mercoledì 9 dicembre 2009

Soltanto fumetti ...



Quando finalmente Franco morì, il 20 novembre 1975, lasciandosi alle spalle quasi 40 anni di dittatura, tutto quello che importava agli spagnoli era il sesso . La priorità era quella di sbarazzarsi a qualunque prezzo della morale nazional-cattolica, dimenticare il passato, dimenticare anche la storia di un bambino povero dalle grandi orecchie, che stava morendo di fame in una casa di assistenza sociale, come quella che si racconta in Paracuellos , di Carlos Giménez.
"A quel tempo, alla gente interessavano solo le tette, grandi, e nessuno voleva leggere i miei fumetti", racconta il maestro del fumetto spagnolo. Dopo un silenzio di piombo, e ora che la legge della memoria storica ha fatto diventare di moda discutere del conflitto, una storia, ambientata in parte nella guerra civile, come "I serpenti ciechi", ha vinto il Premio nazionale del fumetto 2009 ed è appena stato pubblicato "L'arte del volo", in cui Antonio Altarriba racconta la vita di suo padre.
Vignette per rompere il silenzio.

"Il fumetto può, naturalmente, partecipare ad un lavoro di memoria storica, perché si collega alle persone che non hanno mai letto i libri. Riesce ad estendere il focus di interesse, parlare di amore e di violenza con un altro linguaggio, esprimere cose che non possonoi esprimersi con solamente la scrittura" asserisce Julián Casanova, l'autore di "Storia della Spagna nel XX secolo ".
La principale differenza tra un saggio e un libro a fumetti è che le vignette riescono a mettere a fuoco una storia personale, una testimonianza diretta di un ex-miliziano o un civile che soffrirono l'orrore quotidiano della guerra.

Un simile intento ha portato Miguel Gallardo a pubblicare "Un lungo silenzio" nel 1997. "Mio padre attese fino alla morte di Franco per parlare della sua esperienza. Non era un eroe, ma fu mandato in esilio nei campi di concentramento del sud della Francia prima di tornare nella Spagna franchista", spiega Garcia. Fino agli anni novanta, l'unico riferimento è stato Giménez, che ha pubblicato i quattro volumi che compongono "36-39. Malos tiempos".
Per lungo tempo, i critici hanno parlato dell'esilio "della memoria storica" riferendosi alle numerose pubblicazioni sulla guerra civile, pubblicate all'estero. Gimenez stesso pubblicò la prima volta in Francia sulla rivista "Fluide Glacial".
Fra le prime opere a riferirsi al conflitto spagnolo, abbiamo "Le falangi dell'Ordine Nero", una storia del francese Pierre Christin e di Enki Bilal, pubblicata nel 1979. Hugo Pratt, il padre di Corto Maltese, parla anche della Spagna divisa ne "LK'ultimo volo", una storia sull'aviatore e scrittore Antoine de Saint-Exupery, e l'unico autore non-spagnolo che ha deciso di raccontare in dettaglio la guerra civile è l'italiano Vittorio Giardino in "Le avventure di Max Friedman.¡No pasarán!"
I fumetti disegnati e scritti dagli spagnoli non superano le quindiuci unità, ma "la cosa più importante è quello di parlare di questo. Essa è fondamentale per la politica culturale di questo paese," sottolinea con tono il presidente dell'Associazione per il Recupero della memoria storica, Emilio Silva.
"Il genere del fumetto è molto interessante perché è alla portata di molte persone", continua. Inoltre, non dobbiamo dimenticare il lavoro pionieristico di Antonio Hernandez Palacios, che pubblicava, in piena transizione, le sue opere sulla guerra civile: "Eloy, uno tra i tanti" (1979) e "1936, Euskadi en llamas" (1981).
La maggior parte delle opere finora pubblicate in castigliano e da autori spagnoli sono il risultato di una frustrazione, di un silenzio imposto da quando le forze di Franco vinsero. Rappresentano la parte dei perdenti.
Il regime ha sempre onorato i propri caduti, usando anche vignette e riviste per l'infanzia.
"La verità è che sarei interessato a leggere anche le storie personali dei franchisti", riconosce Paco Camarasa, editore delle "Edicions de Ponent". Gallardo è sicuro che molte storie personali, come quelle degli uomini della Divisione Blu che fuggirono in Russia, potrebbero essere rese in un fumetto.
"Non è più un tabù parlare", dice lo storico Casanova, "anche se vi è una certa riluttanza, da parte della popolazione, a far sì che la guerra divenga oggetto di discussione.
Alcuni album come "Martillo de herejes" ed il lavoro collettivo "Nuestra Guerra Civil" parlano di entrambe le parti. "Ho voluto spiegare chiaramente cosa è successo. Io sono uno storico e non ha mai capito le grandi differenze dei dati sul nostro conflitto", spiega Juan Gomez, lo sceneggiatore di "Martillo de herejes". José Vicente Galadí, il coordinatore di "Nuestra Guerra Civil", condivide questa visione pedagogica e ritiene che il fumetto sia "un buon mezzo per contribuire" ad un lavoro di memoria storica.
Gimenez sa che il suo lavoro è considerato come una prova di primaria importanza. "Un amico mi ha detto un giorno: l'hai inventata tu, la memoria storica, solo che non lo sapevi", ricorda. E precisa: "La cosa più importante, prescindendo da un presunto lavoro di memoria, è la sincerità. La cosa importante è interessarsi alle persone". In "36-39. Malos tiempos", l'artista racconta "la tragedia di persone che muoiono di fame, terrorizzati una guerra orribile. Ho voluto mettere in primo pianol'esperienza della guerra." Le sue storie si basano su interviste con le persone che hanno vissuto il conflitto.
Altarriba, autore di "El arte de volar", rimase traumatizzato dal suicidio di suo padre, nel 2001. Come il padre di Miguel Gallardo, questi non aveva mai parlato della guerra.
"La mia priorità era quella di tirare fuori il dolore e l'onore di mio padre", confessa Altarriba. Ha usato gli scritti lasciati dal padre per raccontarne la vita, dall'inizio del conflitto fino al discreto ritotno allla sua famiglia nella Spagna di Franco.
Lo sceneggiatore di "Las serpientes ciegas", Philip H. Cava, insiste sul fatto che il suo lavoro "non è sul conflitto spagnolo, quanto, piuttosto, una trama che mostra l'orrore generato da ideologie totalitarie", Gimenez ricorda che "poche persone che hanno vissuto la guerra sono ancora vive per poterne raccogliere le testimonianze. Ora o mai più!". Altarriba non condanna il lavoro delle nuove generazioni, ma riconosce che aver vissuto la dittatura lo ha aiutato nel suo lavoro. Giovani scrittori come Paco Roca hanno già nuovi progetti in corso: gli hanno commissionato un libro a fumetti sugli esiliati nel sud della Francia. A Javier de Isusi (Los viajes de Juan Sin Tierra) piacerebbe molto lavorare sulla guerra civile, ma all'interno di una cornice più ampia, "all'interno di un'opera sulle guerre della Spagna."
Il fumetto sulla guerra civile può contribuire a rompere un silenzio imposto da anni di terrore, che alcuni continuano a credere che non sia finito.

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