mercoledì 12 giugno 2013

Bruciarsi i ponti

marx

 

Cosa pensasse Karl Marx di Karl Grün (noto anche come Ernst von der Haide), e di quel "vero socialismo" di cui era uno dei rappresentanti, era abbastanza chiaro a tutti, ma forse non lo era abbastanza a Proudhon. Ragion per cui, Marx pensò bene di indirizzargli una lettera nella quale, dopo averlo invitato ad essere il suo corrispondente a Parigi, così si esprimeva:
"Colgo l'occasione per metterLa in guardia contro il signor Grün di Parigi. Costui non è altro che un avventuriero letterato, una specie di ciarlatano che vorrebbe trafficare con le idee moderne. Egli cerca di celare la propria ignoranza dietro frasi pompose e pretenziose, ma gli è riuscito abbastanza bene di rendersi ridicolo con le sue scempiaggini (...) Nel suo libro sui "socialisti francesi" egli osa definirsi maestro di Proudhon (...) Si guardi da questo parassita."
Ma Proudhon era in buoni rapporti con Grün, e non gradì molto l'avvertimento. "Grün è in esilio" - rispose a Marx - "senza mezzi, con una moglie e due figli da mantenere, e vive coi proventi della propria penna. Che volete che sfrutti per vivere, se non le idee moderne?" Insomma vedeva nella millanteria di Grün solo la sfortuna e l'estrema necessità. Quindi lo perdonava.
E poi, sì, sarebbe stato lieti di collaborare con Marx, per "scoprire le leggi della società", ma solo a patto di evitare di "farci noi stessi promotori di una nuova intolleranza". Concludeva la lettera, Prodhon, dichiarando che "A queste condizioni sarò lieto di entrare nella vostra associazione, altrimenti no!".
Insomma, per dimostrare la propria tolleranza - detto in soldoni - Proudhon chiedeva a Marx che questi aiutasse Grün a portare a termine la traduzione in tedesco dell'ultima opera dello stesso Proudhon "La filosofia della miseria". E Marx rispose. Rispose scrivendo "Miseria della filosofia", una filippica di cento pagine su come Proudhon non sapesse una sega su Ricardo ed Hegel. Giusto per chiarire. visto che "il signor Proudhon ha la sventura di essere misconosciuto in Europa in un modo singolare. In Francia egli ha il diritto di essere un cattivo economista perché passa per un buon filosofo tedesco. In Germania ha il diritto di essere un cattivo filosofo perché passa per uno dei migliori economisti francesi. Noi, nella nostra duplice qualità di tedeschi e di economisti, abbiamo voluto protestare contro questo duplice errore."
Era evidente che, a questo punto, il "Comitato comunista di corrispondenza" doveva trovarsi qualcun altro, che lo rappresentasse in Francia!

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