giovedì 20 giugno 2013

Brasil

Rio2

Il testo che segue è stato scritto da R.Mineiro e pubblicato sul giornale brasiliano "A Nova Democracia"

Stiamo assistendo, nelle strade, alla più grande eredità della Coppa delle Confederazioni.
Grazie Fifa!
I ministri ed i media, sorpresi, dicono di non capire il senso di questa rivolta. Isolati nei loro paradisi artificiali, hanno paura di affrontare il paese. Sono almeno dieci anni che spero che avvengano questo genere di cose. E il giorno è arrivato. "In queste notti - ci sono aurore e raggi di luce - nelle tenebre". « Il Brasile si è svegliato», si può leggere questa frase sui cartelli nel corso delle numerose manifestazioni. Si è svegliato per sognare.
In queste sere storiche, i fortunati sono quelli che non riescono a dormire. L'insonnia degli attaccanti è molto più bella di quella dei difensori della vecchia fortezza.
Le classi dominanti e reazionarie, nel bel mezzo dell'incubo della strada, espongono le loro strategie per liquidare il movimento. La scorsa settimana abbiamo visto gli attacchi velenosi dei loro portavoce. Arnaldo Jabor ci ha detto che questa gioventù non vale niente. Luiz Datena ci ha trattato da vandali e da hooligan. E' diventato chiaro che la repressione non fa altro che aumentare la ribellione, e il discorso è cambiato. Ieri, Jabor ha parlato di una generazione che ha delle idee; Datena ha detto a CQC (un programma umoristico) che pur lavorando nel giornalismo poliziesco, la sua specialità sono i diritti umani. Che cambiamento, in una sola settimana!
Ora gli "esperti della sicurezza" sono stati promossi ad esperti delle manifestazioni. Siamo abituati a vedere trasmissioni che ci dicono come comportarci durante un colloquio di lavoro. Ma è una novità sentire dei giornalisti che, dai loro programmi, ci danno delle lezioni qu che cosa dobbiamo fare, o non fare, durante le nostre manifestazioni. Gli stessi che ci volevano casinisti, ora ci danno lezioni. E la lezione è sempre noiosamente la stessa, ripetuta senza sosta su tutti i media:  « le manifestazioni devono essere pacifiche », « E' bello vedere persone vestite di bianco », «la maggior parte dei giovani vuole la pace, solo un piccolo gruppo di manifestanti radicali lancia pietre contro la polizia ».
Il discorso di pace, signori, è arrivato troppo tardi. Perché voi, i giornalisti delle redazioni, non avete incoraggiato la polizia anti-sommossa a vestirsi di bianco, durante l'eliminazione delle favelas, per i lavori della Coppa del Mondo, a Rio de Janeiro? E perché le forze di sicurezza del governo nazionale della Rousseff non sono venuti a portare fiori, ai lavoratori in rivolta di Jirau? Non avrebbe dovuto, la Polizia federale, procedere in forma ordinaria nell'intercettazione degli omicidi degli Indiani Terena nel Mato Grosso del sud?

«Di un fiume che porta via tutto, si dice che è violento, ma nessuno parla della violenza degli argini che lo comprimono.»

Il discorso di pace di Datena è dantesco. Non fraintendetemi, perché questi signori sono gli stessi che invocano punizioni esemplari per i manifestanti radicali. La classe operaia conosce la furia sanguinaria della reazione borghese. Durante la Comune di Parigi, i rivoluzionari hanno pagato caro l'avere oppresso la classe dirigente vinta. Ventimila persone sono state uccise quando la borghesia ha riconquistato la capitale francese.
La contro-propaganda per difendere le manifestazioni pacifiche cerca di rendere sterile la nostra rivolta. Arrivano a dire: « le manifestazioni ordinate sono uno schiaffo in faccia ai politici, dal momento che non offrono loro nessuna scusa per reprimerle». Non c'è bisogno che le persone manifestino, per essere represse, basta loro essere povere, nere e delle Favelas, per essere minacciate tutti i giorni dalla violenza della polizia del vecchio stato.
Dire che le manifestazioni pacifiche sono più « efficaci » è una stronzata. Scendere in strada non è affatto sufficiente. Prendiamo l'esempio delle manifestazioni di “Diretas Já” nel 1984. Alla fine del regime militare, milioni di persone scesero nelle strade per reclamare delle elezioni dirette del presidente. Tutte le riunioni erano piene di maniere ordinate e pacifiche. Uno schiaffo in faccia alla dittatura, avrebbero detto gli esperti delle manifestazioni attuali. Il risultato? Una sconfitta per il popolo. Malgrado le masse nelle strade, l'emendamento venne respinto dal Congresso Nazionale e Tancredo Neves venne eletto presidente con un voto indiretto del collegio elettorale.

"La violenza è la levatrice della storia."

Perché la violenza del popolo è resistenza. Perché "ribellarsi è giusto". Ed il motivo per cui le manifestazioni si sono propagate in tutto il paese, non è per i vili attacchi del fascista Alckmin. E' stata la reazione violenta della gioventù a fracassare le vetrine, a saccheggiare le banche, a bruciare gli autobus.  Ci avevamo messo la faccia nell'impeachment di Collor, e lo abbiamo costretto alle dimissioni, poi è venuto il suo vice, e niente è cambiato. Ora, i ragazzi, con il volto coperto, invadono l'Assemblea Legislativa di Rio ed occupano il tetto del Congresso.
La storia viene riscritta a graffiti sui monumenti del passato. Giovani lanciano urla tribali mentre danzano introno ad una vettura in fiamme. Siamo Guarani Kaiowas Terena Tapebas Munduruku [Popoli indigeni del Brasile]. Noi siamo il popolo brasiliano, "la coppa del mondo è merda".
Questo è solo l'inizio, l'inizio della lunga saga della nostra libertà. Che gioia vivere questo momento! Ora devo lasciarvi poiché il mondo è nella strada e necessita della mia presenza.

"Il mio nome è rivolta, e sta scritto nella pietra".

 

(Citazioni di Castro Alves, Bertolt Brecht, Karl Marx, Mao Tsetung e Carlos Drummond)


fonte: http://anovademocracia.com.br/blog/

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