lunedì 23 gennaio 2017

Domande e risposte

trump

#J20 ed il futuro del comunismo
- di Jehu -

Il messaggio di ieri è che probabilmente Trump sarà il più impopolare presidente della storia. Stiamo parlando di un livello di disapprovazione fra i votanti a livello di Hollande. Tutti quelli che non l'hanno sostenuto lo odiano. E la sua base è scettica circa la sua capacità di mantenere le sue promesse.
I beneficiari del probabile disastro di Trump sono i democratici; lo hanno dimostrato, al di là di ogni possibilità di smentita, mobilitando ieri dai due a tre milioni di dimostranti, secondo quelle che sono state le stime dei media. All'interno dell'opposizione a Trump, Non esiste alcuna terza forza in grado di sfidare l'assoluta egemonia dei democratici, e i comunisti politicamente non contano.
Tuttavia, l'opposizione a Trump viene a sua volta contestata da alcune realtà economiche delle la maggior parte delle persone mobilitate dai democratici non si rende conto. Ne faccio un elenco:

1. Trump è la risposta al problema dei democratici

In primo luogo, Trump rappresenta quel genere di Stato attivista che la base del Partito democratico attualmente vuole; uno Stato completamente rivolto verso un alto livello di crescita economica, la sola che possa creare posti di lavoro su una scala che gli attivisti democratici ritengono che oggi sia necessaria. Si tratta di uno Stato che deregolamenterà il capitale, eliminerà le protezioni ambientali, taglierà le tasse, ridurrà i costi del lavoro, metterà fine all'immigrazione e praticherà il protezionismo commerciale; tutto questo per l'obiettivo dichiarato di rimettere le persone a lavorare. Contro tale obiettivo dell'amministrazione Trump si schierano i democratici, il partito del continuo ristagno economico e del relativamente alto tasso di disoccupazione.
Alla marcia di ieri, erano pochi, a parte l'élite democratica, ad essere soddisfatti dell'andamento dell'economia sotto Obama in questi ultimi otto anni. Trump ha promesso un tasso di crescita economica che non ha precedenti negli ultimi quarant'anni. Per realizzare la sua promessa, Trump ha semplicemente aperto il manuale della politica neoclassica standard ed ha puntato il successo della sua amministrazione sull'implementazione di tutti quegli errori. Protezionismo, deregolamentazione, salari più bassi, tasse più basse e barriere anti-immigrazione non sono innovazioni che Trump mette sul tavolo della politica, ma sono moneta corrente.
Perciò i manifestanti di ieri hanno marciato dritto in un vicolo cieco: sbarazzarsi dell'amministrazione Trump significa sbarazzarsi dell'unica amministrazione, in questi anni, impegnata esplicitamente in un alto tasso di crescita economica. Per quanto bizzarro possa sembrare, l'opposizione a Trump è in larga parte motivata dal fatto che quest'opposizione ora prova repulsione per il proprio desiderio: nel momento in cui la base democratica si è confrontata con la realtà di quello che risponde alla sua domanda in termini economici, è inorridita e terrorizzata per il futuro dell'umanità.

Nei prossimi quattro anni, la base democratica sarà costretta a scegliere fra un ritorno democratico alla persistente stagnazione economica e l'apocalisse di Trump. Nessuna di queste due scelte è confortevole o praticabile. Qui, il problema reale non è Trump né i democratici di per sé, ma il fatto che nessuno negli Stati Uniti o in Europa ha una qualche idea su come fare a promuovere una crescita elevata dell'occupazione senza sacrificare l'ambiente, i salari e le tutele. Trump non è irrazionale, ma sta semplicemente provando a dare una risposta ad una domanda piuttosto diffusa che chiede un alto tasso di crescita, una domanda che proviene, innanzi tutto, dalla base democratica.

2. Non si può avere crescita economica senza l'impoverimento della classe operaia

In secondo luogo, di fatto non c'è alcun modo per lo Stato fascista di realizzare quel genere di alto tasso di crescita economica promessa da Trump, senza sbudellare le protezioni ambientali e le tutele lavorative. Il presupposto comunemente accettato è che possiamo avere un alto tasso di crescita economica, con una forte protezione dell'ambiente e del lavoro. Sfido un tale presupposto. La crescita economica richiede produzione di plusvalore, la produzione di un prodotto sociale che è del tutto superfluo ai bisogni della società. Se ci fosse un modo per arrivare a questo genere di rapida crescita economica senza sacrificare il lavoro e l'ambiente, i democratici lo avrebbero scoperto molto prima di adesso.
Diversamente della maggior parte della sinistra, non mi illudo di essere più intelligente delle persone che hanno gestito il modo capitalista di produzione negli ultimi 80 anni; il che significa che oggi noi possiamo avere una rapida crescita economica oppure possiamo avere una forte protezione del lavoro e dell'ambiente, ma non possiamo averli entrambi.

Quando ci si trova di fronte a questo genere di dilemma, conviene trovare un'altra strada.

3. I comunisti hanno bisogno di trovare finalmente un'alternativa.

Tutto questo mi porta al terzo punto: se i comunisti sono a conoscenza del fatto che alla fine la società si troverà sul punto di doversi confrontare con una scelta nella quale si perde comunque, fra avere un lavoro ed avere efficaci tutele lavorative, come farà ad evitare di cadere in questa falsa scelta?
La scelta, così come oggi fondamentalmente si pone, è una scelta fra Trump ed il candidato democratico del 2020 - crescita senza tutela del lavoro contro nessuna crescita.
I comunisti, che naturalmente non hanno alcuna influenza sugli eventi, dovrebbero focalizzare la loro attenzione sullo sviluppo di un'alternativa rispetto alla falsa scelta fra il partito repubblicano e quello democratico. Con tutto il loro insistere che una simile alternativa è possibile, i comunisti non hanno mai effettivamente elaborato una strategia economica alternativa che non si fondi su una rapida crescita economica, vale a dire, intensificando la produzione di plusvalore. Per questo motivo, non hanno mai elaborato una strategia politica che non richiedesse un intervento dello Stato nell'economia ancora maggiore di quello già praticato dai fascisti.
È questo il problema con una tale strategia politica: anche se non scoprirai mai questo leggendo letteratura comunista, non stiamo vivendo né nella Russia del 1917 né nella Cina del 1949. Vale a dire, non dobbiamo industrializzare gli Stati Uniti, introdurre l'elettricità, e neppure assorbire una massa di contadini nella moderna produzione. Non c'è assolutamente alcuna ragione per avere quel genere di Stato che ha portato l'industrializzazione che quei due paesi avevano bisogno di attraversare per modernizzarsi.

4. Sveglia, non è il 1917.

I comunisti hanno bisogno di smettere di leggere i libri scritti da Lenin, Stalin, Mao e Deng ed unirsi al resto della società degli Stati Uniti del 21° secolo. Se lo fanno, scopriranno ben presto che il problema che dobbiamo affrontare non attiene a come promuovere una rapida crescita economica, ma come assorbire una massa incredibilmente enorme di lavoratori disoccupati che oggi sono superflui per la produzione. Non si può risolvere questo problema per mezzo di una maggior crescita economica, vale a dire, incrementando la produzione di plusvalore - semplicemente questo non funziona. I comunisti devono elaborare un programma realistico per assorbire questa enorme massa di persone nell'occupazione produttiva senza promuovere la crescita economica o senza accettare lo sbudellamento delle tutele lavorative e della protezione ambientale.
Nessuno sta facendo questo oggi. Tutti parlano di offrire un'alternativa, certo, ma continuano a ritornare a dei modelli morti che si basano su un rapido sviluppo industriale. Questo è inaccettabile. Date retta, se oggi il problema più pressante fosse quello dei kulaki, allora gli scritti di Lenin successivi al 1917 sarebbero rilevanti. Tuttavia, negli Stati Uniti non ci sono kulaki. Gli scritti di Lenin non hanno alcuna rilevanza nella nostra attuale situazione economica.

Il problema che dobbiamo affrontare è come impiegare comunque dai 20 ai 100 milioni di lavoratori che sono rimasti bloccati fuori dall'occupazione e che dipendono dai sussidi statali e dalla carità. È questa la questione centrale del nostro tempo ed è il problema rispetto al quale entrambi i grandi partiti appaiono inetti. Pensate davvero che si possa crescere fino ad impiegare oggi dai 20 ai 100 milioni di lavoratori disoccupati? Se è così, si prega di informarci sul come fare.
Se non si può, allora bisogna cercare un'alternativa realistica al modello della crescita economica. E va fatto velocemente. I lavoratori della "Rust Belt" sono disperati e stanno prendendo in considerazione delle idee pericolose che non possono essere combattute per mezzo degli eroici metodi antifascisti.
Abbiamo bisogno di alternative realistiche; la classe operaia deve vendere la sua forza lavoro per mangiare e darà retta a qualsiasi intrallazzatore che le promette di renderlo possibile.

- Jehu - Pubblicato su The Real Movemente il 22 gennaio 2017 -

fonte: The Real Movement

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