giovedì 3 dicembre 2009

Condorcet



A.C. de C. (1743 - 1794)

La bontà brillava nei suoi occhi. E per lo più, apparentemente senza ombra alcuna:
ragionevole, nobile, onore e vanto della scienza, pur essendo nato aristocratico,
tuttavia l'amore per l'umanità lo condusse tosto sul sentiero della rivoluzione.
Nel suo ultimo nascondiglio scrisse La luce a due passi dalla morte
dell'illuminismo garantisce a tutti noi che, al chiarore di un moccolo di candela
un futuro radioso ci attende. Testa o croce: è davvero un gran peccato
che il cittadino marchese perdesse entrambe contemporaneamente. Le nostre condoglianze.
Del resto il terrore è una sorta di tric trac: un gioco stocastico.

Per un certo tempo passò per una mente agile e fredda. Ispettore della zecca,
Direttore della Navigazione, Segretario Permanente dell'Accademia. Carriera sobria
ma poliedrica, memore del benessere collettivo. S'interessava inoltre della teoria
delle comete, del problema dei tre corpi celesti e di statistica commerciale.
Eppure parrebbe che il suo spirito, perennemente proteso in avanti, le allusioni
alle attuazioni anteponga. Aha! Preferisce le allusioni!
Provvedete subito al mandato di cattura.
Si dà alla macchia, lo condannano a morte. Non c'è da stupirsene. Chi è sì virtuoso,
sì liberale, sì di nobile stirpe, generalmente lo si liquida per primo.

I consueti epiteti dal repertorio degli elogi e necrologi:
"ingegnoso", "sensitivo", "marito e padre affettuoso". Certo, certo.
Solo che la cantilena della pietà lascia irrisolte innumeri questioni.
Per esempio quella del fiocco bianco tra i capelli: è vero che la sua mamma
lo votasse per bigotteria alla Madonna, e che egli frequentasse prelati
fino all'età di quindici anni, in cuffia e crinolina, sempre immerso in preghiera?
Vi è forse qualche rapporto, e quale, tra queste voci e il fatto che questo timido,
roseo e distinto personaggio, diventasse il precursore dei più rudi tecnocrati?

Nel regno dell'esperienza è la probabilità che governa: ovvero arte politica,
volontà del popolo, commercio e industria, non sono che una sorta di tric trac
cui conviene applicare modelli matematici. Danni emergenti e lucri cessanti
diventano calcolabili, e gli sciamani della teoria ci insegnano d'ora in poi
I vantaggi che ottiene colui che sa calcolare il proprio gioco
rispetto a tutti coloro che al contrario si affidano all'istinto
o alla routine. Dobbiamo ringraziarlo per le macchine di Markov
e per il principio del minimax: al cittadino marchese noi stringiamo la mano.

Precedette la ghigliottina. Se fosse tuttavia vero che nella sua cella lo trovarono
ucciso da una forte dose di veleno che da tempo seco recava, quali conseguenze trarne
in rapporto alla sua tavola storica del progresso del genere umano?
Spruzzi di bianco filosofale, frasi morbide come ovatta. Egli le scrisse dunque
col veleno già in bocca? Raccomandiamo cautela in caso di inalazione.
La barbarie è per sempre sconfitta. Un fluido ingenuo ci penetra nelle narici,
e noi ci chiediamo come stanno in realtà le cose, se questa sua filosofia
è scaramanzia, profumato sarcasmo, giaculatoria, monomania oppure bluff?

H.M. ENZENSBERGER - MAUSOLEUM -

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