lunedì 18 febbraio 2008

Jahamericana



Come scrive lui stesso sul suo sito, non c'è niente di più sciocco al mondo che le biografie musicali! Eppure la biografia di J (la J non puntata dovrebbe stare per Jay) Shogren, anche se non limitatamente alla musica, un qualche interesse riesce a suscitarlo, almeno credo. Con un passato da cacciatore, alla maniera del Jeremiah Johnson di "Corvo rosso non avrai il mio scalpo", nelle zone più selvagge del nord-America, alla fine è arrivato a dividere la sua vita fra una cattedra all'Università del Wyoming, in qualità di docente di "Resource Conservation & Manegement", da una parte, e la Svezia, dall'altra, dove ha perfino ricevuto il Nobel in quanto membro del gruppo "IPCC", per il lavoro svolto nello studio dei mutamenti climatici. Tutto ciò, tuttavia, non gli impedisce di trovare il tempo di imbracciare la sua Gibson L-48 e cantare con voce roca un pugno di canzoni che spaziano dal blues al country al folk. Quattordici canzoni rauche in cui sembra riflettersi quella che dev'essere stata, a tutti gli effetti, una vita ... esagerata.

"Ballare, bere e piangere, solo, malato d'amore e triste. Fumare, ridere e mentire, a me stesso, al mondo e a te. Avevo trovato le chiavi del mondo, amico mio, ma mi sono scivolate via dalla tasca, mentre ero seduto su uno sgabello al bar, e le ho perse."

Ascoltando le sue canzoni, viene da pensare che avrebbero meritato arrangiamento e registrazione migliore. Ma va bene così. Alcune sono bellissime, come "Me And Genghis Kahn". E tutte sono scaricabili aggratis dal suo sito. E sono convinto che anche questo abbia un suo significato.

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