Christian Ferrer, sociologo argentino, nel suo libro "Cabezas de tormenta. Ensayos sobre lo ingobernable" (scaricabile qui), nell'ultimo capitolo, "Una moneda valaca", a proposito della resistenza partigiana, parlando del ruolo della moneta nella diaspora antifascista (quella diaspora che troverà il suo olocausto nella seconda guerra mondiale: i rivoluzionari ungheresi di Bela Kun, i contadini ucraini di Makhno, i marinai di Amburgo, i fuggiaschi dai fascismi balcanici, italiani e tedeschi e gli internazionalisti della guerra civile spagnola: tutti quelli che continueranno a combattere nei maquis e integrati negli eserciti alleati), tratta di un argomento assai poco noto: riguardo i componenti in esilio del movimento makhnovista che andarono a combattere in Spagna, nel 1936, come brigatisti internazionali durante la guerra civile spagnola. Questi ucraini che, insieme ai bielorussi ed ai polacchi, formavano la compagnia comandata dal tenente Taras Shevchenko, facente parte del Battaglione Palafox della XIII Brigada Internazionale. Una di quelle compagnie che rimase a combattere fino alla fine, poi quando cadde la Catalogna attraversò i Pirenei e partecipò, in Francia, alla resistenza contro il nazismo. Nella Catalogna del 1937, la Compagnia Internazionalista Shevchenko era formata da una decina di sopravvissuti dell'esercito anarchico di Nestor Makhno, quelli che nel 1921 erano riusciti ad attraversare, a cavallo, la frontiera fra la Russia e la Romania. Ancora nel 1945, quando alla fine della II guerra mondiale, in Linguadoca, alla fine deposero le armi, conservavano ancora nelle tasche la moneta rivoluzionaria coniata da Makhno venticinque anni prima.
Già, e qualcuno si è mai chiesto quali storie si raccontassero, nel 1924, Makhno - che allora lavora a Parigi come carpentiere - e Buenaventura Durruti - che aveva aperto in quell'anno una libreria a Parigi - prima che l'anarchico ucraino venisse arrestato e segregato nella Conciergerie, nella stessa cella dove era stata detenuta Maria Antonietta? Con ogni probabilità, Makhno fece a tempo a mettere in guardia Durruti ed Ascaso, sconsigliandoli dall'accettare l'asilo che l'Unione Sovietica offriva loro!
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