giovedì 15 marzo 2012

Tribunali, scacchi e pistole

Galbe-Loshuertos

Viene pubblicato adesso, il libro di memorie di José Luis Galbe Loshuertos, procuratore della Corte Suprema spagnola, nel 1936, in piena guerra civile. Fra le altre cose, nel libro ("La Giustizia della Repubblica", edito a cura dello storico Alberto Sabio per Marcial Pons) si racconta di come Pascual, il fratello dell'autore, anch'egli magistrato, facilitò la fuga, attraverso i Pirenei, di José María Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei.
Pascual Galbe - come viene spiegato - si incontrò più volte con Escrivà de Balaguer, che era stato suo compagno di facoltà a Saragozza, per offrirgli di lavorare in tribunale, nell'organismo che decideva su coloro che intendevano andare in Catalogna o ad Andorra. Non avendo accettato l'offerta, il magistrato decise di fornire all'"amico di gioventù" un lasciapassare che gli permettesse di oltrepassare la frontiera. Un "aiuto" cui non si fa alcun cenno nelle biografie del santo. Non era certo per caso che Escrivà si fosse diretto a Barcellona, per cercare di attraversare il confine con Andorra, dal momento che quella era la giurisdizione che dipendeva da Tribunale per Alto Tradimento presieduto dal suo amico Galbe Loshuertos.
In tutte le pagine, emerge quella che era l'intenzione di molti giuristi, come Galbe, di canalizzare la giustizia e di fermare gli episodi di spargimento di sangue che avevano luogo sul versante repubblicano, anche nei confronti di esercito e polizia. Paradossalmente, questi avvocati e giuristi, che nessuno conosce, finirono in gran parte fucilati o esiliati; proprio loro che avevano cercato di arginare gli episodi di terrore, mentre l'amministrazione della giustizia era minacciata dalla sollevazione franchista.
Una sorta di senso dell'umorismo pervade tutta l'opera, a partire dalle memorie della sua gioventù, quando parla del "pistolerismo" degli anni '20 a Saragozza, oppure di quanto ricorda la rivolta della caserma del Carmen, cui assistette dalla sua finestra. Tutti eventi di cui oggi si conosce assai poco.
Racconta di come, dopo aver superato gli esami, divenne procuratore capo a Siviglia, dove proclamò la II Repubblica dal balcone del Municipio, il 13 Aprile, un giorno prima della data ufficiale, e di come questo contribuì a fermare il colpo di stato del generale Sanjurjo.
Il suo talento venne premiato con il trasferimento a Madrid, e di quegli anni racconta i meccanismi più reconditi del funzionamento dei tribunali, mentre si lascia andare alla descrizione dell'atmosfera della città, raccontata per i suoi teatri, cinema e bar. Un vero e proprio romanzo d'azione.
Poi, con la vittoria del franchismo, il protagonista si vide costretto ad attraversare il confine con la Francia, impugnando una pistola che aveva preso ad un italiano durante la battaglia di Guadalajara. Alla fine, si ritrovò a Cuba, dove, abitualmente, passava le giornate a giocare a scacchi con Che Guevara.

fonte: http://www.teinteresa.es/

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