Un film, Barrios bajos si chiama. Che tradotto in italiano suonerebbe un po' come "Quartieri bassi", ma anche catapecchie, se vogliamo. Un film, girato e prodotto nel 1937, in piena guerra civile spagnola, a cura del Sindacato dell'Industria dello Spettacolo, ente collettivo e collettivizzante controllato dagli anarchici. Lo firma, don Pedro Puche, autore, in tutto, di solo cinque pellicole; l'unica fama gli deriva da questo film. Dubbia fama, in ogni caso. Se si vanno a cercare informazioni sul film, si viene a sapere che i rivoluzionari lo trovano politicamente inefficace, mentre, i cinefili lo tacciano di essere solo un blando precursore del cinema neorealista, influenzato un po' troppo da certo cinema francese. Politicamente inefficace? Può darsi. Quanto alla seconda critica, che dire? Barrios Bajos è un melodramma che indugia alla durezza, erede di certe narrazioni sociali dell'800. Un melodramma glorioso di puttane, pistole, droga e coltellate.
Il "putiferio" (locale notturno con puttane) è il suo tema e la sua ragion d'essere, senza che venga risparmiato nessuno dei luoghi comuni di questo genere, assai poco coltivato. Dentro c'è tutto: vermut con tapas a 20 centesimi, protettori col cappello sulle ventitré e il sigarino in mano, la signora che versa da bere ai suoi clienti, assassini galanti, bambini che scolano grappa, donne in biancheria intima vendute e comprate come bestiame, tristi parrocchiani con cappotto e berretto ... E in mezzo, El Valencia, onesto operaio che cerca di redimere, col suo amore tosto e sincero, la giovane donna destinata al mercimonio. Barcellona e i suoi vicoli di ubriachi, piastrelle e panni stesi, e i suoi sobborghi di mendicanti, prostitute e sfruttatori. Un film insolito, brillante, che mostra senza scrupoli una Spagna nascosta, o vista solo con la coda dell'occhio. Un film. Guardatelo! Qui sotto ...
BARRIOS BAJOS
Director: Pedro Puche. Con José Telmo, Rosita de Cabo, Rafael Navarro, José Baviera. España, 1937
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