venerdì 29 febbraio 2008

Viaggi



E' annunciato per il prossimo maggio, edito nella bur della Rizzoli, un volumone di ottocento pagine che dovrebbe comprendere tutti i "Viaggi Fantastici" di Jules Verne. Il tutto per tredici euri.
E pensare che si è dovuto aspettare l'illuminante saggio di Jean Chesneaux, "Una lettura politica di Jules Verne", perché la critica si decidesse a togliere lo scrittore francese dalla categoria di borghese reazionario, dove era stato relegato da chi aveva preso troppo sul serio le sue dichiarazioni. Il capitano Nemo è la chiave per comprendere Verne e il suo universo ideologico. "E' l'uomo nuovo del '48: dà la caccia ai despoti e sostiene i principi del nazionalismo. Inflessibile, affonda la fregata degli oppressori e, magnifico, porta tesori ai popoli che lottano per l'indipendenza. Questo genio dei mari appartiene alla stessa generazione dell'autore". Chesneaux afferma che l'iconografia ideologica del capitano Nemo, il suo nazionalismo dalle tinte internazionalistiche, la sua idea radicale di democrazia, la sua concezione militante della solidarietà e della lotta contro i potenti, il suo severo umanesimo, tutto questo fornisce una chiave interpretativa dell'intero sistema politico dei "viaggi straordinari".
Nemo - per l'anagrafe - è un principe indiano di nome Dakkar. Dopo la sconfitta della grande rivolta anti-inglese del 1857, nella quale hanno trovato la morte tutti i suoi familiari, rinuncia a tutto, compreso il proprio nome, e dichiara guerra a tutte le potenze coloniali del mondo. Senza quartiere. Progetta il "Nautilus" e ne fa costruire separatamente le parti in luoghi diversi del pianeta, affinché nessuno possa ricostruire il progetto. Poi, in un isola, insieme ai suoi uomini, provenienti anch'essi da tutte le parti della Terra, mette insieme i pezzi del sottomarino. La sua guerra ad oltranza per l'internazionalismo e la libertà inizia sotto il nero vessillo dell'anarchia - come ci fa notare Chesneaux!
Verne, come tutti i francesi benpensanti del suo tempo, e al pari di tutto il campo del socialismo pre-marxista, non vedeva di buon occhio lo sviluppo del capitalismo in Inghilterra. Nemo comincia con l'affondare tutte le navi inglesi che gli capitano a tiro. Dapprincipio il Nautilus viene creduto un gigantesco capodoglio, e solo alla fine la stampa e l'opinione pubblica si conviceranno di avere a che fare con un prodotto del "genio umano".
Per il capitale, si sa, è preferibile pensare all'esistenza di mostri sul fondo del Loch Ness, piuttosto che immaginare una vecchia talpa all'opera, intenta a scavare gallerie sotto i suoi piedi!
Un incidente fermerà l'epopea del capitano Nemo e il mondo tiretà un sospiro di sollievo al pensiero che il capitano e il suo Nautilus dormano negli abissi marini. Solo che Nemo non è affatto morto, anche se il sommergibile è oramai inservibile. Lo vedremo, per l'ultima volta, invecchiato e solo, proprio ne "L'Isola Misteriosa" mentre aiuta, con discrezione, i soldati nordisti naufragati da un pallone sull'isola. La parabola del capitano Nemo, da rivoluzionario e combattente internazionalista a impiegatuccio socialisteggiante e dispensatore di beneficenze, è compiuta. Morirà fra le braccia dello yankee Cyrus Smith affermando che non si può vivere soli. Nientemeno! Le sue ultime parole - in un mormorio quasi inintellegibile - saranno addirittura "Dio e Patria".
Aspetta, aspetta. Tutto questo ricvorda un po' troppo da vicino la tradizione parrocchiale che si compiace di farci vedere l'ateo di turno che, in punto di morte, chiede la consolazione di un prete e di un assoluzione che gli garantisca la vita eterna. Ce ne hanno rovinate di storie, in questo modo! Romanzi e film, che potevano anche essere belle opere.
Ma sembra - afferma sempre Chesneaux - che sia stato l'editore, Hetzel, con un occhio alle esigenze di mercato e con una prudenza politica da clandestino: pare che anche lui, al pari di Verne, fosse vicino ai residui circoli sansimoniani parigini, se non addirittura al gruppo anarchico che si raccoglieva intorno ai fratelli Reclus.
D'altra parte, c'è da aggiungere che esiste un "viaggio" postumo, e fra i più "massicci". "I naufraghi del Jonathan", il cui protagonista è, per l'appunto, un anarchico che gli abitanti di un'isola dello stretto di Magellano, l'isola Hoste, hanno "battezato" con l'appellativo di "il Kaw Djer". Il suo motto è "Né Dio né Padroni" e si è allontanato dal mondo civile per non doverne subire né le leggi né l'organizzazione inumana e soffocante. La stessa tempra di Nemo.
Il viaggio continua.

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