Bestiario: Per evitare di parlare del terrorismo islamico, la rivista "marxista" online Période pubblica una riflessione "morale" sui crimini di guerra di ... (indovinate chi?)
I "marxisti" vengono ritenuti delle persone che riflettono più degli altri (secondo la norma: essi posseggono gli strumenti della "scienza marxista e del materialismo dialettico, vera e propria scienza delle scienze secondo Stalin e Sant'Althusser) e che hanno una risposta per tutto.
Siccome i "marxisti" della rivista francese "Période" non avevano niente da dire (almeno pubblicamente) sul terrorismo islamico e sugli ultimi massacri commessi a Parigi il 13 novembre 2015, il 16 novembre, ossia solamente tre giorni dopo , hanno tradotto e pubblicato un articolo che4 pretende di porre le basi per una riflessione "etica" su (indovinate che?)... i crimini di guerra dello Stato israeliano.
Il titolo dell'articolo è "Scagliare la prima pietra: Chi può e chi non può condannare i terroristi?"
Non solo l'autore del testo, G.A. Cohen, non nomina una sola volta il terrorismo Jihadista (e a ragion veduta, visto che non era questo il soggetto del suo articolo che è stato scritto prima degli attentati ed è entrato su Israele e sulla Palestina) ma i "marxisti" della rivista Période fanno precedere tale articolo da un cappello ipocrita che riproduciamo qui per esteso. Questo cappello lascia intendere, senza dirlo apertamente ma suggerendolo, che ci potrebbe essere un legame fra la riflessione sui crimini di guerra dello Stato israeliano e quelli dello Stato islamico.
Non si possono accusare di averlo veramente scritto dal momento che non l'hanno fatto...Si accontentano di un sotto-testo... e pretendono di volersi interrogare su delle questioni di "filosofia morale" "a prescindere da ogni presa di posizione sulla legittimità/illeggitimità dell'uso del terrorismo come risposta ad un torto subito"... Si può ammirare il concetto di "legittimità/illeggitimità"...
Immaginiamo che un filosofo "marxista" si interroghi in un articolo sulla legittimità/illegittimità dello stupro, del sessismo, dell'antisemitismo o del razzismo. La rivista "marxista" Période lo pubblicherebbe?
Così tanto cinismo ed incapacità (o, più esattamente, rifiuto totale) di criticare l'Islam politico, in tutte le sue componenti, ivi compresi i jihadisti, lasciano costernati...
Che per di più questi individui si avvalgano del prestigio intellettuale del "marxismo" per contrabbandare la loro ideologia, spingerà chiunque a fuggire come la peste una simile etichetta... così come a rifuggire da Marx.
- Y.C., "Ni patrie ni frontières, 26/11/2015" -
(p.s.: chi vuole può leggere (in francese) una delle numerose analisi marxiste sull’Islam politico, scritta da degli anglofoni e pubblicata dalla defunta rivista Carré Rouge. )
CAPPELLO all’articolo della rivista "marxista" Période:
Chi può condannare chi? E' a tale domanda, in gran parte inespolorata nella filosofia morale contemporanea, che Gerald Allan Cohe, figura emblematica del marxismo analitico, cerca di rispondere in quest'articolo al fine di rinnovare il lessico del dibattito sul terrorismo. Partendo da una dichiarazione dell'ambasciatore di Israele in Gran Bretagna, Cohen esplora le diverse ragioni per cui, in certe situazioni ed indipendentemente da ogni presa di posizione sulla legittimità/illegittimità dell'uso del terrorismo come risposta ad un torto subito, il "diritto a condannare" da parte di alcuni attori può e deve essere rimesso in discussione.
fonte: mondialisme.org
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