martedì 29 dicembre 2009

Impostore?



Einric Marco è quello che comunemente viene definito un impostore.
Meccanico di professione, antifranchista legato al movimento anarchico, autodidatta che si è dato una discreta cultura storica e politica, nel 1978 rilascia una lunga intervista al periodico «Por Favor», nella quale racconta come, arrestato dai nazisti nel 1943, venne deportato nel Lager di Flossenburg, col numero 6448.
Preciso nei dettagli, esatto nella descrizione di luoghi e ambienti e nella documentazione delle atrocità dei carnefici e delle sofferenze dei prigionieri; non mette mai troppo in risalto la sua persona, non si atteggia a eroe né esibisce atti di particolare coraggio. Tutto questo, po, comparirà, con maggiore intensità e compiutezza, nel suo libro "Memorie dell'inferno" (1978). Enric Marco diventa un personaggio ufficiale, il rappresentante dei deportati spagnoli, la voce quasi impersonale e corale di chi ha vissuto uno dei massimi orrori della Storia.
Tiene centinaia di conferenze in tutta la Spagna, specialmente nelle scuole, sale ai vertici della Cnt, il sindacato anarchico che dopo tanti anni di repressione rinasce con la caduta del franchismo. Riceve da Jordi Pujol, presidente del governo catalano, la Croce di San Jordi. Il 27 gennaio 2005 è l' ospite d' onore alla seduta ufficiale del Parlamento spagnolo in memoria delle vittime del nazismo, diviene presidente dell'Amical Mauthausen, l' associazione dei deportati per la quale si prodiga con dedizione ed efficienza. Accanto a queste attività, che gli procurano onore e fama ma non denaro, continua a esercitare il suo mestiere di meccanico di automobili.
Però, mentre si trova in Austria per preparare le celebrazioni del sessantesimo anniversario della liberazione del Lager di Mauthausen, alla presenza di Zapatero, viene richiamato con un pretesto in Spagna: si è scoperto che egli non è mai stato deportato a Flossenburg e che il numero 6448 non corrisponde al suo nome, è il nome di Nessuno.
L' Amical Mauthausen espelle il suo presidente, il governo catalano ritira con imbarazzo la medaglia di San Jordi, centinaia di giornalisti, lettori, cittadini, familiari dell' impostore e familiari di autentici deportati scrivono, commentano, protestano. Vengono messe vivacemente in discussione le nuove tendenze storiografiche che prediligono le fonti orali.

Il suo discorso, lo legge un altro, un vero deportato. I sopravvissuti dei lager ascoltano il discorso scritto da Enric Marco, che dice cose vere in cui essi si riconoscono pienamente, di cui è falso non il testo ma l' autore e che dunque l' autore non ha il diritto di leggere e la cui lettura deve essere affidata alla bocca di un altro. Marco le ha scritte, ma non le ha vissute. Chi le legge ad alta voce non le ha scritte, ma le ha vissute.

«Tutto ciò che ho detto sono verità messe sulle labbra di un imbroglione. Le ho sentite da compagni che le avevano vissute. Si, sono un falsario, ma dico grandi verità»: ora questo è un film, e può essere visto - in streaming - su http://cinetube.ucoz.com

ICH BIN ENRIC MARCO
* 2009 - Beta digital PAL - Colour and Black and White - 100'
* Regia : Lucas Vermal , Santiago Fillol
* Sezione : Ici et Ailleurs
* Versione originale : Spanish/Catalan/German

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