venerdì 6 aprile 2018

Interpretazioni e interpreti

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1 - Todorov, nel suo libro sulla conquista dell'America, si sofferma in maniera estesa sul rapporto, sia degli indios che degli invasori, con quello che chiama "segni", orali o scritti, materiali o immaginari.
I Maya sceglievano i loro sovrani tenendo conto della capacità di "interpretazione" che avevano i candidati, vale a dire, della loro capacità di risolvere degli enigmi che provenissero sia dalle stesse, sia dalle parole dei saggio, o dalla tradizione. Coloro che sostenevano che ci fosse una relazione fra gli indios ed il Paradiso (ed insieme a questo, che ci fosse una relazione con Adamo e con i personaggi biblici) avrebbero potuto dedurre da questo che ci fosse una relazione fra Montezuma e Giuseppe (colui che interpretava i sogni del faraone) oppure fra Montezuma e Daniele (colui che interpretava i sogni di Nabuccodonosor).
2 - La connessione fra i personaggi biblici e l'interpretazione dei sogni, non può che portarci direttamente a Freud. Ed al fatto che lo stesso Freud rea un profondo conoscitore della narrativa di "scoperta", oltre al fatto che aveva seguito da vicino il boom dell'archeologia che c'era stato nel XIX secolo (Schielmann, Troia, ecc.). Nel suo "Contributo alla storia del movimento psicoanalitico" (1914), Freud scrive di essere spesso paragonato a Colombo (e a Darwin e Keplero); qualcosa che egli non rifiuta ma neppure abbraccia; e che Freud approfondisce un poco quando cita un detto latino, motto della città di Parigi: Fluctuant nec mergitur (“È sbattuta dalle onde ma non affonda). Cosa che fa pensare ad un altro motto latino, "Flectere si nequeo superos, Acheronta movebo" ("Se non posso piegare gli dei superni, muoverò l’Acheronte"), frase usata da Freud stesso proprio nella "Interpretazione dei sogni".
3 - Colombo ritornerà, stavolta in una forma un po' più ampia e specifica, nell'esposizione di Freud pochi anni dopo, nel 1916-1917, nelle sue "Conferenze introduttive". Per Freud, qui la questione è quella che riguarda l'autorità e la denominazione (una relazione di termini che verrà esplorata da Derrida, sia seguendo la strada di Freud, sia quella di Benjamin), poiché egli sostiene che Colombo non dà il nome all'America - ricordando anche la preoccupazione espressa da Alessandro il Grande per non aver avuto un Omero a cantare le sue gesta. La conclusione è chiara: in ciò che Colombo ha fallito, Freud intende trionfare, mantenendo in maniera chiara la denominazione e l'autorità per quanto riguarda la circolazione della psicoanalisi (vale qui la pena ricordare che anche Todorov commenta in maniera estesa a proposito della mania della denominazione da parte di Colombo, a volte arrivando a denominare il medesimo punto geografico per due volte nello stesso giorno - un porto che prima era "Maria" e poi diventava "San Nicola").

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4 - Esistono, nello Stato azteco - scrive Todorov in "La conquista dell'America" -, due scuole, una per i guerrieri, e l'altra per i sacerdoti ed i giudici. La seconda, chiamata Calmecac, è dedicata in particolare al verbo: «vengono loro insegnati dei canti, chiamati canti divini, che si trovano scritti nei libri. E veniva insegnato loro anche a contare i giorni, e il libro dei sogni, e il libro degli anni», cita Todorov dal Codice Fiorentino, Il Calmecac - prosegue Todorov - è una scuola di interpretazione e di oratoria, di retorica e di ermeneutica.
5 - Il dettaglio importante, relativo a quest'ermeneutica azteca, consiste nel fatto che essa è sempre basata sulla tradizione; si basa su quello che è già precedentemente dato a livello sociale: «non si tratta di dover dare una risposta ingegnosa, ma una risposta giusta, vale a dire, tradizionale. In questo mondo dominato dalla tradizione, sopravviene la conquista: un evento assolutamente imprevedibile, unico». Ecco dove sta il paradosso: è proprio quest'unicità dell'evento (spagnolo) che genera la necessità di essere interpretato (dagli aztechi) come se fosse qualcosa che si ripete. Non è forse questo anche l'insegnamento socratico di Platone, secondo cui ogni conoscenza è riconoscimento? Non è forse anche questa, in larga misura, la giustificazione della "conquista": portare gli indios fuori dalle tenebre della caverna del paganesimo, verso la luce della cristianità? E del resto, è proprio contro Platone (e a partire da Nietzsche) che Deleuze propone la sua oscillazione fra differenza e ripetizione.
6 - Todorov sostiene che questa era anche la mentalità di Colombo, nei suoi viaggi verso il Nuovo Mondo: quello che si presentava davanti a lui era sempre ripetizione e doveva conformarsi a ciò che era tradizionale (i suoi riferimenti sono all'Asia, ai mori, alle Crociate, al fiume Tago, ecc.; è un uomo del Medioevo ad inaugurare la Modernità!). Questa resistenza da parte di Colombo forse giustifica l'osservazione di Freud secondo la quale, in fin dei conti, egli non dà nessun nome alla sua scoperta. È la stessa dinamica propria all'ermeneutica, come ripetizione da parte degli Aztechi (e di Colombo), a far pensare di nuovo alla psicoanalisi, in special modo relativamente alla definizione che viene data da Karl KrausLa psicanalisi è quella malattia mentale della quale essa stessa ritiene di essere la terapia. Vale a dire, la soluzione ad un problema che è stato posto per rispondere al desiderio di soluzione (è questa l'economia stessa della "scoperta" del Nuovo Mondo).

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7 - La questione della traduzione, è costante nel progetto europeo di conquista e devastazione delle Americhe.
Cortez - scrive Todorov ne "La conquista dell'America" - è «il primo a possedere una coscienza politica, e perfino storica, dei suoi atti», «in primo luogo, quel che gli interessa sono i segni, e non i referenti. La prima azione importante che esegue - il significato di un simile gesto è incalcolabile - è quella di procurarsi un interprete». Contrariamente a Colombo, Cortez cerca degli interpreti al fine di capire - per quanto possa essere possibile - il nuovo a parte dal suo contesto - l'Europa e l'America viste, non come derive indipendenti che collidono, ma come due linee che a partire da quel momento saranno intrecciate.
8 - L'inizio del progetto di interpretazione di Cortez comincia in forma tortuosa: un naufrago di una precedente spedizione, Jerónimo de Aguilar, domina la lingua dei Maya; in seguito, arriva Malinche, un'azteca venduta come schiava ai Maya, che viene data in dono agli spagnoli. Cortez parla con Aguilar, che traduce per Malinche quello che gli viene detto, la quale a sua volta si rivolge all'interlocutore azteco.
A proposito di Malinche, scrive Todorov: «lei è il primo esempio, e perciò il simbolo stesso del meticciamento delle culture; annuncia, in questo modo, lo Stato messicano moderno e, più ancora, l'attuale Stato di tutti noi, che, sebbene non siamo tutti bilingui, siamo inevitabilmente bi o tri-culturali». In questo si può vedere il possibile seme di uno scenario di attraversamenti linguistici e culturali, che recentemente (in letteratura) è stato esplorato e vissuto da Kundera, Aleksandar Hemon, Andrei Makine, Nabokov, Conrad e tanti altri.
9 - A sua volta, Serge Gruzinski (in "La guerra delle immagini: da Cristoforo Colombo a Blade Runner") racconta dello stupore di alcuni spagnoli quando arrivarono nel Nuovo Mondo: pensavano di trovarsi davanti a degli ebrei espulsi da Tito Vespasiano durante la distruzione di Gerusalemme, nell'anno 70 dell'Era Comune (Flavio Giuseppe, lo storico ebreo, afferma che l'assedio fu talmente terribile che una madre mangiò il proprio figlio). CI furono diversi fattori che contribuirono ad un simile equivoco:
a) scoprirono che anche gli indios erano circoncisi;
b) erano condizionati dalla lotta contro gli infedeli (nel 1492, Granada era stata riconquistata dai Mori);
c) confondevano le "piramidi" azteche con le moschee.
Quest'approssimazione apparentemente assurda costituisce una manifestazione della paranoia religiosa dell'epoca, e ci parla di un tentativo di omogeneizzazione della differenza, al fine di dominare, a partire da questo, le proprie paure. E una paura tipica di quell'epoca era: incontriamo nuovamente coloro che in un'altra epoca avevamo espulso, e questa volta la sorte forse potrebbe cambiare.

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