Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
mercoledì 4 luglio 2007
Soprattutto per una ragazza ...
C'è qualcosa nelle violiniste! Almeno in un paio che ho conosciuto, e Chip Taylor dev'essere della stessa idea, almeno a giudicare dal fatto che, dopo Carrie Rodriguez, ha deciso di produrre il disco d'esordio di un'altra violinista. Kendel Carson. L'etichetta, nuova di zecca, è la "Train Wreck" e dopo l'ultimo disco di John Platania, di cui ho già parlato, serve da trampolino di lancio per questo disco. "Rearview Mirror Tears"". Ma non ci sono solo lacrime a riflettersi nello specchietto. C'è anche la voglia, e la capacità, di fare musica. La voce è giovane, ma è anche ricca e riesce a comunicare malinconia e allegria, anche se per la più parte del disco cammina sul "lato assolato della strada".
Le canzoni, in gran parte scritte dallo stesso Chip Taylor, sono rese al meglio da una "posse" di musicisti, da John Platania alle chitarre a Tony Mercadante al basso a Seth Farber alle tastiere, allo stesso Taylor ai cori, che riescono a buttare sul piatto tutta la loro esperienza a fare da controcanto ai ventidue anni di Kendel Carson.
Alle canzoni come "Ribbons & Bows", che racconta una di quelle storie strappalacrime che si spera siano solo un parto della fantasia, fanno da contraltare i versi di "I like trucks", cantata in una cantina, fra applausi e cori ubriachi:
"I like trucks, big trucks
I like cars that go fast
I like boys that talk trash
And take it as it comes
I like the sun when it goes down
And six bartenders in this cool town
And if sometimes all that sucks
I still like trucks, big trucks."
Ma "Rearview Mirror Tears" è un disco che cattura fin dalle prime note, e si rifiuta di lasciarti andare. Mischia folk, country e canzone d'autore. La riproposizione di "There's no angel on my shoulder", scritta da Taylor quarant'anni fa, avviene in un'esecuzione da antologia. E la musica scorre in uno stato di grazia fino alla bellezza cristallina di una canzone come "Ain't that a sun", giocata fra graffi e carezze che ti lascia in bocca l'amaro e la delusione per un disco che sembra finire presto. Troppo presto......
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