sabato 15 aprile 2017

Il gioco dei paradossi

aquino

Paradosso 1
In "Problemi in Paradiso", un libro di SlavoJ Zizek del 2014, c'è una strategia retorica, quasi una cifra del pensiero, che vede una serie di istituzioni e di discorsi che vengono sostenuti a partire da un doppio gioco fra apparenza ed essenza, fra denuncia pubblica e cultura privata (uno sdoppiamento rispetto a quello che propone Foucault sulla sessualità: Il controllo non risiede nell'apparente proibizione, ma nel bisogno interiore di una confessione continua). La pedofilia, nella chiesa cattolica, ad esempio, scrive Zizek:
«si tratta al contrario di un problema interno alla Chiesa cattolica in quanto tale, che è iscritto nella sua stessa natura di istituzione socio-simbolica.(...) Non è qualcosa che avviene perché quest’ultima, per sopravvivere, deve adattarsi alle realtà patologiche della vita libidica, quanto piuttosto di un fenomeno di cui essa ha bisogno per potersi riprodurre. Si può ben immaginare un prete che, dopo anni di servizio, si lascia coinvolgere negli abusi sui minori perché la logica dell’istituzione di cui fa parte lo induce a farlo.»
Poco prima, salvando lo Sloterdijk di "Ira e tempo", Zizek commenta questo gesto supremo in cui il capitalismo crea in sé stesso "il suo opposto più radicale", l'atto sovrano dell'autonegazione dell'accumulazione infinita delle ricchezze", ossia, la carità, spendere la ricchezza "in cose senza prezzo":
«L’idea di Sloterdijk equivale a elevare figure come George Soros o Bill Gates a personificazioni dell’autonegazione inerente al processo capitalistico stesso: le loro opere di carità (le loro immense donazioni per il benessere pubblico) non sono il frutto di idiosincrasie personali. Che siano sincere o ipocrite, esse rappresentano comunque la conclusione logica della circolazione capitalistica, sono necessarie da un punto di vista strettamente economico, perché permettono al sistema di differire le crisi.»
Tornando alla Chiesa e alle sue innumerevoli contraddizioni, Zizek scrive che "non appena una religione si stabilisce come istituzione ideologica legittimando le relazioni di potere esistente" essa ha bisogno di lottare "contro il suo stesso eccesso endogeno" (scismi, divisioni ed accuse del tipo: perché stiamo facendo proprio quello che abbiamo combattuto in passato?). Come conciliare la società di classe e le disuguaglianze con l'ideale della "povertà egualitaria" dei Vangeli?:
«La soluzione escogitata da Tommaso d’Aquino fu che, se in linea di principio la proprietà comune è la soluzione migliore, ciò è valido soltanto per esseri che siano perfetti; per la maggior parte di noi, che vive nel peccato, la proprietà privata e le differenze di censo sono naturali, ed è perfino blasfemo chiederne l’abolizione o promuovere l’egalitarismo in una società, come la nostra, caratterizzata dal peccato, ossia chiedere a creature imperfette ciò che conviene unicamente a creature perfette.
È questa la contraddizione che riposa nel cuore dell’identità della Chiesa, la contraddizione che fa sì che la Chiesa istituzionale sia la principale forza anticristiana.
»
In quest'ultimo caso, il paradosso inaugurale - i messaggi egualitari dei Vangeli contro la pratica gerarchizzante della Chiesa - ed il suo mantenimento nel corso dei secoli, finisce per generare un paradosso ancora più grande, e strutturale: la chiesa come la principale forza anti-cristiana di oggi.

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Paradosso 2
Lungo la strada, Zizex affronta due libri di Fredric Jameson - "Representing Capital", del 2011, e "Valences of the Dialetic", del 2009 - e le sue diagnosi sul «punto estremo di unità degli opposti nella sfera economica», ossia, tanto maggiore è la produttività, tanto maggiore è la disoccupazione.
Secondo Jameson, scrive Zizek, i disoccupati devono far parte di una categoria più ampia, quella degli "espulsi della storia", "casi senza speranza o terminali", coloro che abitano le terre devastate del pianeta, dentro un progetto continuo di manutenzione delle rovine ( attraverso la "guerra al terrore", disastri ecologici e cose simili). Pertanto, è necessario, l'ampliamento di questa categoria di esclusi, scrive Zizek, «come gli spazi bianchi presenti nelle antiche mappe» (gli spazi vuoti nelle vecchie mappe, sono quel che suscitano l'interesse di Conrad per i viaggi, come commenta Sebald ne "Gli anelli di Saturno").
Zizek parla della necessità di aggiungere un nuovo termine a quello proposto da Jameson - gli "occupati illegalmente" del mercato nero e le diverse forme di schiavitù. Questo permette l'articolazione dialettica della posizione di Jameson - gli "esclusi" vengono di fatto "inclusi" a partire dalla perversa "Aufhebung" (abolizione) dell'esclusione (la simultanea sospensione/conservazione hegeliana). «Per esempio, nel caso del Congo,», scrive Zizek, «dietro la facciata delle "passioni etniche primitive" che esplodono ancora nel "cuore di tenebra" africano, è facile rilevare il profilo del capitalismo globale.».
In Congo, lo Stato ormai non esiste più come unità - i signori della guerra controllano parti di territorio, mantenendo dei vincoli con corporazioni straniere, che pagano per avere l'esclusiva sullo sfruttamento delle risorse. «L’ironia», scrive Zizek, « è che molti di questi minerali sono utilizzati nella fabbricazione di prodotti ad alto contenuto tecnologico, come computer e telefoni cellulari. In breve, dimenticate i costumi selvaggi delle popolazioni locali: se sottraete dall’equazione le multinazionali, l’intera dinamica delle guerre etniche alimentate da passioni ancestrali scomparirà.»

fonte: Um túnel no fim da luz

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