- "Quiddentro o fuori?"
- "Fuori ... qui ho degli amici che non intendo mettere nei guai."
Questo brevissimo scambio di battute avviene in una caffetteria a Belleville, Parigi. E' il 18 ottobre del 1976, e due uomini si affrontano dentro il Caffè Europa. Quello più vecchio, che ha deciso per "fuori", esce, seguito da un uomo più giovane. Poi, dentro, da fuori, arriva il suono inconfondibile delle pallottole che vengono esplose. Un colpo, due, forse a distanza ravvicinata. Per terra, rimane il corpo intriso di sangue di Laureano Cerrada. Insieme alla domanda a proposito di chi aveva voluto assassinare il vecchio falsario, e perché. E perché, l'assassino aveva scelto un luogo affollato come quello, senza che gli importasse di poter essere riconosciuto?
"Si era fatto ipotecare" - Così ipotizza Lucio Urtubia - di cui Cerrada era stato maestro e mentore nell'arte della falsificazione - nella sua biografia. Sì, ma da chi?
La morte di Laureano coincide, cronologicamente, con la parte finale del lavoro di investigazione di Eliseo Bayo per la "Gaceta llustrada", dove venivano pubblicati gli articoli che poi andranno ad essere raccolti nel libro "Los atentados contro Franco". Sembra che Bayo avesse convinto Laureano a scrivere le sue memorie. Avevano trascorso tre giorni insieme, e Bayo aveva programmato 15 giorni per mettere dentro un libro tutta la preziosa storia di Cerrada.
"Questa iniziativa fu l'errore che portò Cerrada alla morte, e che solo lui avrebbe potuto prevedere" - afferma Luis Andrés Edo.
Per giorni, Cerrada registrò la propria voce in un magnetofono, aspettando che Bayo tornasse a Parigi. La morte fermò il progetto.
Lo stesso Bayo condusse un'investigazione sull'accaduto, e i risultati vennero pubblicati sulla “Gaceta Ilustrada”, compreso il nome del supposto assassino: Ramón Benichó Canuda, alias Ramón Leriles. La polizia, però, non pervenne alle stesse conclusioni del giornalista, e dopo aver interrogato Leriles, lo lasciò andare. Permettendogli così di scappare in Canada.
Ramón Benichó Canuda, alias Ramón Leriles, 52 anni, spagnolo, aveva militato tempo addietro nella CNT e, dopo aver trascorso un certo periodo in carcere, si pienamente integrato nella mafia francese. Secondo Bayo, il primo incontro di Leriles con Cerrada risale alla sua prima detenzione, nel 1950, quando quest'ultimo fu arrestato in seguito ad una delazione. Leriles c'entrava?
Il giorno prima che Leriles sparasse a Laureano, la Gaceta aveva pubblicato l'articolo che si riferiva al fallito attentato contro Franco nella Baia della Concha de San Sebastian. Un caso?
Mentre Bravo arrivava a Parigi per mettersi a lavorare sul suo progetto riguardo le memorie di Cerrada, questi incaricò un giovane avvocato parigino, Nicolas Reveillard, di sottrarre dal Palazzo di Giustizia un dossier di più di millecinquecento pagine. Questa era un genere di pratica per la quale alcuni impiegati si rendevano disponibili, dietro pagamento di un'adeguata somma. Laureano pagò tremila franchi. Secondo Bayo, nel dossier in questione si trovava la prova che l'attentato contro Franco era fallito a causa di una delazione. Il delatore, a detta di Bayo, sarebbe stato Primitivo Pérez, il pilota del piccolo areoplano. C'è da dire che Antonio Téllez, in "Storia di un attentato aereo contro Franco", confuta con varie prove una simile ipotesi.
Cosa conteneva questo misterioso dossier?
Nel romanzo, "Laureano Cerrada, el empresario anarquista", Cesar Galiano riprende l'ipotesi di Bayo e rincara la dose affermando che in quell'abbondante dossier si fanno i nomi di altri possibili delatori. Seguendo il filo di questa versione, si arriva al fatto che Ramón Benichó (Leriles) avrebbe agito per far sì che quel dossier non arrivasse mai nelle mani di Laureano.
Ma c'è una cosa che non quadra, in questa storia, ed è il fatto che Laureano sapeva benissimo che l'avvocato Reveillard era amico intimo di Leriles. E allora, cosa cercava Cerrada? La sua propria morte???
Quella mattina del 18 ottobre del 1976, Cerrada telefonò all'avvocato, dalla caffetteria Europa. Poco dopo, dalla porta del bar, fece il suo ingresso Leriles che salutò con ostentazione tutti gli avventori.
Ma perché? Perché l'assassino doveva entrare a viso scoperto sulla scena del crimine?
Bayo fa anche l'ipotesi del coinvolgimento dei servizi segreti, nella morte di Cerrada. Secondo tale versione, i servizi di polizia avrebbero fatto passare la cosa come un regolamento di conti tra mafiosi, e così facendo si possono evitare tutte le ipotetiche speculazioni politiche sulla morte di Cerrada.
Seguendo una linea simile, Stuart Christie, nel suo libro di memorie "Franco me hizo terrorista", suggerisce che Ramón Benichó lavorasse per il Grupo Paladin, una delle bande di pistoleri dirette da Eduardo Blanco, capo della Brigada Politico Social. Un gruppo segreto che reclutava fascisti italiani e tedeschi, ed era comandata da Otto Skorzeny, alias Caracortada, ex-colonnello delle SS che si era stabilito a Madrid.
Da un'altra parte, Luis Andrés Edo, ne "La CNT en la encrucijada. Aventuras de un heterodoxo", riporta una nuova versione che, in sostanza, non differisce molto da quella di Bayo, anche se aggiunge un nuovo tassello. Nel suo libro, Edo racconta che fu proprio Cerrada a spiegargli che Ramón Benichó, alias Leriles, integrandosi nella mafia francese, si era specializzato nello sfruttamento della prostituzione. Un'attività criminale che necessitava della protezione della polizia, ed è fra gli "sfruttatori del sesso" che la polizia recluta la sua principale rete di informatori. Sembra che Cerrada avesse chiesto ai delinquenti "più degni" di denunciare pubblicamente il nucleo di confidenti "sfruttatori del sesso".
- "Ho letto l'articolo che ha fatto un tale Eliseo Bayo. Tu vuoi che noi veniamo denunciati dalla stampa spagnola".
Sarebbe cominciata così la discussione che poi sarebbe finita con due colpi di pistola a bruciapelo, e con un cadavere riverso su un marciapiedi di Parigi ...
fonte: http://diariodevurgos.com
Nessun commento:
Posta un commento