Miglioramento discutibile nel settore automobilistico
di Robert Kurz - Giugno 2012 -
Se la crisi del debito pubblico europeo e statunitense continua allegramente a devastare ogni cosa al suo passaggio, sembra invece avere poca influenza sulla situazione economica mondiale. L'industria tedesca d'esportazione, in particolare, immagina di vivere un'eterna primavera. A cominciare dall'industria automobilistica, che costantemente annuncia di aver battuto dei nuovi record. Ciò mostra fino a che punto la produzione automobilistica costituisca per il capitalismo un settore chiave, cosa che ci fornisce una prospettiva perfetta di dove ci troviamo nell'avventura economica. Hanno ragione gli ottimisti a prometterci una crescita senza fine dell'economia reale per i prossimi dieci anni?
Vale la pena di esaminare da vicino la struttura dell'attuale boom dell'auto. Sembra che, da un lato, le vendite in Europa continuino a diminuire. Da un'altra parte, però, si assiste ad una vera e propria esplosione delle esportazioni verso i paesi emergenti, la Cina in testa, e verso gli Stati Uniti. Se si trattasse di una situazione economica solida a lungo termine, si baserebbe sull'acquisto di piccoli veicoli di fascia bassa o media, rivolta alla maggioranza della popolazione, mentre i costosi modelli di fascia alta dovrebbero segnare solo il picco di un grafico con una base molto larga. Invece, si osserva esattamente l'inverso. Il carburante di questo preteso miracolo automobilistico, sono le limousine lussuose e appariscenti della Daimler, della BMW e dell'Audi, o le vetture sportive della Porsche.
In Cina, come negli Stati Uniti, il divario fra ricchi e poveri continua ad allargarsi. E' un problema sociale, ma è anche un problema economico: il fatto che il consumo di massa di automobili, da parte dei salari più bassi, sia in larga misura assente attesta il carattere febbrile di questo boom delle vetture di lusso. Abbiamo a che fare con una parvenza di ripresa, basata sul prestito e sulle bolle finanziarie.
La classe media benestante recentemente apparsa in Cina non si fonda su alcuna base solida. Essa è legata alla crescita speculativa della costruzione di alloggi ed uffici, per la più parte inoccupati, di stadi e di altri investimenti voluttuari, supervisionati a livello comunale e regionale da quadri di partito corrotti. Essa compra a credito i suoi prodotti di lusso, o grazie a delle entrate illecite. La situazione è del tutto simile a quella degli Stati Uniti, dove i flussi di capitale che vengono continuamente iniettati dal governo e dalla banca centrale sono solo a beneficio di una minoranza.
Non c'è bisogno di aspettare il prossimo crack finanziario per capire che è stata sopravvalutata la capacità dei consumatori mondiali di veicoli di fascia alta - anche quando si tratta dei cittadini di questa Germania che tutti celebrano come se fosse un paese della cuccagna: tutti questi bei prodotti probabilmente non sono stati comprati in contanti, ma in leasing.
Si può portare l'acquirente a comprare, per una rata mensile che a prima vista può sembrare modesta. Ma, nella misura in cui questi "acquirenti" hanno già raggiunto i limiti del loro reddito, le prospettive economiche a lungo termine si rivelano assai magre.
Inoltre, le prestigiose supercar sono talmente superequipaggiate che vanno rapidamente in panne. E laddove, per una piccola vettura senza niente di elettronico, il prezzo medio delle riparazioni rimane ancora relativamente abbordabile, con i modelli di fascia alta non si spende meno di 800/1000 euro. Non è solo in Germania che concessionari e garagisti sono sovraccarichi di piccoli gioielli comprati in leasing, i cui presuntuosi utilizzatori non hanno più i mezzi per pagare la riparazione (o la prossima rata).
Tutto ciò ci indica come il boom delle vetture di lusso si potrebbe rivelare un bidone tale e quale a quello immobiliare.
Robert Kurz
1 commento:
oltremodo pacifico. ma del resto, chi promette una crescita "senza fine"... per i prossimi 10 anni, e' evidentemente qualcuno che non sa di cosa sta parlando, o che tenta di confondere l'interlocutore col delirio.
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