giovedì 12 aprile 2007

Quando è scuro ...



Ci sono cose di cui si parla poco, molto poco, o punto. Periodi su cui sembra esercitarsi l'arte della smemoratezza selettiva, l'amnesia. Interi periodi storici consegnati all'oblio. Insieme ai nomi degli uomini che hanno lottato e sofferto, mettendo in gioco un'energia sovrumana. Tanto più disperata quanto avvolta dal silenzio di tutti, compresi coloro che lottavano - in modo diverso - sullo stesso fronte. Niente romanzi di successo, o film, niente celebrazioni. Sulla Spagna dopo il 1939, e sugli uomini che - da fuoriusciti - hanno continuato a battersi contro il fascismo si continua ad ignorare tutto. Solo un film di Fred Zinneman - Behold a Pale Horse (...e venne il giorno della vendetta) - interpretato da un Gregory Peck stanco e fuori parte che persegue una vendetta personale oltre la frontiera dei Pirenei, fino alla logica conclusione auto-distruttiva. C'è ben poco del Francisco Sabaté Llopart, cui il film si sarebbe ispirato. Forse, solo gli "amici" che continuano a dire a Manuel Artiguez di fermarsi, ché la guerra è finita!
Ma la guerra non era finita. Non era finita affatto. E non solo per i Sabaté, i Quico, i Caracremada e i Ramon Vila e tutti gli altri che andavano avanti e indietro, oltre la frontiera. Sembra quasi di vederlo il maquis spagnolo, immortalato ne "La grande fuga", quando accompagna "l'australiano" James Coburn fuggito dal campo di prigionia, ed arrivato a Parigi in sella ad una bicicletta rubata e recante un enorme valigione. Il maquis si ferma sul confine, e a Coburn che chiede "Espana?" risponde, secco ed emozionato, "Espana!". Sembra suggerire che senza i fuoriusciti spagnoli, la resistenza francese, durante la seconda guerra mondiale, forse sarebbe andata poco lontano. E la rete, messa su durante la resistenza, doveva servire anche dopo. Agli spagnoli.
Laureano Cerrada Santos ricopre negli anni 1944 e 1945 la carica di Segretario della CNT della regione parigina. Ma chi è, e chi era, Laureano Cerrada, destinato ad essere l'unico espulso all'unanimità dalla CNT (il sindacato anarchico spagnolo maggioratario)? Per alcuni un idealista, per molti altri un semplice delinquente!
Nasce nel 1902 a Miede de Arienza (prov. di Gadalajara). Ferroviere, si affilia alla CNT fin dal 1920. Prende parte ai combattimenti che porteranno, il 19 e il 20 luglio del 1936, alla presa della caserma Atarazanas e all'occupazione della stazione di Francia. Costiuisce il Comitato di Controllo Ferroviario e diventa responsabile della Cassa Centrale dell'Amministrazione Ferroviaria. Nel 1939, dopo la disfatta, si esilia in Francia e partecipa attivamente alla resistenza anti-nazista, organizzando e rifornendo i partigiani, fornendo loro armi e materiale di propaganda. Dopo la fine della guerra, fornisce aiuto economico al "Movimento Libertario in Esilio" e alla sua stampa. Allo stesso tempo, fornisce documenti falsi a numerosi compagni. Finanzia e partecipa all'organizzazione, insieme a Primitivo Gomez, José Pérez e Antonio Ortiz, dell'attentato aereo contro Francisco Franco: ‎12 settembre 1948, seconda giornata della regata di pescherecci a San Sebastian, alla presenza del generalissimo Franco. Un aereo da turismo avrebbe dovuto scaricare, sulla baia di La Concha, bombe incendiare e shrapnel! Ma viene denunciato prima. Ed è arrestato, in seguito alla scoperta di una tipografia clandestina, dove si fabbricavano soldi e documenti falsi. In seguito sarà ancora arrestato nel maggio del 1970, a Boulogne-Billancourt, all'età di 67 anni, per fabbricazione di documenti falsi. Resterà in prigione fino al 1974. Il 18 ottobre del 1976, a Belleville (Parigi), viene ucciso a revolverate da un fascista.
Fin qui la storia, secca. Quasi ufficiale. Ma come rendere, a parole, la sensazione di tutto un mondo. Tutta la storia delle storie degli anni cinquanta. Quanto è complicato. Sì, va bene. Le reti di falsificazioni di documenti e di denaro falso. Sì, va bene, gli attentati contro il dittatore; falliti. E poi, i furti di casseforti, le frodi multimilionarie, le falsificazioni di buoni del tesoro e di assegni bancari. I contatti con la malavita - giocoforza - con gli algerini. E i rivoluzionari portoghesi? Aveva dato loro una mano per rubare ... un transatlantico! E i mafiosi? Volevano usare le sue doti di falsario e avevano corrotto molti dei suoi amici. E poi, ladri e ladruncoli di poco conto. Qualcuno di molto conto. Uomini da due o tre lingue e dalla doppia e tripla faccia che alla fine non sapevano nemmeno chi erano i loro veri padroni. Se erano padroni di sé stessi, oppure no. E, nel mentre, in mezzo a tutto questo, bisognava anche sfuggire alla polizia francese, che non stava certo a guardare. Ma anche lì c'erano degli amici. Sì, anche lì. Il padre del commissario era sfuggito al campo di concentramento, grazie ai documenti falsi di Laureano. E con lui altri seicentocinquanta ebrei. Però, bisognava stare attenti dell'altro. C'erano anche i servizi segreti spagnoli. E quelli volevano la sua testa, a tutti i costi. E magari, alla fine, ce l'hanno anche fatta! No, non era, non è mai, un pranzo di gala. Un gioco d'ombre, piuttosto, fatto di trattative ambigue, di scambi; anche di giochi, a volte. I soldi passati per le mani di Laureano Cerrada, avrebbero potuto fare invidia all'Aga Khan; ma lui beveva beaujolais di terza categoria, e le sue scarpe, spesso, erano bucate. Un lusso: dormiva su una branda ricoperta da una pelliccia d'orso. Ma era tutta spelacchiata, oramai. Era il trofeo conquistato nel 1944 all'Hotel Maurice, sede del comando tedesco a Parigi. E come raccontarlo tutto quanto? Come spiegare, anche ai compagni, che aveva falsificato duecento milioni di franchi, in fiches del casinò di Montecarlo. E cosa ne aveva fatto di tutto quel denaro? Non era facile spiegare che era servito a corrompere i doganieri francesi, per lasciar passare una tonnellata di gelignite, e che una bella parte del denaro se l'era presa uno dei suoi "collaboratori". Gli era servita per andare a raccontare com'era la resistenza antifranchista; solo che era andato a raccontarlo mentre si abbronzava in qualche spiaggia turistica dalle parti del Venezuela! E i soldi, che per suo sfizio, aveva usato per pagare una banda di ragazzini ad Angouleme, affinché lanciassero pacchi pieni di merda contro la legazione commerciale spagnola! No, non sono cose serie. Non ci stanno in un libro serio, o in un film serio, uno di quei film che ti faccia piangere per la sorte dei rivoluzionari sconfitti. Sconfitti, una sega! No, non sconfitti. Personaggi meravigliosi, truffatori umanitari, cinici, avventurieri, viveur, eroi senza causa, militanti ossessionati e irriducibili, anche nella sconfitta, ma non sconfitti.
E i loro passaporti falsi erano passati tutti per le mani di Laureano Cerrada Santos.
Quando capita, qualcuno che legge beva un bicchiere alla sua salute.
Se lo merita!

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