono, rinchiuso dentro una stanza d'albergo. E anche ad essere rinchiusi in due non c'è nessun sollievo.
Io, qui, dentro questa macchina, con la musica che fuoriesce dallo stereo a farmi compagnia (fosse almeno la dyane dei miei vent'anni!); lei rinchiusa dentro a quella stanza d'albergo, talmente rinchiusa che perfino il cortile, in agguato fuori dalla finestra, è un cortile chiuso, senza luce.

"Un amore blues, il nostro" - lo ripete sorridendo.
Ed io che avrei voluto un amore-valzer fatto di sole e di cielo caldo, di sabbia e di vino ghiacciato.
Avrei esagerato. Perdio se lo avrei fatto!
Ero disposto a correre il rischio.
Ma lei, no!
Ed io non voglio perderla, non la posso pensare sola in quella stanza.
Non ci riesco.
Ora apro lo sportello e scendo da questa macchina.
Che m'importa se la strada si è trasformata in un torrente?
A piedi, vado a piedi fino a quell'albergo senza ascensore!
Ci arrivo a piedi al terzo piano. Anche al trentesimo, se occorre.
E la porto via, me la porto via. Certo che lo faccio!

"Altro da trascinare
non ne ha non ne ha


e la moglie di Anselmo sente l'acqua che scende
dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
nel suo tram scollegato da ogni distanza
nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza
così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare"

2 commenti:

Anonimo ha detto...

...e devo dire che anche cantata da Dolcenera (che si è ispirata al titolo di questa canzone per il suo nome d'arte) fa il suo effetto.

Nera come la sua voce, si potrebbe aggiungere, che nel palasport di Varazze, accompagnata magistralmente dalla PFM, rimbombava potente come pioggia sulle vetrate.

No, non pioveva quel giorno, però quelle gocce, ve l'assicuro, io le ho sentite lo stesso.

Mauro

BlackBlog francosenia ha detto...

Spero che tu ti riferisca alla voce di De André, quando la definisci "nera", e non certo a quella insignificante della tizia in cerca di nome che le facesse da "sponsor"!
;-)

SALUD