lunedì 7 marzo 2011

The e muscoli

cranston

Lo scritto che segue è di Maurice Cranston (nella foto) e mette in scena un dialogo immaginario fra Marx e Bakunin, come avrebbe potuto benissimo avvenire un giorno, a Londra. O altrove.

Dialogo immaginario tra Marx e Bakunin
di MAURICE CRANSTON

BAKUNIN - Lo sfruttamento regna a Londra dappertutto. In questa grande citta, piena zeppa di miseria, squallore, vicoli scuri e sordidi, nessuno si azzarda ad innalzare una barricata. No, Marx, questo non è posto per un socialista.
MARX - Pero è quasi l'unico posto dove siamo tollerati. Io sono qui da quindici anni.
BAKUNIN - Peccato che non ci siamo incontrati a Paddington Green. Sono vissuto lì più di quindici mesi. Guardando ieri il tuo biglietto da visita, mi è venuto in mente che le nostre vie non si sono incrociate dai lontani giorni di Parigi.
MARX - Dovetti abbandonare Parigi nel 1845.
BAKUNIN - Già, prima del sollevamento di Dresda, quando cadde - per dirla così - in mano al nemico. Mi tennero in carcere per dieci anni. Poi mi deportarono in Siberia. Come sai bene, riuscii a scappare e ad arrivare a Londra. Ora mi si permette di vivere in Italia. Ritornerò a Firenze la prossima settimana.
MARX - Molto bene, finalmente puoi muoverti.
BAKUNIN - Io mi muovo sempre. Non sono un rivoluzionario discreto come te. Le corone d'Europa mi banno sempre costretto agli spostamenti.
MARX - Le corone d'Europa hanno espulso anche me da diversi paesi. E la povertà mi ha costretto ad abbandonare diverse case.
BAKUNIN - Ah, la povertà! Io giro sempre senza un soldo, chiedendo prestiti agli amici. Devo aver vissuto con denaro prestato lunghi periodi della mia vita eccetto che in carcere. Ed ho cinquant'anni. Però non penso mai al denaro. E' da borghesi pensare al denaro.
MARX - Sei fortunato. Non hai famiglia da mantenere.
BAKUNIN - Devi sapere che mi unii con una donna in Polonia. Comunque è certo che non abbiamo avuto figli. Ancora the? Io, si. Un russo non può vivere senza the.
MARX - Voi russi siete molti, Bakunin; per esser esatti molti nobili russi. Deve essere difficile, dato il vostro temperamento, capire il proletariato.
BAKUNIN - E cosa mi dici di te stesso, Marx? Non sei figlio di un ricco borghese? Tua moglie non è una von Westphalen, figlia del barone von Westphalen e sorella del ministro degli interni di Prussia? Devi confessare che tutto questo è di dubbia origine plebea.
MARX - Ii socialismo ha bisogno degli intellettuali tanto quanto della classe operaia. E poi, ho conosciuto molte persecuzioni e fame in fredde e insonni notti di esilio.
BAKUNIN - La notte in carcere e più lunga e fredda. Sono cosi abituato alla fame che ora quasi non la sento.
MARX - Credo che la peggiore delle cose sia vedere i propri figli consumarsi per la mancanza di denaro necessario per nutrirli come si deve.
BAKUNIN - Credo di sì; essere condannato a morte non è cosi brutto come si potrebbe pensare. In un certo modo lo presi bene, come qualcosa di ridicolo
MARX - Da quando sono a Londra ho vissuto in appartamenti ammobiliati, a poco prezzo e schifosi. Ho dovuto chiedere prestiti e comprare a credito; mi sono dovuto impegnare gli abiti per pagare l'affitto. I miei figli hanno dovuto imparare ad evitare i creditori dicendo loro che non sono in casa. Tutti noi, mia moglie, i miei figli ed una vecchia domestica, viviamo ammonticchiati in due stanze e in queste non ho un mobile decente e pulito. Cerco di lavorare sullo stesso tavolo su cui mia moglie cuce e i miei bambini giocano; rimaniamo delle ore senza luce né mangiare perché manca il denaro per comprarlo. Mia moglie si sente spesso male e anche i miei figli, ma non mi arrischio di chiamare un medico perché mi è impossibile pagare le visite e le medicine delle sue ricette.
BAKUNIN - Però, mio caro Marx, nemmeno il tuo collaboratore Engels? Io ho sempre creduto...
MARX - Engels è molto,molto generoso,però non sempre gli è stato possibile aiutarmi, Credimi, ho avuto tutti i tipi di disgrazie, La peggiore l'ho avuta otto anni fa, quando mio figlio Edgard morì all'età di sei anni. Francis Bacon dice che la gente importante ha tanti contatti con la natura ed il mondo, sono tante le cose che la preoccupa, che ha l'abitudine di passare sopra a queste perdite. Io, Bakunin, non faccio parte di questa gente importante. La morte di mio figlio mi ha prostrato così profondamente che oggi sento la sua perdita così dolorosamente come lo stesso giorno della catastrofe.
BAKUNIN - Se è il denaro che necessita, Alexandre Herzen ne ha in abbondanza. Io sono ricorso a lui molte volte. Non vedo perché non dovrebbe aiutarti.
MARX - Herzen è un riformatore borghese dei più superficiali. Non ho tempo per trattare con certa gente.
BAKUNIN - Se non fosse stato per Herzen non avrei potuto tradurre il vostro Manifesto del partito comunista in russo; e questo due anni fa.
MARX - Una traduzione tardiva, comunque ti ringrazio. Se hai intenzione di tradurmi ora Miseria della filosofia...
BAKUNIN - No, caro Marx, io non metto questo testo a fianco dei tuoi più riusciti lavori. E poi è troppo duro con P.J.Proudhon.
MARX - Proudhon non è socialista. E' un ignorante, un tipico autodidatta della classe inferiore, un parvenu in economia che fa una grande ostentazione di qualità che non possiede. La sua boriosa ciarlataneria pseudoscientifica è veramente intollerante.
BAKUNIN - Ammetto che Proudhon e limitato, però è cento volta più rivoluzionario di tutti i socialisti dottrinari e borghesi. Ha il pregio di dichiararsi ateo. Soprattutto è in lotta per la libertà contro l'autorità, per il socialismo, che deve essere completamente libero da ogni tipo di regolamentazione governativa. Proudhon è un anarchico riconosciuto.
MARX - In altre parole, le sue idee assomigliano inolto alle tue.
BAKUNIN - Sono stato influenzato da lui, ma secondo me Proudhon non va mai abbastanza lontano. Non capisce che, in determinate circostanze, la distruzione è in sé stessa una forma di creazione. Io sono un rivoluzionario attivo. Proudhon è un socialista teorico come te.
MARX - Non capisco quello che vuoi dire con "socialista teorico ", Bakunin; pero oso definirmi un socialista attivo quanto te.
BAKUNIN - Mio caro Marx, non alludo a nulla di irrispettoso. Al contrario, ricordo che fosti espulso dall'Università di Bonn per un duello fatto con le pistole. Perciò riconosco che potresti essere un soldato della rivoluzione se, qualche volta, potessimo strapparti alla biblioteca del British Museum e portarti sulle barricate. Quando ti definisco socialista teorico voglio dire che sei un teorico del socialismo come Proudhon. Io non potrei mai scrivere un lungo trattato filosofico dell'importanza del tuo e di quello di Proudhon. Io non supero i limiti del pamphlet.
MARX - Tu sei un uomo educato. Non potresti scrivere per il popolo come fa Proudhon.
BAKUNIN - E va bene. E' vero che Proudhon e figlio di un contadino ed è autodidatta; e vero che io sono figlio di un grande latifondista ed indovino quello che stai pensando: che ho studiato filosofia hegeliana all'Università di Berlino.
MARX - Non avresti potuto avere preparazione migliore. E, da un socialista della tua cultura, ci si potrebbe aspettare qualcosa di più che non imbracciare un fucile sulle barricate e dar fuoco all'opera di Dresda.
BAKUNIN - Mi sopravvaluti Marx, Non incendiai personalmente l'Opera di Dresda; e inoltre a Dresda non lavorai come anarchico. Come ti ricorderai, i fatti in questione sono legati alla Dieta Sassone, quando questa votò una costituzione federale per la Germania. Ii re di Sassonia non voleva saperne di unificazione e sciolse la Dieta. Il popolo si senti oltraggiato e, nel maggio di quell'anno cominciò ad innalzare barricate nelle vie di Dresda. I leaders del parlamento, che erano ovviamente borghesi liberali, occuparono ii Municipio e proclamarono un Governo Provvisorio.
MARX - Certamente, io penso, questa causa non poteva entusiasmare un uomo come te, così contrarlo ad ogni forma di governo.
BAKUNIN - Il popolo non aveva preso le armi contro ii re. Si era solamente sollevato. Questo rappresentava qualcosa. Poiché mi trovavo per caso a Dresda, mi misi al servizio della rivoluzione. Dopo tutto io conoscevo la tattica militare, La borghesia liberale sassone non aveva nessuna conoscenza di tale tecnica. Con un paio di ufficiali polacchi formai lo Stato Maggiore degli insorti.
MARX - Soldati di fortuna, no? Tuttavia non foste fortunati.
BAKUNIN - No, non durò più di qualche giorno. Il re ottenne rinforzi dalla Prussia e dovemmo sgomberare da Dresda. Come hai detto alcuni dei nostri uomini incendiarono l'Opera. Io volevo far saltare ii Municipio con noi dentro, ma i polacchi nel frattempo erano scomparsi e l'ultimo dei liberali sassoni volle trasportare ii governo a Chemnitz. Non potevo certo disertare e mi portarono via come un agnello al mattatoio. A Chemnitz ii borgomastro ci sorprese nel sonno.
MARX - E così dunque, Bakunin, fosti incarcerato per la causa dell'unità germanica e per aver cercato di mettere in piedi con la forza un governo liberale. La cosa è divertente.
BAKUNIN - Ho rischiato di essere fucilato per questo. Ma l'esperienza ha fatto di me un'altro uomo. Certo ho imparato molto da te, Marx, Dissentivo dalle tue opinioni nel 1848. Devo riconoscere che eri più avanti di me. Ammetto che le fiamme del movimento rivoluzionaria europeo mi diedero alla testa e che ero attratto dal lato negativo piuttosto che da quello positivo.
MARX - Mi congratulo del fatto che hai utilmente approfittato degli anni di forzata riflessione.
BAKUNIN - C'è però un punto sul quale io avevo ragione e tu, Marx, sbagliavi. Come slavo desideravo la liberazione della razza slava dal giogo germanico; e volevo che questo avvenisse grazie ad una rivoluzione; cioè mediante la distruzione dei regimi esistenti in Russia, Austria, Prussia,Turchia e attraverso la riorganizzazione del popolo dal basso versa l'alto, in completa libertà.
MARX - Il che significa che non hai ancora abbandonato ii tuo vecchio panslavismo. Sei lo stesso vecchio patriota russo di Parigi.
BAKUNIN - Che cosa intendi tu per "patriota russo"? Sii franco Marx. Credi ancora che io sia una specie di agente del governo russo?
MARX - Non l'ho mai creduto ed uno dei motivi per cui sono venuto aggi all'appuntamento è quello di chiarire completamente questo sfortunato sospetto.
BAKUNIN - Però questa voce fu pubblicata, per la prima volta, sul Neue RIeinische Zeitung, quando tu ne eri ii direttore.
MARX - Questo l'ho già chiarito da tempo. La voce ci arrivò dal nostro corrispondente a Parigi al quale George Sand disse che eri una spia russa. Dopa pubblicammo la rettifica di George Sand e anche la tua per intero. Non potevamo fare di più. Anche io mi sono personalmente scusato.
BAKUNIN - Però non sei riuscito a far tacere la voce; persino dopo che fui trasferito da una prigione austriaca ad una russa, dopo che sono rimasto per anni ed anni in isolamento totale e dopo essere stato deportato in Siberia. Tu Marx non sei mai stato in carcere. Tu non sai cosa significa sentirsi sepolti vivi; dover confessare a sé stessi ogni ora del giorno e della notte: "Sono uno schiavo, sono annientato". Sentirsi pieno di devozione e di eroismo per la causa della libertà e vedere tutto ii tuo entusiasmo spezzato da quattro mura nude. E questo non è la cosa peggiore; veramente la cosa peggiore è uscire dalla galera ed essere perseguitato dall'infame calunnia di essere agente dello stesso tiranno che ti ha condannato.
MARX - Lascia perdere, ormai nessuno si ricorda più di questa faccenda.
BAKUNIN - Ma via, caro Marx, la voce torna a circolare fresca come una rosa, qui nella stessa Londra. E' stata stampata in uno di quei fogli pubblicati da Denis Urquhart, un inglese amico vostro, mi dispiace doverlo dire.
MARX - Urquhart è un fissato, adora sistematicamente tutto quello che è turco e odia tutto ciò che è russo. Non è molto assennato.
BAKUNIN - Ma tu scrivi sulla sua stampa e parli dalla sua tribuna, mio caro Marx.
MARX - Sembra un po' eccentrico. E poiche condivide i miei punti di vista su Palmerston - o almeno lo crede -, mi offre la possibilità di pubblicare i miei lavori. Si tratta di propaganda. E paga qualcosa, come fa il New York Times. Ma stai pur certo, Bakunin, che la ricomparsa di questa stupida voce mi ha schifato più che a te. Lascia che ti assicuri, una volta per tutte, che non ho mai avuto niente a che fare con questa disgustosa faccenda. Non finirò mai di deplorarlo.
BAKUNIN - Sinceramente accetto le tue scuse, Marx.
MARX - C'e qualcosa però che onestamente devo dirti. Considero ii tuo panslavismo completamente contrario agli interessi del socialismo ed esso puo condurre ad una sinistra crescita del potere russo in Europa.
BAKUNIN - Ii panslavismo - cioè ii panslavismo democratico - costituisce una parte del grande movimento europeo di liberazione.
MARX - Assurdo, assurdo.
BAKUNIN - Dimostrami questa assurdità, mia caro Marx. Giustifica la tua affermazione.
MARX - Ii momento culminante del panslavismo fu nei secoli ottavo e nono, quando gli slavi del sud occupavano ancora tutta l'Ungheria, l'Austria e minacciavano Bisanzio. Se non poterono difendersi allora per conservare la propria indipendenza, quando i loro due nemici - i tedeschi ed i magiari- si stavano combattendo tra di loro, come potrebbero farlo ora, dopo mille anni di oppressione e di mancanza di coscienza nazionale? Quasi tutti i paesi europei hanno delle minoranze, delle comunità disgregate, vestigia del passato, sopraffatte dalle nazioni che sospingono lo sviluppo storico. Tu sai, vero, che Hegel definiva queste minoranze "ciarpame etnico".
BAKUNIN -.In altre parole disprezzi questi popoli e non li consideri degni del diritto di vivere.
MARX - A me non interessa il linguaggio dei diritti. L'esistenza di questi popoli è una vera provocazione contro la Storia. Per questo sono in ogni caso reazionari. Pensa ai gaelici della Scozia, sostegno degli Stuart dal 1640 al 1745; pensa ai bretoni in Francia, favorevoli ai Borboni dal 1792 al 1800. 0 i baschi in Spagna; e guarda anche l'Austria nel 1848. Chi fece allora la rivoluzione? I tedeschi ed i magiari; e chi procurò le armi che permisero agli austriaci reazionari di sconfiggere la rivoluzione? Gli slavi. Cli slavi attaccarono gli italiani, entrarono in tromba a Vienna e restaurarono la monarchia asburgica. Gli slavi mantennero al potere gli Asburgo.
BAKUNIN - Sì, pero erano slavi dell'esercito dell'imperatore. Sai benissimo che il movimento panslavista e democratico e fermamente contrario agli Asburgo, ai Romanoff e agli Hoenzollern.
MARX - Ah, li ho letti i vostri manifesti, Bakunin! so quello che vorreste ottenere.
BAKUNIN - Allora saprai ciò per cui lavoro: l'abolizione di tutte le frontiere artificiali in Europa e la creazione di limiti tracciati dalla volontà sovrana dei popoli stessi.
MARX - Questo mi suona bene. Ma ignori semplicemente i veri ostacoli che si ergono sulla strada di ognuno di questi schemi: i vari livelli di civilizzazione raggiunti dai differenti popoli europei.
BAKUNIN - Ho sempre tenuto conto delle difficolta, Marx. Ed ho detto che l'unico modo per superarle è una politica legata al concetto federativo. Lo Slavo non è nemico del Tedesco o del Magiaro democratico. Noi offriamo loro un'alleanza fraterna sulla base della libertà, la fratellanza e l'uguaglianza.
MARX - Queste sono belle parole. Di fronte ai fatti non hanno alcun significato. Ed i fatti sono tanto semplici quanto brutali. Ad eccezione della vostra stessa Russia, dei polacchi e forse degli slavi della Turchia, la maggior parte degli slavi non hanno futuro. Perché questi altri slavi non hanno i requisiti per l'indipendenza storica, geografica, economica, politica e industriale. Mancano, insomma, di civilizzazione.
BAKUNIN - E i tedeschi ce l'hanno? Sarebbe questa la civilizzazione? Credi che la loro grande civilizzazione dia il diritto ai tedeschi di dominare l'Europa e di commettere crimini contro gli altri?
MARX - Quali crimini? Più consulto la Storia, più mi convinco che l'unico crimine commesso dai tedeschi e dai magiari contro gli slavi fu quello di evitare che si convertissero in turchi.
BAKUNIN - Beh, caro Marx, io ho sempre detto della Germania quello che Voltaire diceva di Dio:" Se non esistesse bisognerebbe inventarlo". Non c'è niente di più efficace dell'odio per la Germania, per mantenere vivo il panslavismo.
MARX - Questo dimostra ancora una volta che il tuo infelice panslavismo è reazionario. Insegni alla gente l'odio contro i tedeschi invece di quello verso ii loro nemico: la borghesia.
BAKUNIN - Le due cose vanno di pari passo. Questa è la mia evoluzione dopo il rozzo nazionalismo della mia gioventù. Oggi io sostengo che la libertà è una menzogna per la grande maggiaranza dei popoli se questi vengono privati di educazione, ozio e pane.
MARX - Come sai, Bakunin, ti considero un amico e non esito a definirti socialista, anche se...
BAKUNIN - Anche se...che cosa?
MARX - Insomma, tu rifiuti decisamente quello che io chiamo politica.
BAKUNIN - Certo, a me non interessano il Parlamento, i partiti, le assemblee costituenti e le istituzioni rappresentative. L'umanità ha bisogno di qualcosa di più elevato: un nuovo mondo senza leggi né Stato.
MARX - L'anarchia?
BAKUNIN - Si, l'anarchia. Dobbiamo sovvertire il modo di far politica e l'ordine morale del giorno d'oggi. Occorre cambiarlo dal basso verso l'alto. Voler cambiare solamente le istituzioni esistenti è vera utopia.
MARX - Io non voglio modificarle. Io dico semplicemente che i lavoratori dovrebbero impossessarsene.
BAKUNIN - Dovrebbero essere totalmente abolite.Lo Stato corrompe sia i nostri istinti e la nostra volontà, che la nostra intelligenza. Tl principio fondamentale di un vero socialismo è il sovvertimento della società.
MARX - Per me è una curiosa definizione di socialismo.
BAKUNIN - A me non interessano le definizioni,Marx. In questo siamo completamente diversi. Io non condivido la tua idea che un qualunque sistema prefabbricato può salvare il mondo. Io non ho un sistema. Io sono un ricercatore. Credo nell'istinto tanto quanto nel pensiero.
MARX - Senza una politica non sarai mai un socialista.
BAKUNIN - A me non manca. E se averla significa disporre le cose punto per punto, ti dirò qual è il mio programma: in primo luogo eliminare le leggi fabbricate dall'uomo.
MARX - Ma tu non puoi eliminare le leggi. Tutto 1'universo è governato da leggi.
BAKUNIN - Naturalmente non possiamo eliminare le leggi naturali. Sono d'accordo con te che gli uomini possono ampliare la propria libertà estendendo la conoscenza delle leggi naturali che reggono l'universo. L'uomo non può fuggire la natura e sarebbe assurdo chiederlo. Ma non è questo che io propongo. Io dico che dovremmo abolire le leggi fatte dalla mano dell'uomo, le leggi artificiali. In altre parole: le leggi politiche e giuridiche.
MARX - Non puoi pretendere seriamente che la società non imponga delle leggi ai suoi membri.
BAKUNIN - La società non ha bisogno di imporre leggi. L'uomo è per natura un essere socievole. Fuori dalla società può essere una bestia o un santo. Le leggi della società capitalistica lo rendono competitivo, possessivo, portano allo scontro tra uomini. La libertà sara possibile solo quando tutti gli uomini saranno uguali. Ecco perché non ci può essere libertà senza socialismo.
MARX - Su questo sono completamente d'accordo con te.
BAKUNIN - Dici di essere d'accordo,Marx. Ma quando dico che non ci può essere libertà senza socialismo intendo anche sottolineare che il socialismo senza libertà è schiavitù e brutalità.
MARX - Io non ho mai difeso il socialismo senza libertà.
BAKUNIN - Sì, amico Marx, sì. Tu difendi la dittatura del proletariato.
MARX - La dittatura del proletariato è anche parte della libertà, parte del processo di liberazione.
BAKUNIN - Io, quando parlo di libertà, penso all'unica libertà degna di questo nome, quella che consiste nel pieno sviluppo di tutte le potenzialità naturali, economiche e morali latenti nell'uomo; una libertà che non deve ammettere nessuna restrizione, eccetto quelle fissate dalle leggi della natura. Difendo una 1ibertà che non è la libertà della maggioranza, ma è, invece, la libertà di tutti. Voglio una libertà che trionfi sulla forza bruta e sul principio d'autorità.
MARX - Ascolto le tue parole, Bakunin, ma ignoro il significato che tu attribuisci loro. Una cosa è certa, il fatto che mai si riuscirà a forzare l'avvento del socialismo, o a realizzare qualcosa di decisivo in politica, se non partendo dal principio d'autorità.
BAKUNIN - Il socialismo ha bisogno del principio delia disciplina, ma non dell'autorità. Non la disciplina imposta dall'esterno, ma una disciplina sentita e meditata, che l'uomo impone a se stesso e che non contraddice il principio di libertà.
MARX - A quanto pare non hai imparato molto dalle tue esperienze di ribellione, Bakunin. Questi movimenti non potrebbero maturare senza un principio d'autorità. Ci vogliono i capitani perfino nell'esercito dell'anarchismo.
BAKUNIN - E' chiaro che, nel momento dell'azione militare, in piena battaglia, i ruoli si distribuiscono secondo le attitudini di ognuno, valutate e determinate dal movimento in tutte le sue componenti. Alcuni uomini dirigono e comandano, altri eseguono. Ma nessuna funzione rimane fissa e pietrificata. Non esistono ordini gerarchici: il leader di oggi deve trasformarsi nel subordinato di domani. Nessuno si innalza sopra gli altri, e se lo deve fare per un breve periodo, è solo per poi ridiscendere, come le onde del mare, al giusto livello dell'uguaglianza.
MARX - Bene, Bakunin: se ammetti che questa direzione e questo comando sono necessari durante la battaglia, allora forse saremo d'accordo sulle altre cose. Io ho sempre sostenuto che la dittatura del proletariato sarà necessaria solo durante i primi passi del socialismo. Non appena la societa senza classi sara più matura, lo Stato non sara più necessario. Per usare un termine del mio collega Engels: "Lo Stato andrà estinguendosi".
BAKUNIN - Non vedo segni di questo indebolimento dello Stato nel Manifesto del partito comunista che tu ed Engels avete scritto. Si tratta di un pamphlet ingegnoso, e non l'avrei tradotto se non fosse per questa ammirazione che mi ispira. Ma rimane il fatto che dei dieci punti del programma socialista da voi tracciati in quelle pagine, non meno di nove propugnano un rafforzamento dello Stato: lo Stato deve possedere tutti i mezzi di produzione, controllare il commercio ed il credito, imporre il lavoro forzato e riscuotere le imposte, monopolizzare la terra, dirigere i trasporti e le comunicazioni, regolare anche le scuole e le università.
MARX - Se non ti piace questo programma, vuol dire che non ami il socialismo.
BAKUNIN - Ma questo non è socialismo, Marx! Questa e la forma più compiuta di statalismo, lo Stato elefantiaco dei tedeschi, inseparabile dalla ghigliottina. Socialismo significa controllo dell'industria e dell'agricoltura da parte degli stessi lavoratori.
MARX - Uno Stato socialista è uno Stato proletario. Entrambi devono controllare direttamente le cose.
BAKUNIN - Questa è la tipica illusione borghese, la teoria democratica secondo la quale il popolo può controllare lo Stato. Nella pratica è lo Stato che controlla il popolo e più forte è lo Stato, più forte è il suo dominio. Guarda quello che sta succedendo in Germania. Man mano che lo Stato cresce, la corruzione che accompagna ogni politica centralista si impadronisce della gente, anche della più onorata. E più ancora: ii monopolio capitalistico cresce alla stessa velocita dello Stato. MARX - La crescita del monopolio capitalistico prepara ii terreno per ii socialismo. Il motivo per cui la Russia è tanto lontana dal socialismo e che incomincia appena ad emergere dal feudalesimo.
BAKUNIN - Il popolo russo è più vicino al socialismo di quanto tu non creda, mio caro Marx. In Russia i contadini hanno una loro tradizione rivoluzionaria ed hanno un grande ruolo da svolgere nella liberazione del genere umano. La rivoluzione è profondamente radicata nell'anima del popolo. Nel XVII secobo i contadini si ribellarono nel Sud-Est. E nel XVIII secolo Pugaciov diresse una rivolta contadina nella valle del Volga che durò due anni. I russi non fuggono la violenza. Essi sanno che ii frutto vivo del progresso umano è macchiato di sangue. E nemmeno fuggono il fuoco. L'incendio di Mosca che segnò l'inizio del disastro di Napoleone, fu una cosa genuinamente russa. Sono i roghi sui quali la razza umana deve purgarsi dalle scorie della schiavitù.
MARX - Questo suona in modo molto drammatico, amico mio; ma concretamente la questione consiste nel fatto che il socialismo dipende dall'emergere di un proletariato con coscienza di classe, E questo ce lo possiamo aspettare solo dai paesi altamente industrializzati come l'Inghilterra, la Germania e la Francia. I contadini sono i meno organizzati e i meno disposti tra tutte le classi sociali alla rivoluzione. I contadini sono più indietro del lunperproletariat delle città. Sono semplici barbari o trogloditi.
BAKUNIN - Questo dimostra la nostra profonda differenza, Marx. Per me il fiore del proletariato non consiste, come tu credi, negli strati alti, nei lavoratori specializzati delle fabbriche che sono, in ogni caso, semiborghesi o che vogliono diventare tali. Ho conosciuto questa gente nel movimento operaio in Svizzera, e ti posso assicurare che sono pieni di tutti i pregiudizi sociali, di tutte le aspirazioni e pretese tipiche della classe media. I tecnici sono i meno socialisti tra i lavoratori. Secondo me, Marx, il fiore del proletariato è la grande massa, i milioni di diseredati, disgraziati e analfabeti da te denominati con disprezzo lumpenproletariat.
MARX - Evidentemente, non sei andato molto a fondo nel concetto di proletariato. T1 proletariato, non sono i poveri. C'è sempre stata gente povera. Ii proletariato è qualcosa di nuovo nella storia. Non è né la povertà, né la disgrazia, a rendere gli uomini proletari. E' la loro indignazione contro la borghesia, la loro sfida, il loro coraggio, la loro risoluzione a metter fine alla loro condizione. Il proletaniato si crea solamente quando questa indignazione, questa coscienza di classe si somma alla povertà. Il proletariato è la classe con finalità rivoluzionarie, la classe che punta alla distruzione di tutte le classi, la classe che non può emancipare se stessa senza emancipare ii genere umano nel suo insieme.
BAKUNIN - Ma se il vostro socialismo non elimina le classi, Marx! Anzi ne creerà due: quella dei dirigenti e quella dei diretti. Ci dovrà essere un governo con molto più potere di quelli conosciuti finora. E il popolo sarà destinato ad essere governato. Da un lato, ci sara l'intellighenzia, la più dispotica, arrogante e cocciuta classe che mai sarà esistita e che comanderà in nome della conoscenza; dall'altra lata vi sara la semplice massa ignorante che dovrà obbedire.
MARX - I legislatori e gli amrinistratori dello stato socialista saranno i rappresentanti del popolo.
BAKUNIN - Ecco un'altra illusione liberale: in particolare, che il governo risultante da una consultaziane elettorale popolare passa rappresentare la volontà del popolo. Persino Rousseau constatò il profondo errore di quest'idea. Le intenzioni profode delle elites al governo si trovano sempre in contrasto con i fini istintivi dell'uomo comune. Raramente possono evitare di adattare un atteggiamento da padrone a da governante poiché guardano la società dall'alto delle lora opinioni.
MARX - La democrazia fallisce perche le istituzioni politiche sono sempre manipolate dal potere finanziario della borghesia.
BAKUNIN - La sedicente democrazia socialista sarebbe viziata da altre pressioni. Un parlamento composto esclusivamente da lavoratori, gli stessi lavoratori, gli stessi socialisti convinti di oggi, si trasformerebbe da un giorno all'altro in un parlamento aristocratico. Questo è sempre successo. Metti gli estremisti nelle poltrone dello Stato e li trasformerai in conservatori.
MARX - Per questo hai ragione.
BAKUNIN - La ragione principale è che lo Stato democratico è un controsenso vivente. Lo Stato è per sua essenza autorità, dominio e percià disuguaglianza. Per definizione democrazia è uguaglianza. Quindi, Democrazia e Stato non possono coesistere. Proudhon non fù mai cosi chiaro che quando affermò che il suffragio universale è controrivoluzionarlo.
MARX - Una verità aritmetica esemplare, prodotto tipico della mentalità giornalistica di Proudhon. Certo è che i lavoratori sono spesso troppo oppressi dalla miseria e si lasciano influenzare con troppa facilità dalla propaganda della borghesia per poter usare il voto in modo giusto. Ma ii suffragio universale può essere sfruttato con finalità socialiste. Possiamo entrare nella politica ed aiutare a fare ciò che è democratico di nome e di fatto. Non possiamo raggiungere tutti i nostri obbiettivi con mezzi parlamentari. Però possiamo raggiungere gran parte di essi.
BAKUNIN - Nessuno Stato, nenmeno la repubblica del rosso più vivo, può dare al popolo quello di cui ha bisogno: la libertà. Tutti gli Stati, compreso ii vostro Stato socialista, caro Marx, si basano sulla forza.
MARX - Che alternativa c'è alla forza?
BAKUNIN - L'istruzione, il chiarimento.
MARX - Ii popolo manca d'istruzione.
BAKUNIN - Può essere educato.
MARX - Chi l'aiuterà se non lo Stato?
BAKUNIN - La società deve educarsi da sé. Disgaziatamente tutti i governi del mondo hanno lasciato ii popolo in uno stato tale di profonda ignoranza che sarebbe necessario fare le scuole non solo per i bambini, ma anche per gli adulti. Ma queste scuole devono essere libere da qualunque tipo d'autorità. Non devono essere scuole nel senso convenzionale della parola, dovrebbero essere accademie popolari, nelle quali gli alunni con una certa esperienza potrebbero anche insegnare ai loro maestri in certi campi e non solo imparare. In questo modo svilupperebbero una specie di fraternity intellettuale fra di loro.
MARX - Finalmente ammetti due modi di insegnamento. Non penso che l'insegnamento debba essere un grande problema una volta in piedi la società socialista.
BAKUNIN - Sì, la prima questione è emancipazione economica; il resto verrà in seguito.
MARX - Niente verrà da sé, a meno che lo Stato socialista non lo voglia. La Storia è qui per dimostrarlo. La gente più istruita d'Europa, oggi - i francesi ed i tedeschi - devono la loro educazione ad un solido sistema statale nel campo dell'istruzione pubblica. Nei paesi in cui lo Stato non si occupa dell'educazione scolastica, un popolo è irrimediabilmente analfabeta.
BAKUNIN - Qui in Inghilterra i grandi collegi ed università sfuggono al controllo dello Stato.
MARX - Ma sono dominati dalla Chiesa anglicana, il che è peggio ancora e che comunque e parte dello Stato.
BAKUNIN - I collegi di Oxford e Cambridge sono gestiti da societa indipendenti e tradizionali.
MARX - Conosci poco la vita inglese, Bakunin. Entrambi i collegi hanno dovuto essere riformati radicalmente da leggi promulgate dal parlamento. Lo Stato è dovuto intervenire per salvarli daila completa decadenza intellettuale. E sono molto indietro se li confrontiaino con l'Universita' tedesca.
BAKUNIN - Ma la loro esistenza dimostra che gli studenti possono controllare 1 propri collegi. E non c'è nemmeno alcun motivo per supporre che i lavoratori non saprebbero amministrare le proprie fattorie e fabbriche con lo stesso procedimento.
MARX - Verrà ii giorno, non ce' dubbio, che succederà in quel modo, ma intanto, uno stato operaio deve sostituire i propietari borghesi.
BAKUNIN - Questa e la grande differenza tra noi due, Marx. Tu credi che bisogna organizzare i lavoratori per la conquista dello Stato; io voglio organizzarli per distruggerlo, o se preferisci un termine più raffinato, per liquidare lo Stato. Tu vuoi utilizzare le istituzioni politiche; io voglio che il popolo Si organizzi in federazioni liberamente e spontaneamente.
MARX - Cosa significa federarsi spontaneamente?
BAKUNIN - I lavoratori si organizzeranno da sé. Associazioni di produttori basate sul mutuo appoggio si organizzeranno per distretti, e questi distretti a loro volta, si alleeranno con unita più ampie. Tutto il potere verrà dalla base.
MARX - Questi progetti sono completamente chimerici. Sono una copia dei falansteri e una dodicesima edizione della Nuova Gerusalemme proposta da idealisti utopici. Sono spropositi, ma disgraziatamente non inoffensivi, perché introducono una concezione falsa di socialismo che puo prendere il posto di quella vera.E poiché produce una divergenza nell'attenzione degli uomini rispetto al conflitto immediato, il suo effetto è conservatore e reazionario.
BAKUNIN - Se una cosa non puoi rimproverarmi, Marx, è di deviare l'attenzione degli uomini dal conflitto immediato. Inoltre, penso come te che ci siano solo due partiti al mondo: il partito della rivoluzione e quello della reazione. I socialisti pacifisti, con le loro società cooperative e i loro paesi modello appartengono al partito della reazione. Disgraziatamente ii partito della rivoluzione è gia diviso in due frazioni: i difensori dello stato socialista, di cui sei un rappresentante e  socialisti libertari, tra i quali mi riconosco. La tua frazione ha molti seguaci, naturalmente, in Germania, e anche qui in Inghilterra. Ma i socialisti in Italia e in Spagna sono tutti libertari. Ebbene, il problema è questo: quale tendenza prevarrà nel movimento operaio internazionale.
MARX - La tendenza genuinamente socialista, e non l'ala anarchica.
BAKUNIN - Il vostro lo chiamate socialismo genuino perché vi ingannate sulla natura della dittatura popolare. Non vi rendete conto del pericolo di arivare ad una nuova schiavitù seguendo ii modello di altri Stati.
MARX - Tu presupponi che siccome lo Stato è sempre stato strumento della classe che opprime, continuerà ad esserlo sempre. Non riesci ad immaginare la possibilità di un diverso tipo di Stato?
BAKUNIN - Riesco ad immaginarne uno così diverso da non poter rispondere a questo nome. C'è posto per questo nelle linee proposte da Proudhon: un semplice ufficio, una banca centrale al servizio della società.
MARX - Dovrebbe in definitiva essere così in una societa socialista. Verrà il giorno in cui ii governo del popolo cedera il passo all'amministrazione delle cose. Ma prima che lo Stato si autodistrugga, deve essere rafforzato.
BAKUNIN - Questo non solo è paradossale, ma è anche contradditorio.
MARX - Che ci vuoi fare se è così! Tu conosci Hegel quanto me. Sai che la logica della Storia è la logica della contraddizione. Quanto affermiamo, lo neghiamo. BAKUNIN - L'argomento e buono in quanto hegeliano, ma è cattivo in quanto storico. Non riuscirai mai a distruggere lo Stato ampliandolo. Io sono tuo discepolo, Marx. Più passa il tempo e più sono certo della tua convinzione di aprire la via per il grande cammino della rivoluzione economica, e di invitare altri a seguire le tue orme. Ma mai ho capito né accettato nessuna delle tue proposte autoritarie.
MARX - Se sei anarchico, non puoi essere mio discepolo. Ma forse sarebbe meglio individuare a grandi linee il tuo errore. In primo luogo, ti riferisci al principio di autorità come se fosse sbagliato in qualunque momento e luogo. Questo è un punto di vista superficiale. Viviamo in un'era industriale. Le moderne industrie e officine, in cui centinaia di lavoratori controllano macchine complicate, hanno sostituito i modesti attrezzi degli artigiani individuali. Persino l'agricoltura sta per essere dominata dalla macchina. L'azione combinata sostituisce l'azione individuale indipendente.L'azione combinata implica organizzazione, e organizzazione implica autorità. Nel mondo individuale ii piccolo artigiano poteva essere padrone di sé stesso. Ma nel mondo moderno deve esserci direzione e subordinazione. Se intendi resistere ad ogni tipo di autorità, sei condannato a vivere nel passato.
BAKUNIN - Io non mi oppongo ad ogni tipo di autorita, Marx. Nel campo delle calzature, mi affido all'autorità del calzolaio; nel campo della costruzione, a quella dell'architetto. In quanto alla salute, all'autorità dei medici. Ma non posso permettere che il calzolaio, l'architetto o il medico impongano su di me la loro autorità. Accetto i loro consigli amichevolmente; rispetto la loro esperienza e le loro conoscenze, ma mi riservo il diritto di critica e di censura. Non mi accontento di consultare una sola autorità; ne consulto diverse e confronto i loro punti di vista. Non considero nessuno infallibile. Riconosco che non posso sapere tutto. Nessuno può conoscere tutto. Ragione per cui non esiste un uomo onnisciente ed universale. La mia ragione mi proibisce di accettare un'autorità fissa, costante ed universale.
MARX - Ma se tu elimini l'autorità dalla vita economica e politica, nulla potra realizzarsi in modo efficiente o in alcun modo. Per esempio, come potrebbe funzionare il treno se non ci fosse qualcuno con il potere di sgombrare le linee, e se nessuno decide a che ora devono partire i treni? Nessuno che eviti gli incidenti, nessuno che disponga chi deve occupare i vagoni?
BAKUNIN - I ferrovieri possono eleggere i guardiani e i casellanti e obbedire liberamente alle loro istruzioni. Per quanto concerne chi deve guidare le macchine e chi deve occupare i vagoni di prima classe, questa è una questione che ogni socialista deve porsi. Secondo il mio socialismo ii pubblico potrebbe alternarsi nel lavoro e godere delle comodità per un mutuo accordo. Ma secondo il tuo tipo di socialismo, Marx, immagino di vedere i fuochisti delle vecchie locomotrici caricare le macchine, e una nuova classe di passeggeri privilegiati, gli amministratori dello Stato socialista, fumare un imponente sigaro nei vagoni di prima classe.
MARX - Ascolta, Bakunin, io non sono più innamorato di te dello Stato. Ogni socialista è d'accordo sul fatto che lo Stato politico scomparira non appena ii trionfo del socialismo lo avrà reso inutile. Ma tu vuoi che lo Stato politico scompaia bruscamente, per lasciare gli operai senza nessun tipo di direzione, di disciplina e di controllo responsapile. Il quid della questione e che voi anarchici non avete nessun piano per ii futuro.
BAKUNIN - Proprio perché non possiamo prevedere esattamente quello che ci riserverà il futuro, non ho fiducia, Marx, negli schemi dettagliati. Quando gli istinti egoisti lasceranno il posto agli istinti fraterni credo che i problemi tecnici di produzione e di distribuzione saranno risolti di comune accordo e per la buona volontà del popolo stesso.
MARX - I tuoi dubbi, Bakunin, sono in parte psicologici e di ordine morale. Sono anche intellettuali. Credi erroneamente che lo Stato abbia creato il Capitale o che i capitalisti abbiano accumulato il capitale grazie allo Stato. Questo accentua le semplicità dei tuoi punti di vista..Tu credi che basti eliminare l'ostacolo dello Stato affinche il capitalismo scompaia da se. La verita e molto diversa: eliminiamo ii capitale, eliminiamo la concentrazione dei mezzi di produzione nelle mani di pochi e lo Stato non tarderà a cessare di essere un male.
BAKUNIN - Il male risiede nella vera natura dello Stato. Tutti gli Stati sono la negazione della libertà.
MARX - Adottando questo atteggiamento emotivo ed estremistico verso lo Stato, pregiudichi enormemente la causa dei lavoratori. Utilizza la tua influenza, Bakunin, per consigliare ai lavoratori l'astensione elettorale.
BAKUNIN - Io consiglio agli operai di fare qualcosa di più che non intervenire nelle elezioni. Li spingo alla lotta.
MARX - Li porti alla lotta nell'incertezza della vittoria, e questa è un'altra responsabilità. Ho appena detto che i tuoi errori erano essenzialmente di tipo morale. Uno di questi è che manchi di calma. Ti piace lottare sulle barricate, anche per una causa nella quale non hai fiducia, perchè questo soddisfa la tua inveterata inclinazione all'azione violenta, per pura eccitazione. Disdegni la vera attività politica perché richiede pazienza, ordine, riflessione.
BAKUNIN - Tutta la mia vita la dedico all'attivita' politica.
MARX - Dedichi la tua vita alla cospirazione politica, che non è la stessa cosa.
BAKUNIN - Passo tutta la mia vita tra gli operai. Organizzazione, propaganda, educazione.
MARX - Educazione per cosa?
BAKUNIN - Per la rivoluzione. Certamente io non concepisco che i lavoratori sprechino le lora energie nelle false istituzioni rappresentative del cosiddetto governo. MARX - Posso capire che queste idee hanno dei seguaci in Italia e in Spagna, tra avvocati, studenti e altri intellettuali. Ma i lavoratori non vorranno persuadersi che le faccende politiche dei loro rispettivi paesi sono loro estranei. Dire ai lavoratori che devono astenersi dalla politica, è lanciarli nelle braccia dei preti e dei borghesi repubblicani.
BAKUNIN - Mio caro Marx, se hai letto i miei scritti pubblici, saprai che continuamente ed appassionatamente mi scaglio contro entrambi. La Chiesa e i repubblicani. Le tue stesse opinioni, confrontate alle mie, sono più moderate.
MARX - Mio caro amico, non volevo mettere in dubbio il tuo sincero odio per entrambi: i preti ed i repubblicani, ma non capisci che puoi finire per fare il loro gioco.
BAKUNIN - Tu vuoi scherzare, mio caro Marx.
MARX - No, parlo sul serio. In primo luogo, esaminiamo la tua propaganda sulla libertà. Sei più che chiaro nel dire che l'unica libertà nella quale credi è la liberta individuale. Di fatto, è la stessa libertà invocata dai teorici borghesi come Hobbes, Locke e Mill. Quando pensi alla libertà, credi che nessuno dovrebbe essere comandato da nessuno. Concepisci ogni uomo separatamente, in possesso di tutti i suoi diritti, minacciato dalle istituzioni sociali e collettive quali lo Stato. Non arrivi mai a pensare, come ogni vero socialista, l'umanità come un insieme, oppure l'uomo come creatura inseparabile dalla società.
BAKUNIN - Una volta ancora, dimostri di non avermi ascoltato, di non aver capito quello che mi hai sentito dire.
MARX - Pretendo di averti capito meglio di quanto non ti sia capito tu stesso. Non concependo lo Stato altrimenti che come apparato generatore di oppressione, dimostri la tua incapacità di concepire l'uomo altrimenti che come un'unità isolata, ognuno con la sua volonta personale, i suoi desideri ed i suoi interessi. Questo è quello che credono i teorici del pensiero liberale borghese. E voi anarchici avete la stessa concezione dell'essere umano nella società. Ii vostro anarchismo altro non è che un liberalismo portato all'estremo, ad un estremo isterico, aggiungerei. La vostra filosofia è essenzialmente egoista. Avete una concezione dell'io, e della libertà dell'io, imparentata alla metafisica del capitalismo.
BAKUNIN - Non m'interessa la metafisica.
MARX - E, tuttavia, l'anarchismo porta a conclusioni metafisiche, da qualunque lato lo prendi. Ed ha anche la stessa etica, molto simile all'etica cristiana:" Mutuo appoggio", vi sento ripetere. Posto in termini cristiani convenzionali, potrebbe essere tradotto:" Ama il tuo prossimo"," Sacrificati per gli altri". Tuttavia, il vero socialismo non ha bisogno di precetti perche non riconosce l'isolamento dell'individuo. In una società socialista l'uomo non e più estraniabile dal suo vicino o da sé stesso.
BAKUNIN - Dato che lo Stato è la causa deli'estraneità, è ovvio che il rimedio sarà quello di eliminarlo.
MARX - Ma non possiamo eliminarlo finché non saranno cambiate le condizioni che rendono lo Stato una necessaria escrescenza della società.
BAKUNIN - Non appena i lavoratori riuniranno la forza necessaria per rimuoverlo, lo Stato cesserà di essere necessario.
MARX - Ammetti che attualmente sia una necessità?
BAKUNIN - E' necessario per una societa basata sulla proprietà privata. Quando la proprietà privata sarà stata distribuita, quando il socialismo avrà trionfato... MARX - Un socialismo preoccupato della ridistribuzione della proprietà è un vero modello di volgarità. Spero, Bakunin, che tu non sia di quelli che pensano che il socialismo consiste nella libera ridistribuzione individuale.
BAKUNIN - Questo è, infatti, uno dei suoi obiettivi.
MARX - Amico mio, le finalita del socialismo sono molto più radicali di tutto ciò. Ii suo fine è quello di produrre una completa trasformazione della natura umana, una trasformazione dell'io, la creazione di un uomo nuovo. La volontà individuale legata alla società. Ognuno liberato della propria alienazione. Dici che ii tuo fine è la libertà: ii socialismo ci darà una libertà quasi sconosciuta nella passata esperienza del genere umano.
BAKUNIN - Fai della vita una cosa troppo misteriosa.
MARX - E tu la rendi una cosa volgare. Contemplando ii mondo, Bakunin, ti immagini che oggi certa gente sia libera, e altra oppressa
BAKUNIN - Io non mi immagino questo. E' la realtà. La minoranza è libera: i ricchi.
MARX - Debbo dirti che nessuno e libero nel mondo attuale. Neppure i borghesi più ricchi. Moralmente parlando, ii capitalista, in quanto uomo, è uno schiavo del sistema quanto i lavoratori. Questo ci permette di affermare, facendo onore alla verità, che l'emancipazione del proletariato rappresenta l'emancipazione del genere umano.
BAKUNIN - Ma la cosa principale resta in piedi. Ii ricco può fare quello che gli piace, mentre al povero manca ii necessario.
MARX - Ma la scelta del ricco è regolata e ristretta dalla cultura borghese, dal sistema che nega il volere di ognuno. Inoltre, la teoria della libertà definita dal "fai quello che ti piace" è molto limitata.
BAKUNIN - In ogni caso, è meglio della teoria della libertà definita dal "fai quello che devi fare". E' quello che dicono i preti: la libertà è servire la Chiesa. 0 quello che dice Hegel: la libertà è obbedire allo Stato. Personalmente preferisco la nozione umana più piena secondo la quale la libertà significa:" Fai quello che vuoi".
MARX - Hai appena definito la libertà come realizzazione piena delle potenzialità umane; questo e molto vicino al socialismo. L'entità socialista sarà libera in quanto uomo trasformato.
BAKUNIN - Sì, ma se non è permesso all'uomo di svilupparsi da sé, non riuscirà ad esprimere il meglio che ha in sé.
MARX In termini borghesi e liberali, Bakunin, stai tradendo la tua filosofia liberale e borghese. Infatti, non e questo per caso quello che dicono Adam Smith ed i suoi accoliti? Lasciate soli gli uomini e ognuno darà di sé il meglio. L'uomo economico col proprio incentivo per l'autoperfezione. Cosa significa la frase "Laissez-noue faire..."
BAKUNIN - Allora continui ad ignorare ii fatto che i liberali si basano sulla proprietà privata e la competenza economica, mentre io sostengo che tutto deve essere messo in comune...
MARX - Ma se tu parti dal presupposto che ogni uomo deve avere il diritto privato alla libertà illimitata, arriverai alla conclusione che ci sarà sempre qualcuno che vorrà sottrarre qualcosa del bene comune, pretendendolo come suo. Non ci può essere libertà individuale senza proprietà individuale. Che cosa risponderesti ad un uomo che rivendica ii diritto alla proprietà? Più che rispondere, cosa faresti, in mancanza di uno stato o di un altro strumento di autorità socialista capace di controllare i recalcitranti e gli antisociali?
BAKUNIN - Ma tu stesso hai affermato che l'uomo socialista sarà un uomo nuovo, cambiato! Egli avrà abbandonato i suoi impulsi antinaturali egoisti e possessivi, generati dalla societa borghese.
MARX - Ii mio uomo socialista sarà cambiato,Bakunin. Ma non riconosco in nessun modo il tuo uomo socialista. Tu concepisci gli uomini come individui, ognuno col suo piccolo impero di diritti. Io penso all'umanita come ad un insieme. La libertà, come io la concepisco, è la liberazione del genere umano; non la libertà dell'individuo.
BAKUNIN - E' nuovamente ii punto di vista di Hegel sulla 1ibertà; l'idea secondo la quale agire liberamente è agire moralmente, e agire moralmente è agire in accordo con la ragion di Stato.
MARX - Hegel non ha sbagliato tutto. Solo un essere razionale può essere libero, perché solo un essere razionale può decidere di fronte ad un'alternativa. Un'opzione irrazionale non è libera decisione. Agire liberamente significa agire razionalmente. E agire razionalmente implica la conoscenza della necessità della natura e della Storia. Veramente non c'è antitesi tra necessità e libertà.
BAKUNIN - Non stiamo parlando di libero arbitrio, Marx. Stiamo parlando di libertà politica. Non c'è in questo nessuna difficoltà metafisica. La libertà politica dipende dal fatto di sopprimere l'oppressione politica. Non è necessario nessun tipo di iniziazione filosofica per parlarne. Un bambino di nove anni può osservare ii mondo e vedere chi sono gli oppressi e chi gli oppressori.
MARX - E un bambino di nove anni potrebbe supporre che la situazione avrebbe rimedio solo sopprimendo bruscamente lo Stato. E potrebbe anche diventare anarchico. La giovane età gli perdonerebbe la sua pazzia.
BAKUNIN - C'è la pazzia del filosofo, come c'è la pazzia della gioventù. Tutto il tuo astruso ragionamento sulla liberta può portarti solo dove arrivarono Rousseau e Hegel: a credere che gli uomini possono essere costretti ad essere liberi.
MARX - Infatti, possiamo costringere gli uomini ad essere liberi, nel senso che puoi costringerli ad agire razionalmente. 0 comunque, a evitare che agiscano in modo irrazionale.
BAKUNIN - Una libertà che possa essere imposta all'uomo non è degna di essere chiamata libertà.
MARX - Quello che conta è la realtà non gli uomini.
BAKUNIN - Va bene, allora guarda la realtà. Se parli di obbligare gli uomini ad essere liberi, devi pensare a due tipi di gente: quelli che costringono e quelli che sono costretti. E questi sono i due tipi di persone che formano la società cosiddetta senza classi del socialismo autoritario: i dirigenti ed i diretti, quelli che stanno in alto e quelli che stanno in basso.
MARX - E' ovvio che certe persone devono essere superiori ad altre. Come ti dicevo prima, una società socialista deve essere'regolata, specialmente durante i suoi primi passi. L'alternativa è la torre di Babele, un mondo nel quale nessuno sa cosa fare o cosa aspettare, un mondo senza ordine e senza sicurezza, senza fiducia in un ordine fisso. Anarchia vuol dire caos, e il caos mi terrorizza. Se il caos ti attira, Bakunin, è perche sei attratto dall'incanto della vita bohemienne. Dopo la rigidità della tua vita giovanile, in seno ad una famiglia previlegiata e nelle scuole militari, si capisce che il disordine bohemienne ti attira. Ma, se così e, ti accorgerai che in realtà la boheme è un bel tributo all'ethos borghese, pur superandolo e oltraggiandolo di proposito.
BAKUNIN - Tu parli, Marx, di "socialismo volgare", ma hai tu stesso una nozione volgare del significato dell'anarchismo'. Per le menti non preparate la parola "anarchia" significa caos e disordine. Ma un uomo colto deve sapere che la parola "anarchia" è una traduzione fonetica dal greco che significa semplicemente mancanza di governo. E' pura superstizione il credere che l'assenza di governo significhi caos e disordine. Le nazioni più ordinate dell'Europa attuale non sono quelle in cui ii governo pesa più fortemente sul cittadino, ma piuttosto quelle in cui tale pressione ha raggiunto il grado minimo. Non riesco a capire quello che dici dei bohemiens. La verità è che il disordine non mi attira assolutamente.
MARX - Tu parli con veemenza di sangue, fuoco e distruzione.
BAKUNIN - E' solo zelo per la lotta. Forse sono più impaziente di te per quanto riguarda l'avvento della rivoluzione; ma ti posso assicurare che noi anarchici desideriamo quanto te l'ordine socialista.
MARX - Questo desiderio è inutile, perché non potete trovarlo fuori dallo Stato socialista. La vostra rivoluzione porterà sangue, fuoco, distruzione, questo sì; ma non molto di più.
BAKUNIN - E la tua rivoluziome, Marx, ci porterà qualcosa di molto peggio: la schiavitù.
MARX - Bene, amico mio, immagino che sia una buona cosa l'essere stati entrambi perseguitati dalla borghesia; sennò, se continuassimo a chiaccherare, potremmo smettere entrambi di essere socialisti.
BAKUNIN - Vado a cercare dell'altra acqua calda. Ii the si e raffreddato.

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