giovedì 31 marzo 2011

Camera con vista guerra

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La guerra civile spagnola fu una sorta di attrazione per gli intellettuali degli anni '30. Neruda, Hemingway, Dos Passos, Orwell, Malraux e Carpentier, solo per citarne alcuni, si lasciarono affascinare da un paese "particolare ed isolato" che era diventato il simbolo di una lotta globale, dal momento che incarnava le questioni politiche fondamentali del tempo.
Alcuni, tuttavia, arrivarono in Spagna per motivi che nulla avevano a che fare con la storia scritta a lettere maiuscole, e si ritrovarono presi nel vortice. Il loro genere di testimonianza è assai diverso, ma molto rivelatore. E' il caso di Nancy Johnstone.
Nell'estate del 1934, Nancy (giornalista del “News Chronicle”, la rivista della sinistra britannica), insieme al marito Archie, decide di lasciare Londra e andare a mettere su un piccolo albergo in una città della Costa Brava. Scelgono il paesino di Tossa de Mar, probabilmente perché là si trova una notevole colonia di artisti stranieri che cercano il paradiso perduto, oppure in fuga a causa dell'inquietante affermarsi del nazismo in Germania. Sono per lo più edonisti, vogliono vivere bene e a buon mercato, cosa che sembra assolutamente possibile per molti cittadini europei in Spagna in quel periodo. Il 6 ottobre di quell'anno, il presidente Companys proclama lo stato catalano. I Johnstone seguono gli avvenimenti da Tossa nel mentre che costruiscono il loro albergo. Non sta succedendo niente - dicono ai clienti abituali. Ma si sbagliano. Le elezioni del 1936 danno la vittoria al Fronte popolare e nell'estate esplode la guerra civile. I Johnstone si rifiutano di lasciare il loro paradiso, nonostante le navi britanniche che arrivano per recuperare i cittadini inglesi!
Nancy scrive della sua avventura. Nel 1937, “Faber & Faber”, l'editore per cui scrive anche T.S. Eliot, pubblica "Hotel in Spain" , che arriva a raccontare fino alla fine dell'estate del 1936, quando assistono dalla splendida terrazza, tra l'affascinato e l'inorridito, il bombardamento della vicina Roses. Il secondo libro, "Hotel in flight", arrivava fino alla ritirata repubblicana. Adesso, Miquel Berga ha recuperato questo classico che non avrebbe mai dovuto cadere nel dimenticatoio, e l'editore Tusquets lo ha pubblicato in catalano con il titolo "Un Hotel a la Costa".

Tossa aveva attratto una colonia internazionale composta da artisti, fra cui molti ebrei e di sinistra che erano fuggiti dai nazisti. C'era in questo un certo parallelismo con Ibiza dove, nello stesso periodo, c'era una comunità raccolta intorno a Walter Benjamin. Infatti, nel 1934 la rivista "Art" aveva dedicato un numero speciale a questa colonia di artisti fra cui figuravano Georges Bataille, Arthur Cravan, Marc Chagall, André Masson, Oskar Zügel e Dora Maar.
Nancy non si pone come un intellettuale, lei è solo la padrona dell'albergo, oltre che un'eccellente narratrice che scrive in forma di diario un testo ironico e mordace, preciso e di un'estrema gentilezza nei confronti degli spagnoli. Si informa su tutto ciò che accade, parla delle usanze locali, le feste e i pettegolezzi delle mogli dei pescatori, e tutto con un chiaro intento pedagogico verso i suoi connazionali.
"Un hotel sulla costa" spiega la guerra civile da un punto di vista insolito, a partire dalla vita quotidiana di un piccolo villaggio di pescatori che si va trasformando e deteriorando, via via che la guerra va avanti, in un crescendo magistrale che termina con la fuga verso il confine, con un camion pieno di bambini che i Johnstone avevano adottato, e che dovranno lasciare, una volta in Francia, a Perpignan, solo per reincontrarli di nuovo, solo per breve tempo, in un convento di Besançon.
"Una delle cose fantastiche della vita a Tossa è che non c'è coscienza di classe", scrive Nancy, riferendosi al sistema di classi che vige in Inghilterra. Ed è vero: fin dal primo momento i Johnstone si integrano in una comunità che spalanca le porte, da pari a pari, come il sindaco, o come il proprietario dell'hotel principale del paese che non si cura della concorrenza, fino ai pescatori o a quelli che assume come dipendenti del suo albergo.
La costruzione dell'hotel, i viaggi a Barcellona per risolvere i problemi burocratici, gli aneddoti locali raccolti dalla scrittrice regalano il mosaico divertito di una Catalogna idilliaca cui viene dato il nome di "paradiso azzurro". L'arrivo dei primi clienti è una vera festa per la gente.

Fa parte di questa visione locale la scarsa importanza che, in un primo momento, Nancy dà alla rivolta militare del 18 luglio. Hanno pronto il cartello con su scritto "completo" e si preparano a ricevere la prima ondata di turisti. Il ricorso di quanto fosse stato scarso l'impatto degli eventi del 1934, li porta a pensare che sarà, al più, una tempesta passeggera. Le notizie che arrivano da Barcellona e il rombo dei cannoni su Roses finiscono per imporre un'inevitabile solennità sulla terrazza dove si prende l'aperitivo contemplando il mare. La stagione turistica sta andando alla malora, ma, come scrive Nancy, nell'albergo la vita continua più o meno come al solito, niente sembra in grado di rompere l'incanto di quel paradiso.
I Johnstone rifiutano per ben tre volte di lasciare Tossa. Ogni volta che era arrivato un incrociatore britannico per offrire loro una rotta sicura di ritorno al loro paese. Gli ufficiali venivano sulla spiaggia a cercare di convincere i connazionali che avrebbero dovuto essere terrorizzati dai crimini commessi dall' "orda rossa". Niente di tutto questo, rispondeva Nancy, venite in albergo per un aperitivo.
Questo non significa che non fosse a conoscenza di quanto stava accadendo. In tutto il libro vi sono continue critiche alla stampa conservatrice di Londra. Archie aveva fatto diversi viaggi al fronte per il "Chronicle", e anche i viaggi a Barcellona erano all'ordine del giorno, senza contare che le notizie arrivavano anche per altre vie.
Nancy descrive minuziosamente come Tossa si adatti alle regole della guerra.
Non era facile per gli stranieri che, col peggiorare della situazione del conflitto, rischiavano di diventare capri espiatori per i più sospettosi. A Fritz Marcus, un architetto, vennero trovate nella sua casa una torcia elettrica ed un compasso, e venne messo in prigione. La lanterna, dissero i commissari, serviva per segnalare al nemico ed il compasso per disegnare le mappe. Quando venne rilasciato si unì alle Brigate Internazionali.
Alla fine, il racconto di Nancy prende una piega tragica. Ad un certo momento, la coppia accoglie nell'albergo una trentina di bambini rifugiati che porterà con sé quando prenderà la strada verso la Francia prima dell'arrivo delle truppe di Franco. L'episodio del bombardamento di Figueres, quando si rifugiano nella platea vuota del Teatro Edison, è particolarmente toccante. Poi, a Perpignan, vengono costretti a lasciare i bambini nelle mani delle autorità, anche se torneranno a rivederlioper breve tempo quando vengono a sapere che sono in un convento di Besançon.
La storia dei Johnstone, dopo la fuga dalla Spagna, si biforca. Nancy se ne va in Messico dove scriverà altri due libri: "Sombreros are becoming" e "Temperate zone". Le sue tracce si perdono in Guatemala, nel 1950, dove ha un incidente d'auto, insieme alla sua amica Constancia de la Mora, moglie del capo della aviazione della Repubblica, Hidalgo de Cisneros, che muore. Miquel Berga ha cercato di ritrovarne le tracce, ma tutto quello che è riuscito a sapere è che, probabilmente, aveva contratto un secondo matrimonio. Il che spiegherebbe la mancanza di tracce a causa del cambio di nome.
Archie torna a Londra, ed esercita come giornalista durante la seconda guerra mondiale. Nel 1947 entra a far parte dell'ambasciata britannica a Mosca. Due anni più tardi decide di rimanere, come altri intellettuali della sinistra britannica, e lo rende pubblico in un articolo sulla Pravda. Morirà in URSS.

Due aneddoti

Nel pieno della guerra, anche il governo repubblicano si rende conto dell'utilità che può avere Casa Johnstone, ed invia loro quegli illustri visitatori stranieri che, dopo esser passati da Barcellona, prendono la strada del confine francese. Uno di questi è il poeta W.H. Auden che ha trascorso qualche tempo nell'albergo a metà del 1937, quando lavorava al suo famoso poema, Spagna 1937, che finirà di scrivere al suo ritorno in Gran Bretagna. Si tratta di uno dei suoi pezzi più famosi, scritto in una struttura di quartine in versi liberi, con un ritmo epico, ripetitivo, un vero e proprio inno alla rivoluzione che ebbe un impatto immediato e un grande successo critico. Veniva venduto per le strade di Londra al fine di raccogliere fondi per la causa repubblicana.
Il poema ha una storia politica molto particolare, che spiega perfettamente il tipo di tensione ideologica in cui vivevano gli intellettuali di sinistra del tempo. Auden scrive sulla linea della più pura ortodossia comunista, seguendo le consegne del Partito comunista, quando già alcuni, come Orwell, hanno capito che una dittatura, che sia o no del proletariato, non serve per combattere contro un'altra dittatura. Forse è per questo che Auden poi si pentirà e, nel 1966, vieta che il poema sia incluso nel suo "Collected Shorter Poems 1927-1957", e stabilisce che venga escluso da tutte le edizioni e le antologie della sua opera.

Il paradosso è che i due libri di Nancy Johnstone riceveranno una recensione negativa da parte di Orwell, che li considera eccessivamente positivi, perfino frivoli. Qualche malalingua insinua che questo era dovuto al fatto che, mentre "Hotel in Spain" e "Hotel in flight" vendevano bene, ed erano stati anche pubblicati in America, il suo "Omaggio alla Catalogna", che adesso è un classico, aveva venduto solo poche centinaia di copie.

1 commento:

Cirano ha detto...

una storia misconosciuta e bellissima, peccato non esista una versione in italiano