- Istituto della Smobilitazione - Tesi sul concetto di sciopero -
Tesi n°3: Lo sciopero è il (doppio) rovesciamento dei valori
Il cambiamento di paradigma - messo in luce da Hannah Arendt, in "Vita activa. La condizione umana" - può essere rappresentato nei seguenti termini:
Atene Mondo Moderno
AZIONE LAVORO
LAVORO AZIONE
Nell'antichità, il lavoro era qualcosa che veniva disprezzato, lasciato agli schiavi. Un cittadino non vi si abbassava. La sua dignità lo chiamava alle cose legate all'azione, alla politica - cui non poteva sottrarsi. Rispetto a tali valori, le società occidentali praticano l'esatto opposto: il "cittadino" si sbarazza del carico della politica e si dà dei rappresentanti (cosa che gli prende circa un minuto, ogni cinque anni, per votare) di modo da potersi dedicare a tempo pieno al lavoro, luogo del suo piacere e della sua auto-realizzazione; vale a dire: della sua infelicità e del suo sfruttamento, in quelle attività professionali divenute, per la maggior parte, nocive; nocive agli uomini, alla natura, alla società.
La politica è diventata affare degli specialisti; quegli stessi che dicono: "Tornate al lavoro, e noi prenderemo in mano il problema politico". Ecco perché attaccano lo sciopero, che dice:"Lascio il lavoro, il campo e il granaio; mi riapproprio della politica che ho abbandonato ..."
La filosofia politica ha accompagnato molto bene questa evoluzione. Tutta la filosofia politica, fin da quando Platone ha cercato una via di fuga definita dalla politica.
Facendo fermare il lavoro e rimettendo le persone al loro posto, nell'azione politica, lo sciopero capovolge i valori capovolti; restaura l'antica gerarchia. Lo sciopero è la politica della politica morta.
Tesi n°4: Lo sciopero contesta la specializzazione della politica
Quello che Protagora dice a Socrate: "Ecco come, Socrate, ed ecco perché gli Ateniesi e gli altri, quando si tratta di architettura o di qualsiasi altra arte professionale, pensano che non competa altro che ad un piccolo numero, dare consigli, e se qualcun altro, fuori da questo piccolo numero, si unisce per dare un pare, non viene tollerato, come tu dici, e giustamente, secondo me. Ma quando si delibera sulla politica, dove tutto si basa sulla giustizia e sulla temperanza, si ha ragione ad ammettere tutti, perché bisogna che tutti partecipino alla virtù civile; altrimenti non c'è più la città. Ecco, Socrate, la ragione di questa differenza." (riportato da Platone, in "Protagora"). Ma Platone (cosa che non ha fatto Socrate) assassina Protagora - e metterà gli specialisti al potere. La costruzione della città, l'utopia, è lui. Da quel momento: "Il sovrano si prenderà cura degli affari pubblici ...". Lo sciopero contesta la definizione della politica come affare degli specialisti che avrebbero dei "titoli" a governare.
Come dicono le grondaie di Besançon, sulle quali si può leggere che lo sciopero è la "riappropriazione della politica da parte degli ignoranti. L'ignorante è colui che non ha alcun titolo per governare. O, "La condizione perché un governo sia politico, è che sia fondato sull'assenza di qualsiasi titolo per governare" (Ranciére). Lo sciopero dice: "Non sono uno specialista della politica, non ho alcun titolo per governare ... ma voglio decidere delle condizioni della mia vita; voglio decidere delle condizioni del mio lavoro; insieme a tutti quelli con cui vivo; con tutti quelli con cui lavoro."
Lo sciopero è lo stesso scandalo che è la democrazia, la cui essenza è: la politica è l'affare di coloro che non hanno alcun titolo per governare.
"Fa parte del démos - scrive Ranciére - chi parla quando non ha da parlare, chi prende parte a ciò cui non ha nessuna parte."
Corollario alla tesi n°4: Lo sciopero contesta lo spettacolo
Perché: "E' la più antica specializzazione sociale, la specializzazione del potere, che è alla radice dello spettacolo" (Debord)
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