Quando saliva sul ring, LaMotta metteva a nudo la sua natura crudele. Non conosceva la paura e non temeva la punizione; la infliggeva. Ma quando era lontano dalle corde, si confrontava con la propria realtà drammatica. Autodistruttivo, viscerale e nevrotico, ossessionato dalla presunta infedeltà dei suoi collaboratori e compagni, LaMotta si comportava come un maschilista recalcitrante, vittima d'irrefrenabili esplosioni d'ira, a causa della sua gelosia. Dopo un rapporto impossibile con la sua prima moglie, costellato da diversi pestaggi, conobbe, per mezzo del fratello, Vicky.
Vicky era una biondo-platino del quartiere, ben inserita, aveva delle conoscenze nella mafia, e LaMotta si fece persuaso di poter trovare con lei quella pace che cercava. Fu l'opposto. Tormentato dal non aver mai avuto un' infanzia, e dalla sua mancanza di buone maniere, Lamotta combatteva le proprie insicurezze a suon di pugni. Vicky soffrì sul proprio corpo, i maltrattamenti di un marito ossessionato da attacchi permanenti di corna e dall'assoluta mancanza di fiducia negli altri. Insieme a quella Barbie dell'East End, LaMotta generò dei e alzò il suo livello di violenza fino a un punto inimmaginabile. Quando uscì il film su LaMotta, interpretato da Robert De Niro, il pugile concesse un'intervista a casa sua, sul bordo della piscina, insieme a Vicky. Alla domanda: "Ero davvero così, amore?". Lei rispose con sincerità: "Così!? Tu eri molto peggio di come appari in questo film".
Solo un blog (qualunque cosa esso possa voler dire). Niente di più, niente di meno!
giovedì 1 marzo 2012
ottavo round
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento