Le mogli dei nostri grandi pensatori che hanno la tendenza a fare le troppo gelose custodi della sensibilità e della reputazione dei loro mariti sono di solito spiacevoli. Qualche volta sono anche temute. La moglie di A. I. Herzen ad esempio, secondo quanto riferito da Michel B., fu sotto questo punto di vista, veramente notevole. Quando si faceva un po’ chiasso intorno a qualche giovane dotato di qualche nuova idea nel suo cervello peraltro insignificante — fatto questo che provocava nel marito una sorta di sconforto intellettuale — lei ne era profondamente irritata. E immediatamente seguiva la condanna del nuovo arrivato, con parole, sempre le stesse, che suonavano come una maledizione divina.
«Il tempo» era solita dire velenosamente «si prenderà cura di lui!» Il tempo, naturalmente, si prende cura di noi tutti, ma noi possiamo capire il perché dei suoi timori. E non soltanto nei confronti dei giovani. I nostri vecchi uomini temono la mano del tempo che viene a scuotere la fiducia nelle cause nelle quali hanno creduto, come se fosse la mano della morte che viene a rapire i loro figli. Per questi compiacenti ottimisti che non hanno ancora imparato — come noi — a vivere nel regno della disperazione, il primo accenno di fallimento sembra loro la visione della morte stessa.
Da un brano attribuito a S.G.NECAEV(1847-1882)
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