martedì 5 aprile 2011

Per parlare (rileggendo Blanchot)

bunuelrey

Le pause che punteggiano, scandiscono e articolano il dialogo, non sono tutte della stessa specie. Alcune bloccano il dialogo.
Kafka si è domandato, quando otto persone siedono nell'orizzonte di una conversazione, in quale momento e quante volte sia opportuno e lecito prendere la parola, se non si vuole passare per taciturni.
Però, certi silenzi, sia pure carichi di disapprovazione, vanno a costituire la parte motrice del discorso. Senza questi silenzi non si parlerebbe affatto, salvo poi domandarsi, in seguito, se non ci si sia ingannati circa l'atteggiamento dell'interlocutore e se non sia stato poi l'altro, a farci parlare. E anche quando il silenzio, il mutismo, è un rifiuto, esso continua a far parte del discorso, lo assoggetta alle sue sfumature e contribuisce alla speranza di un accordo finale, oppure alla perdita di ogni speranza. Assume le caratteristiche di una parola differita, oppure può significare una differenza mantenuta con ostinazione.

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